Einaudi: Collezione di poesia
Groppi d'amore nella scuraglia
Tiziano Scarpa
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2020
pagine: 120
Questo poemetto giunge alla terza edizione dopo quelle, in altre collane einaudiane, del 2005 e del 2010. Ed è un'edizione nuova per interventi strutturali dell'autore, oltre che per l'aggiunta di un testo in appendice. In questi quindici anni di vita la saga comica e poetica di Scatorchio, che per fare dispetto al suo rivale in amore aiuta il sindaco a trasformare il paese in una discarica di rifiuti, ha avuto molti lettori e molti spettatori dato che il poemetto, di intima natura teatrale, è stato più volte messo in scena. È un libro originalissimo, scritto in una lingua dialettale inventata, sapientemente primitiva. Nel monologo si affollano le voci di personaggi come l'amata ma non bellissima Sirocchia, la vidova Capecchia, che scoprirà di non essere tanto vedova, lu nonnio, maestro di educazione sentimentale... E un bestiario di esseri non meno infelici e desideranti degli uomini: lu gatto gattaro, lu cane canaglio, lu rundenello, lu surcio pantecano. Scatorchio parla con loro come parla con Gesù e con la Maronna e Iddio Patro in una lingua che attinge alle parlate centro-meridionali ma anche ai volgari delle origini. Proiettando una questione d'attualità (lo smaltimento dei rifiuti, la protezione della natura) in una storia senza tempo, un mito archetipico, una preghiera universale.
Quinta stagione. Monologo drammatico
Franco Marcoaldi
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2020
pagine: 80
Mille voci - furiose e dolcissime, alte e sfrenate, colte o volgari, precipitose, afferrate per strada o riprese dalla tradizione letteraria - coabitano nella mente del protagonista di questo monologo drammatico. Il poeta-ventriloquo tutte le accoglie per comporre la sua appassionata sonata alla "Quinta Stagione", il tempo nuovo, difficile, confuso, sconcertante, che s'impone. Una nuova stagione in cui, al di là delle maschere della vita sociale e delle narrazioni private ad uso consolatorio, siamo chiamati a fare i conti con noi stessi. Con la nostra intima verità. Umile, prosaica, contraddittoria. Aperta alle questioni finali. Così da ritrovare la nostra propria appartenenza al flusso collettivo e universale. Noi, nel Mondo. Il poemetto, dalla forte impronta teatrale, si snoda secondo quella forma discorsiva-divagante, in cui Marcoaldi è maestro. Ma più l'andamento si fa sussultorio e centrifugo, più conduce il lettore nella selva oscura del senso profondo della vita. E dietro il tono apparente di conversazione, prende corpo qualcosa di molto simile a una Apocalisse. Che racconta la fine irreversibile di un tempo ormai per sempre consumato, e anticipa in controluce un possibile, nuovo inizio.
La domanda della sete 2016-2020
Chandra Livia Candiani
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2020
pagine: 152
«Qualcuno è bravo con i nomi sa un nome per tutte le cose». Chandra Livia Candiani invece i nomi li confonde, li centrifuga, li riassegna dandogli piú forza. Essere in una stessa poesia cammello, seme di una mela, cane, fiamma e altre cose è rinominare il mondo con un'altra logica. La forte metaforicità di questa poetessa è tutt'uno con la ricerca di fermare in linguaggio il flusso incessante di sensazioni contrastanti ed entità che la attraversano, che ci attraversano. Se nell'atto del camminare dice di essere per metà uccello e per metà albero, non è solo un'analisi precisa della natura umana che tende contemporaneamente a staccarsi da terra e ad ancorarsi ad essa. Non è una semplice iperbole. È la condivisione della natura di uccello e di albero, che stanno dentro quella umana, perché tutte stanno insieme in un'«orchestra del mondo», fatta «di gridi e canti bisbigli e strepiti». Non sempre in perfetta armonia. I versi di Chandra, le sue parole, le sue metafore, vengono da quella partitura.
