Europa Edizioni: Tracciare spazi

Sono 4 sezioni, Parole, Solitudini, Amore, Tempo i momenti, le dimensioni quasi, sulle quali si sofferma a riflettere Laura Boemi, che emerge da questa silloge come una donna in cerca, uno spirito inquieto, una personalità forte che esprime con ogni verso la propria autodeterminazione. E sceglie di farlo attraverso la parola, attraverso la poesia. Ed è per questo che intitola la propria silloge Lei scrive, perché è nell'atto dello scrivere che l'autrice si ritrae, nell'atto della creazione artistica che è origine di mondi. Lei, l'autrice, scrive. Disegna con la penna sul cuore, trova un modo, attraverso la parola, di staccarsi dal mondo fatto solo di materia e di paure per volare sulle ali della sensibilità, in uno spazio etereo di perfezione e purezza in cui sentirsi finalmente libera, finalmente compiuta.

"La poesia è il perdono di Dio. È una dichiarazione di fede più che di poetica questa frase di Giulio Naddeo, che intarsia la presente raccolta, introducendo immediatamente il concetto di profonda fiducia nella scrittura, e attribuendo alla parola scritta e in particolare alla parola poetica, un valore altissimo e rigenerativo. Così mi parla il cuore: questo il titolo di questa silloge che racchiude brevi poemetti in prosa, pensieri, riflessioni e versi, e verrebbe da dire che quando parla il cuore bisogna ascoltarlo con attenzione, perché il cuore non sbaglia mai. Il cuore ci parla della vita, degli affetti, di noi insomma, del nostro mondo interiore e di come viviamo le molteplici istanze del vivere."

"Armonico contrasto. La definizione che racchiude l'essenza dell'opera di Domenico Pisana. Contemporaneamente in ogni luogo, in ogni angolo di città ed in ogni anfratto mentale, in ogni pensiero e riflessione, in ogni concetto ed emozione. Una strepitosa alchimia di introspezione, poesia, surrealismo e flusso di liberi versi che ci porterà a cadere in una spirale di folgorazioni letterarie dalle quali sarà difficile uscire. La concettualità di questi versi, infatti, talvolta sembra attingere da una fonte di verità ancestrali, spingendo il proprio punto di vista all'interno della vita che ciascuno di noi vive ogni giorno, impreziosendola, decorandola con arabeschi di consapevolezza che possono derivare unicamente da uno sguardo vigile, da occhi aperti e da un animo emozionabile". Prefazione di Graziella Corsinovi.

Fra citazioni alte e un lessico scelto ed elegante, Silvia Gobbin prende per mano il lettore introducendolo nel suo mondo fatto di distese senza confini e aperture alla bellezza del Creato. L'intera silloge incarna un canto di gioia, un inno alla vita e al mondo. Una piccola testimonianza di fede: nell'amore, in Dio e nel potere taumaturgico della poesia.

Sono piccoli idilli poetici, composizioni semplici ed essenziali, dalle radici ben piantate nella terra e il cuore, la testa e l'anima libera nel vento. Sono "Fiori di campo" quelli che raccoglie di Alfredo Fucile, poesie e racconti che traggono spunto dalla vita quotidiana, dalla realtà di tutti i giorni per restituire al lettore e alla pagina un vissuto interiorizzato, un viaggio che attraverso l'esperienza dell'autore si carica dei mille significati del vivere. Ed è esattamente la molteplicità delle sfumature dell'esistenza che rende questa opera così ricca e così intensa, come interessante giustapposizione di versi e prosa, di vernacolo e italiano: tutto questo va a comporre un ventaglio emozionale ricco di cromatismi, in cui la voce dell'intimo si alterna a quella della storia e a quella della Patria intera.

Uno dei fattori attraverso cui, in alcuni casi, le società si sono rinnovate, è stato lo scontro generazionale. Oggi ce ne sarebbero tutti i presupposti vista l'emarginazione dei giovani, oltre ad una certa necessità - se si considera che il loro lasciarsi emarginare contribuisce a complicare ulteriormente l'impianto generale della convivenza civile - eppure, di tale scontro generazionale, non se ne vede traccia, se non in alcune sparute nicchie private. Racconto una di queste. Racconto uno scontro privato il quale ha offerto possibilità d'incontro - come potrebbe essere in generale, qualora i vecchi indagassero le loro modalità, le loro ragioni - racconto un percorso che porta ad inabissarsi, a sondare le radici delle pratiche quotidiane, dei giudizi e pregiudizi con cui si legge la realtà, la propria storia, la dimensione pubblica... un percorso che obbliga a guardarsi dentro, a scoprire la propria retorica e quella del proprio tempo. Non è raro infatti che si perda di vista la lettura dei tempi lunghi, collettivi, sia rispetto a se stessi, sia nei confronti dei figli verso i quali si agisce con dinamiche fortemente intrecciate con una dimensione temporale abbastanza ampia (almeno dai nonni al futuro). Si tratta di un arco temporale in cui vi sono stati determinati sviluppi collettivi con cui i giovani, nel presente, si trovano a dover fare i conti...

"È indubbio che sia l'aspetto visuale la primissima feature che colpisce chi, anche distrattamente, apra questi 'Quintetti italiani', un'opera piuttosto complessa, per temi e riferimenti, ma che si presenta in una veste grafica di certo impatto: le poesie sono infatti composte secondo una serie di cinque strofe, che si alternano sulla pagina a creare quasi un avvicendamento dialogico. Strofa dopo strofa, pagina dopo pagina, l'autore descrive con una lingua chiara e immediata, che scorre su una sintassi lineare e perfettamente percettibile, la propria visione della vita, dominata fortemente dall'elemento di intensa emotività".

Se è vero che la scrittura è qualcosa che per sua natura sa piegarsi e felicemente si lascia contaminare da altre arti e altre intuizioni, è facile comprendere come il termine "raccolta poetica" per questa "Frammenti di stelle" cadenti è decisamente limitativo. Giulia Sonz infatti è una artista a 360 gradi, una donna che ha sperimentato le proprie capacità comunicative in una molteplicità di registri stilistici differenti. Ma è soprattutto il teatro il riferimento costante della scrittura della Sonz. La scrittura teatrale, con la sua tendenza dialogica, la sua naturale propensione alla moltiplicazione di voci che si inseguono e si accavallano rappresenta, anche stilisticamente, un punto fisso nella scrittura di Giulia Sonz.