Gedi (Gruppo Editoriale): Short stories
Le avventure di Sherlock Holmes: la banda maculata. Testo inglese a fronte
Arthur Conan Doyle
Libro: Libro in brossura
editore: Gedi (Gruppo Editoriale)
anno edizione: 2010
pagine: 93
"Concediamoci una buona pipata in santa pace e pensiamo a qualcosa di più allegro", dice Sherlock Holmes a Watson poco prima del momento cruciale de La banda maculata, racconto compreso ne Le avventure di Sherlock Holmes (1892). Il personaggio di Conan Doyle era nato da poco (solo cinque anni prima, col romanzo Uno studio in rosso), ma già l'autore, visto il grande successo popolare, aveva provveduto a "normalizzarlo", facendolo passare dalla cocaina e morfina degli inizi, presenti in gran copia sia nel romanzo d'esordio che ne Il segno dei quattro (1890), alla più domestica e rassicurante pipa. La banda maculata, qui presentato, appartiene per datazione alla prima fase dell'itinerario creativo di Conan Doyle. Inizia di buon mattino, quando Watson viene svegliato di botto da Holmes, perché una giovane signora piuttosto sconvolta li aspetta in anticamera. La donna, di nome Helen Stoner, lo mette a parte delle strane cose che succedono nella casa di campagna che, dopo la morte della madre, divide con il patrigno. Col suo infallibile fiuto, Sherlock capisce subito che Helen corre un grave pericolo, e decide di recarsi immediatamente con Watson nella casa di lei. Dopo un'attenta ispezione delle varie stanze, comprende che un terribile delitto si è compiuto e che un altro sta per compiersi...
Gallegher: una storia di giornale. Testo inglese a fronte
Richard Harding Davis
Libro: Libro in brossura
editore: Gedi (Gruppo Editoriale)
anno edizione: 2010
pagine: 93
Una storia di giornale, suona il sottotitolo di Gallegher, racconto che Richard Harding Davis pubblicò nel 1899 nel volume Gallegher e altre storie. L'autore, poco noto in Italia ma molto apprezzato negli Stati Uniti, fece il giornalista per tutta la vita, come cronista, caporedattore, corrispondente di guerra, reporter di viaggi: il giornale era la sua casa, il suo universo di riferimento, la sua sfida. Gallegher, protagonista del racconto qui presentato, ragazzino di Filadelfia, cresciuto in strada nei quartieri più malfamati della città, entra ancora adolescente nella redazione del Philadelphia Press come fattorino. Quando il racconto comincia, tutta l'America è in subbuglio per un omicidio eccellente: Richard Burrbank, ricchissimo e famosissimo avvocato, era stato trovato morto con la cassaforte aperta e 200.000 dollari in titoli e contanti, ivi depositati la sera prima, spariti. Era sparito anche il segretario Stephen Hade, ritenuto dalla polizia il colpevole quasi certo e ricercato invano in tutti gli stati dell'Unione. Alla ricerca partecipavano attivamente anche i cronisti dei vari giornali, nella speranza di uno scoop sensazionale, e quindi la faccenda non poteva lasciare indifferente il piccolo Gallegher...
The Jelly-bean-Jelly bean-The curious case of Benjamin Button-Il curioso caso di Benjamin Button
Francis Scott Fitzgerald
Libro: Copertina morbida
editore: Gedi (Gruppo Editoriale)
anno edizione: 2017
pagine: 167
Presentiamo qui due racconti di Francis Scott Fitzgerald raccolti in "Tales of the Jazz Age" (1922). La storia di "The Jelly-bean" (1920) si svolge a Tarleton, sonnacchiosa cittadina di fantasia della Georgia, in bilico tra la stanca fedeltà alle tradizioni del Sud e le incalzanti trasformazioni della nuova America dei Roaring Twenties, vivace, dinamica, spensierata. Qui Jim Powell, detto Jelly-bean, un perdigiorno locale di buona ma decaduta famiglia, simpatizza con l'affascinante Nancy Lamar, che sogna una vita lussuosa e raffinata in Inghilterra. Tra i fumi dell'alcol e la foga del gioco d'azzardo sembra nascere un flirt tra i due, ma il "mollaccione" va incontro a uno scacco definitivo. "The Curious Case of Benjamin Button" (1921) è la storia surreale di un neonato che nasce settuagenario, non solo nelle sembianze e negli acciacchi, ma anche nelle attitudini e nei passatempi. Benjamin Button, con il suo percorso vitale alla rovescia, incarna un tema caro a Fitzgerald: la dicotomia tra le promesse della giovinezza e le delusioni dell'età matura, ossia il tema dell'illusione e della fragilità dell'American Dream, di cui gli scrittori della Lost Generation avvertivano gli scricchiolii ancor prima della Grande Depressione.
