Velar

Sono tanti i volti della Vergine che l’arte ci ha tramandato nel corso dell’era cristiana: segno, questo, della possibilità sconfinata di interpretare un medesimo soggetto. Ogni artista ha voluto dare un suo volto a Colei che, bella più di tutte, fu dipinta dal pennello divino. La ricchezza delle virtù e dei doni di grazia la rendono il più fulgido esempio di donna e la figura ideale di ogni perfezione umanamente pensabile. Questo libro è un nuovo contributo ad una riflessione che non si limita solo, da una parte, all’esposizione di enunciati teologici – magari solo per chi vive la fede cristiana o ha interessi culturali – e, dall’altra, alla visita di una galleria d’arte dove ammirare opere sul tema proposto. Quanto viene offerto dall’autore di questo libro, perché teologo e pittore insieme, ci permetterà di soffermarci sulle opere scelte non solo come la successione di eventi storici accaduti nella vita di Maria, la madre di Gesù, tradotti e proposti dal linguaggio della pittura. Le sue riflessioni avranno il sapore di chi prende per mano l’ascoltatore per essere introdotto e accompagnato nel Mistero di Maria.

Beatrice (1226-1262), della nobile famiglia d’Este, cresce in intelligenza e bellezza, esteriore e soprattutto interiore, in un rapporto sempre più profondo con il Signore. Sin da giovanissima unisce alla preghiera e all’ascolto della Parola di Dio, un’attenzione speciale per i poveri e gli ammalati, per gli indifesi e i bambini. Nel cuore cresce la consapevolezza della chiamata del Signore a consacrarsi interamente a lui. Assieme all’amica e damigella Meltruda inizia una forma di vita comunitaria nel silenzio orante e nella carità. Stabilitesi in un antico convento donato loro dal Vescovo di Ferrara Beatrice e Meltruda si consacrano al Signore con voti solenni. In poco tempo, il loro esempio attrae altre giovani. La nuova comunità cresciuta, su indicazione del Papa segue la Regola Benedettina. Pur essendo eletta all’unanimità come Abbadessa, Beatrice rifiuta l'incarico, restando una semplice monaca...

Ormai da più di cinquant’anni la testimonianza cristiana esemplare di don Dolindo Ruotolo (1882-1970) continua a suscitare l’interesse e la curiosità di fedeli e devoti, che, da ogni parte del mondo, affluiscono alla sua tomba per pregare. Raccontare la storia biografica di quest’uomo è impresa ben ardua, a causa di tutte le vicende e vicissitudini che si intrecciano lungo il corso della sua esistenza in modo da fare emergere nel loro insieme una trama provvidenziale. Come tante perle di santità formano un’unica corona di gloria, così i pensieri e le azioni di don Dolindo, se ben correlati fra loro, costituiscono un unico ordito d’amore voluto dal Signore per contribuire a salvare la famiglia umana. Nel racconto biografico, l’autore si propone di far emergere, mediante l’artifizio di un’introspezione psicologica e spirituale, i pensieri e gli stati d’animo che don Dolindo ha maturato durante i lieti e dolorosi eventi che hanno scandito e segnato le tappe più importanti della sua vita.

Questo settimo volume di omelie di Don Gilberto Sessantini raccoglie le omelie pronunciate nell’anno liturgico 2024-2025 per il ciclo festivo C, il quale ci pone alla scuola dell’evangelista Luca, il “cantore della misericordia” e della gioia del Vangelo. Le sue pagine ci accompagnano con uno sguardo attento alla storia, ai poveri, agli esclusi, e ci mostrano il volto di Cristo come Colui che accoglie, guarisce e riconcilia. In questo itinerario, la Chiesa è invitata a contemplare il cuore del Padre che si rivela nel Figlio e a lasciarsi trasformare dalla forza dello Spirito Santo. Per quanto riguarda i grandi cicli dei tempi forti, il cammino di Avvento ha avuto come tema la spiritualità propria di tale tempo liturgico. In Quaresima, invece, l’itinerario omiletico non ha seguito un tema unico o particolare, ma ha colto spunti di conversione a partire dai testi evangelici. Nel Tempo pasquale la riflessione si è maggiormente concentrata sulla seconda lettura, tratta dal Libro dell’Apocalisse. Le omelie integrano riferimenti ai Padri della Chiesa, al Magistero e ai documenti liturgici, affinché la predicazione sia radicata nella Tradizione viva e non ridotta a opinione personale.

