Pasquale Gnasso Editore

Questa raccolta di poesie è il frutto di un laboratorio didattico attivato in occasione di due importanti eventi, Giornata della memoria (27 gennaio) e Giorno del Ricordo (10 febbraio), con gli allievi della classe I A del Liceo classico Alfonso Maria de’ Liguori (a.s. 2021/2022). Gli allievi della classe I A, sostenuti dalla docente di Lettere, la prof.ssa Assunta Antignani, sperimentando momenti proficui di riflessione e di scrittura creativa, hanno trovato un modo originale per dar voce alla tragedia delle vittime innocenti dell’Olocausto e delle Foibe, e queste poesie ne sono una testimonianza.

Può un teologo interessarsi al genere fantasy? Farne l'oggetto di una ricerca? Sviluppare un'ermeneutica teologica su un oggetto effimero, frutto di fantasia e di illusione? L'intelligenza teologica si confronta con una storia: quella di colui che è nato sotto Augusto e morto sotto Ponzio Pilato, crocifisso e sepolto e che è risorto dopo tre giorni.

Le meraviglie paesaggistiche ed architettoniche che costellano la nostra penisola ispirano i nostri talenti artistici: scorci e scenari, profumi e sapori unici cospirano per materializzare quelle opere d'arte che rendono eterno ogni essere umano. Il fuoco del sole, la terra di monti e valli, l'acqua di oceani, mari, canali e laghi accarezzati dall'aria del vento ispirano l'animo umano che si esprime nel sublime. Questi artisti sono accomunati dall'elemento acqua, che lambisce la terra, si fa specchio per il sole e danza al suono del vento. Elena Rede, Francesco Lucrezi, Maurizio Boscheri vivono il mare cristallino, Marika Laganà e Italo Corrado vibrano all'unisono con la magia dei Navigli milanesi, canali magici, Antonio Diana disegna concetti, Giovanni Merenda fotografa una realtà cristallina. Metaura, oltre a rimandare al concetto di "aura", evoca la forma volgare del latino metheora, che, citando la Treccani, indicava nell'antichità (...) genericamente i fenomeni che si svolgevano nella regione atmosferica, ai quali si riteneva che appartenessero anche le stelle filanti, le comete e, forse, la via lattea, attribuite ad accensioni o illuminazioni di esalazioni terrestri.

Il pescatore Mauro realizza un sogno: la creazione di un albergo a Palinuro. La sua storia è paradigmatica della rivoluzione da cui furono investiti molti abitanti del luogo, quando i francesi scoprirono la bellezza di Palinuro e costruirono il club Mèditerranèe.

Il pregiudizio assume a volte forme di razzismo controverse per luoghi e persone, per realtà e situazioni in forme espressive che diventano cicatrici e marchi. È il caso del quartiere Parco Verde, alla periferia estrema di Caivano, sorto in seguito al terremoto degli anni '80. Questo libro viene fuori da un'intervista a Don Maurizio Patriciello che fa da sintesi della realtà seguita da altri undici faccia a faccia a "fiori" che con il loro profumo cercano di contrastare il lezzo del sopruso e della rassegnazione: Tre preti, un ragazzo laureato in cinese, un attore-autore che rappresenta le sue opere in giro per l'Europa, un calciatore che ha giocato in serie A, un attore-modello che lavora per marchi di moda a livello mondiale. "Fiori" anche come le associazioni per aiutare ragazzi ad avere opportunità diverse da quelle disagiate delle loro famiglie, ma anche genitori dei bambini che hanno perso la vita per le conseguenze dell'inquinamento della Terra dei Fuochi e, infine, anche un comitato di liberazione dalla camorra dei comuni a Nord di Napoli.

L'autore, Vincenzo Marineo, nel suo grande impegno sociale, è molto attento ai problemi della società odierna. Nei suoi testi ci raggiuge con la sua sensibilità, con il suo coraggio, che ci permette di scoprire la strada più breve verso la realtà e la verità. Le sue argomentazioni, in modo particolare sui clochard e sugli immigrati, lasciano lo spazio e il tempo per una concreta riflessione: l'offesa alla dignità umana.

La timidezza è il volano che ha mosso le onde dei miei pensieri, li ha resi voce silente aprendo una finestra interiore. Un percorso di emozioni semplici, scritte col solo sentire, con gli occhi chiusi e macchie d'inchiostro tra le dita. Non posso chiamarle poesie, ma soprattutto non voglio. Desidero unicamente donare al lettore la possibilità di indossare come un abito, l'impalpabilità delle parole scelte e, se provocheranno anche la più piccola emozione, mi basterà pensare di aver sorriso accanto a lui.

Giovanna Damiano ci propone una poesia spontanea, vera, emozionale, legata al quotidiano, una poetica che non costruisce solo schematicamente la versificazione; la poetessa condivide la propria "emozione" inebriandosi per affidarla alla scrittura a piene mani, aprendosi al lettore senza timore di esporsi, concedendo quell'interiorità che l'anima sua conosce.

Il volume contiene sessanta commenti ad altrettanti brani evangelici che saranno letti durante le domeniche e alcune festività del prossimo anno liturgico (28/11/2021-26/11/2022). I brani sono tratti prevalentemente dal vangelo di Luca. I commenti di De Luccia rientrano chiaramente nel genere letterario delle omelie e sono orientati alla meditazione individuale sui testi evangelici. In essi confluiscono l’esperienza pastorale dell’autore, lo studio di commenti esegetici e la lettura di alcuni autori contemporanei, come Josef Ratzinger e André Louf.

Il mito di Aracne racconta della sfida che una giovinetta lanciò ad Atena su chi fosse la migliore tessitrice. Aracne scelse come tema della sua tessitura gli amori degli dei, il suo lavoro era così perfetto ed iconico verso le astuzie usate dagli dei per raggiungere i propri fini che Atena si adirò, distrusse la tela e colpì Aracne con la sua spola, condannandola ad essere un ragno che tesse in eterno una tela pendente dal ramo di un albero. L'Aracne di Maria Buongiorno ci racconta l'Estraneo che noi siamo, con il quale siamo comandati a convivere per tutta l'esistenza, colui che fa irruzione nel frammezzo dell'esistere. La poetessa inizia il libro con la poesia intitolata "L'Origine", il fiat che contiene l'«enigma», il mistero che custodisce la vicenda dell'esistere, e termina con le poesie "La doppia vita del Namaqualand" e "La rondine bianca", dove lo stile diventa più disteso: siamo al termine del viaggio, l'autrice ha trovato la solennità della conciliazione. Sono poesie quasi epiche, dove la narrazione abbandona l'elegia, poesie che segnano la ripresa della speranza dopo il lungo viaggio invernale dell'esistenza.