Xingu. Testo inglese a fronte
Edith Wharton
Libro: Copertina morbida
editore: Gedi (Gruppo Editoriale)
anno edizione: 2010
pagine: 95
Appartenente all'altissima borghesia newyorkese di fine Ottocento, Edith Wharton si è sempre confrontata nei suoi romanzi e racconti con la sua classe d'origine, oltretutto vivendone in prima persona il declino sociale. Ma in lei non c'è alcuna nostalgia per i bei tempi andati: il suo occhio è sempre spietato, sia che si applichi alla sua famiglia, sia che guardi ai nuovi ricchi, in genere liquidati come insopportabili parvenus. Xingu, il racconto qui proposto, è datato 1916, e costituisce uno dei vertici della "cattiveria" della scrittrice. La buona società ivi raffigurata è quella di Hillbridge, piccola e ricca cittadina i cui maggiorenti scimmiottano gli usi e costumi di New York. Un gruppo di signore e signorine appassionate di cultura fondano un club, il Lunch Club, destinato ad alati dibattiti su quello che loro ritengono essere il "pensiero di oggi". L'unica particella stramba del gruppo è Mrs Roby, che a differenza di tutte le altre, dichiara candidamente di non aver letto quasi nessuno dei libri di cui si parla, e spesso se ne esce con affermazioni che urtano profondamente il rigido bon ton delle signore. Finché un giorno è proprio Mrs Roby a chiedere loro cosa pensino di Xingu...
Il fantasma di Canterville. Testo inglese a fronte
Oscar Wilde
Libro: Copertina morbida
editore: Gedi (Gruppo Editoriale)
anno edizione: 2010
pagine: 93
Quando nel 1886 Oscar Wilde pubblicò Il fantasma di Canterville sulla Court and Society Review, era un trentaduenne della buona società londinese, già molto noto sia in patria che in America non solo per le cose fin lì scritte, ma anche e soprattutto per il personaggio che egli incarnava. Si era infatti da qualche anno investito del ruolo di leader di un movimento "estetico" mai meglio definito, fondato sul culto della bellezza e in quanto tale era stato invitato a tenere un ciclo di conferenze negli Stati Uniti, ove il suo temperamento istrionico aveva avuto tutto l'agio di manifestarsi. Nasce così Il fantasma di Canterville, in cui Wilde sembra voler mettere in scena con aria sogghignante il godibilissimo scontro fra due diverse ottusità. Hiram B. Otis, ambasciatore degli Stati Uniti a Londra, acquista per abitarvi con la sua numerosa famiglia la grande dimora di Canterville Chase, da tempo disabitata per la molesta presenza di un fantasma che da trecento anni terrorizza i vari Lord e Lady Canterville lì avvicendatisi. Ma la spavalda famiglia americana, forte delle sue certezze positiviste e della sua fede nei ritrovati della modernità, non si lascia certo intimorire da simili sciocchezze, e si dispone a rispondere colpo su colpo...
Un avamposto del progresso. Testo inglese a fronte
Joseph Conrad
Libro: Copertina morbida
editore: Gedi (Gruppo Editoriale)
anno edizione: 2010
pagine: 93
In Un avamposto del progresso, racconto pubblicato nel 1897, Joseph Conrad anticipa le atmosfere che due anni dopo saranno dominanti in Cuore di tenebra, suo primo indiscusso capolavoro. E non a caso la parola "tenebra" compare già qui varie volte, quasi preannunciandosi come tratto distintivo di una condizione umana. Due europei, Kayerts e Carlier, e un africano, Henry Price detto Makola, gestiscono un piccolo emporio nel cuore della giungla dell'Africa equatoriale, per conto di una grande compagnia commerciale. Condotti lì da un battello della compagnia, dovranno rimanervi sei mesi, cercando di barattare con gli indigeni la loro mercanzia in cambio di preziose zanne d'elefante. In realtà la compagnia non fa grande affidamento né sull'emporio, né sui due agenti, scelti per quell'incarico fra i più stupidi e inetti a sua disposizione. E loro si adattano ben presto a quella vita fuori dal mondo, senza la minima curiosità per l'immensità imperscrutabile che hanno intorno, trascorrendo i giorni nell'ozio, interrotto solo di tanto in tanto dalle visite degli indigeni col loro carico d'avorio.