Vita meravigliosa
Patrizia Cavalli
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2020
pagine: 128
Fosse vissuta sei o sette secoli fa, nelle terre umbre dov'è nata, Patrizia Cavalli sarebbe stata senz'altro una delle grandi mistiche di quel periodo. Le sue esatte visioni verbali avrebbero narrato i misteri più sensibili della divinità, e le sue estasi, i suoi terrori e le sue ebbrezze sarebbero stati registrati e trascritti con devozione dai fedeli amici intorno a lei. Nei nostri tempi, invece, Patrizia Cavalli si è proposta il compito, più arduo, di dare parola ai misteri profani di cui tutti facciamo esperienza: all'indicibile nostalgia di settembre, che ogni anno, regolarmente, ci trafigge; al pulsare frenetico della «nemica mente», quando insegue e controlla ogni lieve mutamento del corpo; alla felicità che scende, come rugiada dal cielo, se una certa luce pomeridiana si mostra all'improvviso. In ogni verso, il ragionare poetico di Patrizia Cavalli non cerca, ma trova. Il suo ardente, ostinato desiderio conoscitivo non chiede altro che arrendersi, infine, dinanzi allo stupore e all'evidenza dell'apparizione poetica. "Vita meravigliosa" rappresenta una summa della poesia di Patrizia Cavalli, attraverso le ossessioni ricorrenti, i temi e i molteplici registri stilistici che la caratterizzano. Insieme ai molti fulminei epigrammi, comici o filosofici (spesso le due cose insieme), compaiono i monologhi ipocondriaci, quasi teatrali, oltre alle tante poesie d'amore, non prive di ferocia descrittiva, e un breve poemetto, "Con Elsa in Paradiso", dove la promessa – o la minaccia? – della vita eterna apre al poeta la possibilità terrestre di «abolire, non dico la realtà / ma ogni traccia di verosimiglianza». Poco importa che il poeta dica sempre 'io': quell'io è talmente dilatato, talmente elastico da includere nella sua lingua ogni cosa, purché esista e viva.
Filamenti
Elisa Biagini
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2020
pagine: 96
«Nella prima edizione del suo "Frankenstein" Mary Shelley cita Erasmus Darwin e il suo «filamento», intuizione geniale che contribuirà alla stesura dell'"Origine delle specie" da parte del nipote Charles. Non a caso forse "Filamenti", ultimo libro di Elisa Biagini, inizia con una frase di Mary Shelley per poi comporsi e decomporsi sulle pagine con la precisione che caratterizza da sempre una poesia in continuo dialogo con altre scritture, da Emily Dickinson a Paul Celan. Stavolta l'ispirazione letteraria si coniuga anche con la volontà di «annusare la terra», descrivendone le diramazioni, le ramificazioni attraverso un galvanismo delle parole che scuote la biografia propria e altrui». (Antonella Anedda)
Poesie giovanili
Paolo Volponi
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2020
pagine: 73
Volponi è stato uno dei maggiori scrittori del dopoguerra, ma è nato come poeta e ha frequentato la poesia per tutta la vita. Prima dell'esordio in prosa con il famoso 'Memoriale' (1962), aveva pubblicato tre importanti libri di poesia: 'Il ramarro' (1948), 'L'antica moneta' (1955) e 'Le porte dell'Appennino' (1960, premio Viareggio). Le poesie inedite recentemente ritrovate fra le sue carte e ora qui raccolte risalgono alla seconda metà degli anni Quaranta, alle soglie del 'Ramarro', e si spingono fino ai primi anni Cinquanta, nei dintorni dell'Antica moneta. Dimostrano uno stile molto personale, più fisico e «corporale» che non lirico-astratto. Sono percorse da un filo rosso contrastante di eros e repulsione. Ansie e insoddisfazioni giovanili si nutrono di un immaginario percorso di sangue e gesti violenti e di una lingua che percorre la tradizione dell'invettiva. E anche gli elementi naturali, molto frequenti (fiumi, colline, alberi, animali, campi lavorati), non sono mai pacificanti ma partecipano di un tumulto interiore, tanto più forte quando il poeta non sa trovarne una ragione e un bersaglio prestabiliti. Queste poesie sono un laboratorio linguistico e sentimentale destinato a dare i suoi frutti più maturi in là nel tempo, ma già mostrano accensioni di grande forza espressiva.
