Testo & Immagine
I.M. Pei. Teoremi spaziali
Ruggero Lenci
Libro
editore: Testo & Immagine
anno edizione: 2005
pagine: 96
Storie digitali. Poetiche della comunicazione
Maia Engeli
Libro
editore: Testo & Immagine
anno edizione: 2004
pagine: 96
La comunicazione è componente strutturale della società d'oggi. Il volume indaga questo immenso campo di possibilità linguistiche, riaprendo un nuovo spazio "narrativo" per un'architettura che voglia riconquistare molteplici strati di significato.
Francesco Borromini. Manierismo spaziale oltre il Barocco
Arnaldo Bruschi
Libro
editore: Testo & Immagine
anno edizione: 2004
pagine: 96
Borromini progetta per frammenti ed episodi singoli sempre diversi, fra loro in tensione, con forzature di scala, in una logica non più prospettica: disgregazione di una lingua ricomposta in provvisorio equilibrio.
Henry Focillon. Scritti di architettura
Orietta Rossi Pinelli
Libro
editore: Testo & Immagine
anno edizione: 2004
pagine: 96
Professore al Collège de France, docente alla Sorbona e alla Yale University, Focillon (1881-1943) è stato uno dei più importanti studiosi di arte medievale del Novecento. Il volume riunisce alcuni suoi studi fondamentali sull'architettura europea dell'età di mezzo.
Vittoriano Viganò. Etica brutalista
Attilio Stocchi
Libro
editore: Testo & Immagine
anno edizione: 2004
pagine: 96
Architetto e docente universitario, nato a Milano nel 1919, Viganò è stato uno dei più significativi rappresentanti dell'architettura italiana del dopoguerra. La sua produzione "brutalista" annovera capolavori come l'Istituto Marchiondi a Milano.
Gaston Bachelard. Sull'architettura
Stefano Malpangotti
Libro: Copertina morbida
editore: Testo & Immagine
anno edizione: 2004
pagine: 93
Il percorso intellettuale di Gaston Bachelard è considerato atipico ed eclettico. Nel tentativo di corrispondere alla movenza di pensiero bachelardiana, questo volume porta il lettore-architetto ad affrontare un percorso che attraversa tre questioni fondamentali. La cancellazione della concezione classica della spazialità, operata dal paradigma quantistico e relativistico, impone all'architettura di individuare il modo in cui testimoniare quest'assenza attraverso la configurazione di dislocazioni immateriali. E poi, quale dimensione originaria rivela il senso comune all'architettura? A quale evento si espone l'architettura nel progettare la dinamica del dissidio inconciliabile tra senso comune e spirito scientifico?
Joe Colombo. Design antropologico
Giovanni D'Ambrosio
Libro: Copertina morbida
editore: Testo & Immagine
anno edizione: 2004
pagine: 88
Tra gli anni Sessanta e Settanta, la storia culturale si colora di ottimismo: dalla musica alla moda all'habitat tutto sembra annunciare il passaggio da un travaglio creativo a una svolta sociale per il nostro paese. Dalle correnti internazionali di rinnovamento e libertà l'Italia del dopoguerra vede nascere il design italiano da un gruppo di artisti e architetti in gran parte autodidatti. In questo scenario si colloca l'opera di Joe Colombo (1930-1971). Creatore insieme a Baj e Dangelo del movimento Nucleare, partendo dalla pittura passa al design per ritornare infine alla "città nucleare", un percorso organico in cui l'elemento creativo pittorico si fonde con l'invenzione del designer.