“Sono un Romito dell’Appennino. Ammiro il Monviso che mi sta davanti come un gigante al di là della pianura, ma amo il mio cantuccio di Paradiso nella natura semplice e agreste. Qui manca tutto... Anzi non manca niente a chi vuol farsi santo”. È introduzione dello splendido e fortunato almanacco, giunto all’edizione 2026, compiendo ben 82 anni. Il semplice libretto è ricchissimo di notizie e curiosità storiche e di cultura; di indicazioni sulle stagioni e il tempo, sui mesi, i giorni e le fasi lunari; di simpatiche previsioni astrologiche; di raccomandazioni e consigli frutto di antica saggezza contadina; di proverbi, racconti e arguzie; di belle riflessioni religiose.

Con Giovannino Guareschi si viaggia, per sentirsi comunque a casa. Non si spiega altrimenti il successo di un autore tradotto in svariate lingue nel mondo, condiviso in zone geografiche così lontane dalla sua Bassa dove ci porta questo libro del professore Claudio Cassinotti e comunque compreso, apprezzato e stimato. Chi se li immagina don Camillo e Peppone in Indocina, in Groenlandia o in qualche affascinante ed esotica località dell’infinita Africa? Eppure, lo schema narrativo di Giovannino, dove umorismo e romanticismo si mescolano in un vocabolario che non sbrodola di parole eccessive, funziona ovunque. La risposta sta anche in queste pagine, onestamente confezionate da una persona che ha a cuore Guareschi e di fronte alla quale c’ è da levarsi il cappello per la vasta conoscenza della sua opera. Che è davvero infinita e ricca di spunti, originalità e bravura. Si tratta di un lascito enorme nato dalla vita di una persona ordinaria che ha saputo affrontare i molti cambiamenti del Novecento con buon senso, anche quando si è trovato impigliato in prima persona nel filo spinato dei campi di prigionia nazisti per non aver aderito alla Repubblica Sociale.

Paola Francesca Maria Di Rosa (1813-1855) sin da giovanissima dimostra una solida pietà umana, nella carità pratica, animata da un intenso desiderio di conformarsi a Gesù Cristo, soprattutto nella sofferenza. Rinunciando agli agi e alle vanità del mondo e al matrimonio, si dedica, perciò, alle ragazze e alle donne del popolo più bisognose e in difficoltà, distribuendo anche tutti i suoi beni per opere di bene. Dopo aver dato prova di eroica abnegazione nel servizio dei colerosi durante la terribile epidemia del 1836 a Brescia, continua la sua opera di assistenza alle malate e abbandonate, con la collaborazione di altre giovani ispirate dal suo esempio. Nascono così le “Ancelle della Carità”. Nel 1852 pronuncia i voti prendendo il nome di suor Maria Crocifissa.

Nel panorama della letteratura ascetico-mistica della Storia della Chiesa, il Cappuccino bergamasco Tommaso da Olera può considerarsi come uno tra i più grandi Mistici di tutti i tempi. Spigolando dal suo “corpus letterario”, contenuto nel volume Fuoco d’amore mandato da Cristo in terra per essere acceso, a cura di Giuvenale Annaniense, èdito in Napoli per Francesco Bensi 1683, si perviene alla felice conclusione di estrapolare, come fior da fiore, il meglio della dottrina e della spiritualità, uscito dal cuore del Frate Cappuccino, dando il titolo: Il sentiero della vita ossia compendio di spiritualità ascetico-mistica, opera utile per tutti gli assetati di supreme bellezze dello spirito.