Dimora naturale
Andrea Bajani
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2020
pagine: 64
Il secondo libro di poesia di Bajani è attraversato da molti animali. Da quelli selvaggi dei documentari che ci ipnotizzano in tv, a gabbiani e storni osservati nei cieli cittadini, dal polpo di cui si è scoperto un cervello diffuso lungo il corpo fino alle mosche dipinte sugli orinatoi. Tra questi l'uomo, specie tra le specie, vorticante insieme alle altre sul pianeta; come loro cerca il contatto con la terra e come tutti non la riconosce più dopo averla violata così tanto. Ha la presunzione che la materia cerebrale gli dia diritto di dominio, e finge di ignorare quanto sia la sua condanna: «L'inserimento del cervello dentro il cranio è la vendetta più spietata: cercate invano, cercatela in eterno, una ragione a questa insensatezza». Tra felini che sbadigliano contagiando gli umani dallo schermo, camosci che incuranti delle politiche dell'epoca scavalcano i confini, all'uomo non resta che esprimere la specie a modo proprio: «È la poesia, lo strazio vocale di ogni io. Bello o brutto, è il verso che facciamo». Dunque una raccolta di poesie naturali, sempre legate a uno sguardo che può essere realistico, iperrealistico o visionario. Da queste immagini parte la scintilla per un gioco di analogie e di cortocircuiti mentali che spiazzano il lettore e lo coinvolgono emotivamente.
Acqua acqua fuoco
Laura Accerboni
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2020
pagine: 136
Acqua e fuoco sono gli elementi che attraversano questa raccolta da cima a fondo. Acqua che invade le case dove abitiamo, che si insinua sotto il letto, che «arriva / alle lenzuola / e annega / ogni cosa». Un'eco delle morti nel Mediterraneo («Si disfano / i compiti / nell'acqua. / Li hai messi / in mare aperto? / E quante / giustificazioni / servono / se non torna / l'appello?») che diventa un incubo domestico, risuona nelle vite quotidiane tutte casa e supermercati. Una poesia ricorda anche il crollo del ponte Morandi, ma queste ispirazioni dalla cronaca più drammatica rifluiscono in un meccanismo di immaginazione macabra tutta interiorizzata, nel quale la logica del noi e loro non sembra avere piú senso. L'universo di corpi mutanti, un po' animali, un po' cadaveri, protagonisti del libro, è allo stesso tempo dato esterno e interno. Il fuoco è corpi che bruciano ma anche, forse, una via di fuga. La propulsione verso una lontananza dispersa tra galassie e pianeti che viene evocata nelle ultime poesie è forse la conclusione di un percorso, il ritrovamento di ciò che fin dall'inizio si cercava. Con questi versi pieni di ferocia e di angoscia scritti con straniante impassibilità, Laura Accerboni snoda una originale poesia politica in forma macabro-surreale.
Poeti giapponesi. Testo giapponese a fronte
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2020
pagine: XXXVI-380
Akegata Misei, Arakawa Yoji, Fujii Sadakazu, Fuzuki Yumi, Hachikai Mimi, Irisawa Yasuo, Isaka Yoko, Ishimure Michiko, Ito Hiromi, Koike Masayo, Misumi Mizuki, Nomura Kiwao, Ooka Makoto, Park Kyongmi, Sasaki Mikiro, Sugimoto Maiko, Takahashi Mutsuo, Tanikawa Shuntaro, Wago Ryoichi, Yae Yoichiro, Yoshimasu Gozo, Yotsumoto Yasuhiro. Ventidue autori e autrici scelti fra le generazioni che si sono susseguite a partire dai nati negli anni Venti, come Ishimure Michiko, fino a Fuzuki Yumi che è nata nel 1991. È la più ampia panoramica della poesia giapponese contemporanea. I temi sono vari, da quelli politici (soprattutto nell'immediato dopoguerra e nel 1968 e dintorni) a quelli mistico-naturalistici, a quelli del disagio esistenziale. Diversissime le tendenze stilistiche in una feconda dialettica fra influenze letterarie occidentali e legami più o meno stretti con la tradizione classica giapponese; unico tratto formale in comune: il verso libero. L'introduzione di Maria Teresa Orsi e le note di Alessandro Clementi degli Albizzi sugli autori (quasi dei piccoli saggi) ci permettono di entrare nel modo migliore in un mondo poetico lontano, ricco di voci profonde e originali.