Leonardo Ricci. Lo spazio inseguito
Giovanni Bartolozzi
Libro: Copertina morbida
editore: Testo & Immagine
anno edizione: 2004
pagine: 93
Leonardo Ricci (Roma, 1918) ha affiancato all'attività di architetto e urbanista anche quella di pittore, tenendo diverse mostre personali in Italia, a Parigi e negli Stati Uniti. Docente della facoltà di architettura di Firenze, di cui è stato preside dal 1971 al 1973, ha tenuto molti corsi, tra cui Elementi di composizione e Urbanistica. È stato direttore dell'istituto di Urbanistica della facoltà di Architettura di Firenze e presidente della sezione Toscana dell'INU. Fatta eccezione per l'irripetibile avventura valdese del villaggio Monte degli Ulivi di Riesi, in Sicilia, gli edifici di Ricci sono soprattutto concentrati in Toscana, dall'impresa titanica del villaggio di Monterinaldi ai blocchi residenziali per il quartiere di Sorgane.
Enric Miralles. Metamorfosi del paesaggio
Fredy Massad, Alicia Guerrero Yeste
Libro: Copertina morbida
editore: Testo & Immagine
anno edizione: 2004
pagine: 93
Quello di Enric Miralles (1955-2000) è stato un nome chiave dell'architettura spagnola contemporanea ed è anche l'architetto spagnolo più noto nel mondo. La sua opera, da una parte, reca il segno delle sue origini geografiche e culturali, dall'altra è il risultato di una miscela di curiosità poetiche e intellettuali che indagano la complessità del costruire e lo conducono a considerare la pratica architettonica come ricerca della soggettività, dell'individualità nel fare architettura. Di qui le caratteristiche della sua arte: la ricerca del dialogo fra l'edificio e il paesaggio in cui esso s'inserisce; l'identità forte delle sue opere, nonostante tutte le influenze in esse riscontrabili; la felice sintesi fra numerose tradizioni costruttive.
Genova 900. L'architettura del movimento moderno
Mauro Moricone, Francesco Rosadini
Libro: Copertina morbida
editore: Testo & Immagine
anno edizione: 2004
pagine: 91
Città del triangolo industriale, Genova all'inizio del secolo anticipa, nelle sue costruzioni "produttive", le tecniche e i contenuti del razionalismo. Quando, nel primo dopoguerra, questo arriverà a svilupparsi come corrente architettonica, troverà una continuità ideale con la tecnica e le modalità attuative della grande industria. Nel corso del Ventesimo secolo, questa ritrovata sintonia con il carattere pragmatico dell'ambiente genovese produce svariate occasioni di verifica delle idee del Movimento Moderno. Questa guida è l'occasione per cogliere in unico colpo d'occhio, come in un atlante, l'insieme delle opere del razionalismo presenti a Genova, sia quelle più famose sia altre meno note.
Hadid digitale. Paesaggi in movimento
Patrik Schumacher
Libro: Copertina morbida
editore: Testo & Immagine
anno edizione: 2004
pagine: 93
Questo volume descrive il passaggio, concettuale prim'ancora che pratico, avvenuto nell'opera di Zaha Hadid dal disegno tradizionale alla rappresentazione digitale. Il segno distintivo della prima fase del lavoro dell'architetto iraniano è stato rappresentato dal l'innovazione e dall'ampliamento degli strumenti di rappresentazione grafica utilizzati come nuove tecniche progettuali. Su queste basi sono stati sviluppati un nuovo linguaggio architettonico e una nuova concezione dello spazio.
Cappai e Mainardis. Laboratorio veneziano
Luigi Pavan
Libro: Copertina morbida
editore: Testo & Immagine
anno edizione: 2004
pagine: 93
L'opera di Iginio Cappai (1932-1999) e Pietro Mainardis (1935) sublima in un alto artigianato che trova nell'accettazione dei limiti e negli stimoli della pratica professionale la propria ragion d'essere. Figli di quella Scuola di Venezia che li ha visti allievi e poi assistenti di Albini e Gardella, Cappai e Mainardis perseguono una tensione civica al progetto contemporaneo centrata in dirompenti operazioni urbane il cui forte impatto sottende intenti di germinazione sociale. I due architetti veneziani hanno praticato una strada autonoma dell'architettura come arte condizionata che vede la tecnica, e il linguaggio, come punto di arrivo e non di partenza.