Questo secondo volume di un progetto più ampio raccoglie 58 omelie, in continuità con il primo volume. Si tratta di meditazioni adatte al periodo da maggio a ottobre, con l’aggiunta di quelle relative alla Festa liturgica di Padre Pio (23 settembre). Partendo dalla meditazione del Vangelo, ogni omelia tratteggia anche un aspetto della personalità e dell’opera, della spiritualità e dell’insegnamento di Padre Pio. Il racconto di aneddoti della sua vita e la citazione delle sue parole, ben individuabili nel testo e segnalati al termine del libro da un indice loro dedicato, facilitano la meditazione, il ricordo, l’assimilazione e la predicazione dell’insegnamento e dell’esempio del Padre. Infine, l’indice tematico e l’indice dei versetti evangelici commentati nelle singole omelie sono di supporto alla ricerca e all’approfondimento personale e comunitario. Le prediche sono state trascritte verbatim per conservare lo stile scorrevole dell’omelia.

Girolamo De Angelis (1567-1623), originario di Enna, giovanissimo chiede di essere ammesso nella Compagnia di Gesù e divenuto gesuita, viene riconosciuto idoneo alle missioni in Oriente e inviato in Giappone. Padre Girolamo, si sposta in varie località, fin nel cuore dell’Impero, dove i pericoli sono maggiori, in quanto il cristianesimo non è sempre ben accetto. Infatti ben presto in quella terra iniziano nuove sistematiche persecuzioni contro i cristiani e padre Girolamo, deciso a rimanere tra quella gente, è costretto a nascondersi e continuare segretamente la missione, percorrendo la parte settentrionale del Giappone e raggiungendo l’isola di Hokkaido. Catturato dal governatore di Edo (l’odierna Tokyo), dopo vari mesi di prigionia, è condannato a morte al rogo insieme ad altri 49 cristiani. Il 4 dicembre 1623, padre Girolamo e i suoi compagni di supplizio rendono l’anima a Dio con la palma del martirio.

Il quinto volume della collana “La legge dell’amore” analizza il percorso storico della congregazione orionina nel periodo successivo all’approvazione delle Costituzioni nel 1954, in particolare gli anni dal IV al V Capitolo Generale (1963), una stagione di particolare intensità, segnata da riforme, dibattiti, confronti e scelte decisive. Non si trattò di semplici aggiornamenti normativi, ma di un vero discernimento comunitario, dove ogni modifica alle Costituzioni, ogni configurazione di Province o Delegazioni, diventava espressione di una ricerca più profonda: custodire lo spirito del Fondatore e, al tempo stesso, farlo fiorire in nuovi contesti ecclesiali e culturali. Il cuore della riflessione riguardava un tema decisivo: la rappresentatività, una sfida non solo organizzativa, ma anche spirituale, per costruire una famiglia religiosa dove ciascuno si sentisse accolto, valorizzato e corresponsabile. Questo libro invita a scoprire le radici di quel cammino, attraverso documenti, biografie e testimonianze che restituiscono la passione e la lucidità di chi, in quegli anni, ha guidato la Congregazione con lungimiranza.

Luisa Jaques (1901-1942), figlia del Pastore protestante Numa, nata in Sudafrica, naturalizzata e educata in Svizzera, nel cuore della giovinezza vive una profonda crisi esistenziale e di fede, che culmina nella conversione e nell’attrattiva irresistibile verso la vita monastica. Trasferitasi in Italia, dopo un tempo di catechesi riceve il Battesimo nella Chiesa cattolica e bussa ad innumerevoli conventi per abbracciare la vita religiosa, ma senza successo. Durante un pellegrinaggio in Terra Santa, Luisa chiede di entrare nel monastero delle Clarisse di Gerusalemme. Accolta, riceve il nome di suor Maria della Trinità. Ha varie esperienze mistiche ed emette il voto di vittima poco prima di concludere la sua esistenza terrena.