Poemetti della sera
Aldo Nove
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2020
pagine: 96
Quella di Aldo Nove è ancora una volta una poesia «massimalista» che affronta i temi della vita e della morte, e della generazione: i rapporti e gli affetti familiari, da cui sempre si parte, si sciolgono nelle ere geologiche e nelle «onde senza fine da cui proveniamo», mantenendo lo stesso calore emotivo. Il sentimento panico è fortissimo: «Il giorno della mia morte ... canteranno con me i fiumi, le pietre, ogni atomo canterà e avrà la mia voce ... E credo e so che ogni differenza è apparente, e il giorno della mia morte tornerà niente... Il giorno della mia morte sarà il giorno del mio matrimonio con ogni istante. Nulla sarà più distante». Il libro raccoglie poesie scritte dal 2015. Privilegiata è la forma del poemetto che permette di ritmare la pulsazione e il respiro di tutte le forme viventi. Versi brevi, incalzanti, molto rimati o assonanzati, incastonati in forti strutture anaforiche. Ne deriva una sorta di preghiera laica a metà fra il salmo e il rap, perfettamente aldonoviana.
Quando non morivo
Mariangela Gualtieri
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: 118
Prima persona plurale del verbo essere: «siamo» è la voce verbale che attraversa tutta la nuova raccolta di Mariangela Gualtieri. Una voce, per l'appunto, prima ancora che una forma. Una voce che parla da non si sa dove e pronuncia l'essere e l'esserci come evidenza e nello stesso tempo come mistero. Né punto di partenza né punto di arrivo, ma consapevole e accidentato percorso. Gli approcci più che definitori sono tentativi di collocazione: «siamo nel calmo della nuvola turchina», «Siamo qui. Siamo dentro un mattino assolato». Ma soprattutto sono indicazioni di stati d'animo: «Siamo confusi», «siamo stupidi un poco». Di sicuro non siamo soli. Un'altra presenza costante del libro (e non solo nella seconda sezione, ad essi dedicata) è quella degli animali. Fratelli, ma anche qualcosa di più: sorta di angelici anelli di congiunzione con quanto si cela dietro la parola «siamo» e il verbo essere. E anche i cuccioli umani, ai quali è dedicata un'altra sezione, sono creature speciali, più immediatamente partecipi di quei cicli naturali intorno ai quali ruota, come una preghiera, la scrittura della poetessa romagnola. Ma senza essere troppo francescana, senza dimenticare che il male esiste e che quella umana è una «specie con orchi». D'altra parte, anche nelle poesie più introspettive le pulsioni sono del tutto contrastanti, in un'alternanza di estasi e smarrimento. Il filo rosso del libro resta comunque quello del sentimento panico (ancora una volta «siamo», tutto, insieme) che attraversa le varie sezioni e tocca forse il suo vertice nel Requiem finale.
Variazioni sul barile dell'acqua piovana
Jan Wagner
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: 174
La poesia di Jan Wagner è caratterizzata da una crepitante sequenza di immagini e di parole che si ricongiungono tutte fra loro, ma non immediatamente. C'è lo spazio di una sospensione e, quasi sempre, di una sorpresa. Il gioco delle analogie e dei salti di senso non è spericolato: lascia sempre una porta alla trasparenza dei possibili significati. Il tono meditativo, in una linea audeniana-larkiniana, si nutre spesso di materiale quotidiano e tende alla leggerezza (nel senso di Calvino) e all'ironia piú che alla sapiente sentenziosità. Tra gli spunti poetici ricorrono gli animali: cavalli, asini, koala... Risultano affascinanti per la loro enigmatica inerzia che nasconde però un'idea di tenacia, di persistenza nonostante condizioni sempre meno favorevoli ai non umani (e forse anche agli umani). Cosí come personaggi forti sono i vagabondi, i clochard e i centauri che si incontrano in alcune poesie, repellenti da un lato, affascinanti dall'altro, in un gioco di contrasti che a Wagner piace e su cui costruisce molta sua poesia.