Graphe.it: I Condottieri
Jehan de Vallete. L'eroe dell'assedio di Malta e il fondatore de La Valletta
Carmel Cassar
Libro: Libro in brossura
editore: Graphe.it
anno edizione: 2025
pagine: 152
Il Gran Maestro Jehan de Vallete, come egli si firmava, è legato alla vittoria sui turchi ottomani durante l’assedio di Malta del 1565 e alla costruzione della nuova città de La Valletta, da lui destinata a fungere da fortezza-convento dei cavalieri dell’Ordine di San Giovanni. I cronisti di quel memorabile scontro che, come Lepanto, avrebbe finito per segnare la storia del mediterraneo e dell’Europa occidentale, parlando dei molti eroi distintisi in quell’assedio, non ebbero dubbi su come il Gran Maestro Jehan de Vallete fosse da considerare il più grande. Le sue notevoli capacità di leadership, il coraggio e, a volte, le decisioni assai rischiose e difficili riuscirono a salvare i difensori di Malta che, in quel momento, rappresentava il baluardo della cristianità. Fu così che la sua fama raggiunse tutti gli angoli del mondo occidentale consacrandolo come uno dei più grandi condottieri.
Saladino. Il sovrano cavaliere («Cronaca di Salāh al-Dīn» di Ibn Khallikān)
Roberto Celestre
Libro: Libro in brossura
editore: Graphe.it
anno edizione: 2024
pagine: 376
Salāh al-Dīn, noto come Saladino, è tra gli indiscussi protagonisti del XII secolo nello scacchiere mediorientale. La sua popolarità è ancor oggi senza eguali non soltanto nel mondo arabo, tanto da essere considerato vera incarnazione del cavaliere perfetto. Di origine curde, nacque a Tikrīt nel 1138. Si mise in mostra quando nel 1163 partecipò alla spedizione nell’Egitto fatimide al seguito dello zio Shīrkūh, comandante dell’esercito del sovrano zenjide Nūr al-Dīn, conclusasi nel 1169. Morto improvvisamente lo zio, Salāh al-Dīn divenne prima visir (primo ministro) d’Egitto, quindi nel 1171 pose fine al califfato fatimide del Cairo. Alla morte di Nūr al-Dīn (1174), seppe diventare l’unico fautore dell’unificazione dei territori musulmani ponendo Siria, Egitto, Yemen e Mesopotamia settentrionale sotto la propria autorità. Nel 1177 si dedicò alla riconquista dei territori di Siria e Palestina ancora in mano ai crociati, sbaragliandone l’esercito il 4 luglio 1187 a Hattīn e riconquistando Gerusalemme il 2 ottobre. Nello scontro con Riccardo “Cuor di Leone”, alla guida della terza crociata, fu sconfitto ad Arsūf e siglò il trattato di pace il 2 settembre 1192. Pochi mesi dopo, il 4 marzo 1193, Salāh al-Dīn si spense nella sua amata Damasco. Questa monografia si compone di un profilo biografico e della traduzione dall’arabo della Cronaca di Salāh al-Dīn tratta dal Wafayāt al-a'yān di Ibn Khallikān (m. 1282), proposta per la prima volta in lingua italiana.
Traiano, il migliore imperatore di Roma. Una biografia militare
Mirko Rizzotto
Libro: Libro in brossura
editore: Graphe.it
anno edizione: 2024
pagine: 214
Nel 98 d.C. salì sul trono imperiale di Roma il primo provinciale mai chiamato a rivestire questa carica, lo spagnolo Marco Ulpio Traiano, destinato a passare alla Storia come l’Optimus Princeps, il migliore imperatore per eccellenza. Traiano si distinse in moltissimi campi, tra cui quello dell’edilizia (ricoprendo Roma e l’intero Impero di monumenti straordinari, che ancora oggi suscitano la nostra ammirazione), in quello legislativo e in quello sociale. Favorì anche la maturazione di spiriti letterari illuminati come Plinio il Giovane, Tacito, Dione Crisostomo. Traiano è, tuttavia, noto ai più per le sue grandi conquiste, che nel giro di poco meno di un ventennio portarono le aquile romane a volare sulla Dacia (l’odierna Romania), l’Armenia, la Mesopotamia, l’Assiria. Il presente studio ricostruisce, con il maggior rigore possibile, le campagne traianee, gettando nuova luce sulla strategia e le imprese guerresche del più grande di coloro che sedettero sul trono di Augusto, la cui fama attraversò indenne il Medioevo e l’età moderna.
Demetrio Falereo. Un filosofo al potere
Alexia Latini
Libro: Libro in brossura
editore: Graphe.it
anno edizione: 2023
pagine: 142
Ateniese, allievo di Teofrasto e vicino al Peripato, Demetrio Falereo assume un ruolo di primo piano nella vita politica della città, determinandone le sorti per circa un decennio (317-307 a.C.). Filosofo, è intellettuale poliverso e abile politico: nel lungo alunnato ateniese, forse già con il vecchio maestro Aristotele, e in seguito con il suo successore Teofrasto, respira la necessità di un sapere ecumenico, in grado di abbracciare culture diverse. Ad Atene è capace di ricomporre le antinomie palpabili nella società, promulgando un codice di leggi, improntato a una nuova dinamica sociale ed economica. Rifugiatosi, poi, ad Alessandria, assiste allo sviluppo del Museo, istituzione culturale nella quale lavorano scienziati ed eruditi e della Biblioteca, realtà resa possibile grazie alla perspicacia dei sovrani Tolemei. È lì, nella Biblioteca, che avrà luogo la traduzione in greco della Bibbia da parte di Settanta (Settantadue) saggi.
Aureliano. Riunificatore dell'Impero
Alberto Magnani
Libro: Libro in brossura
editore: Graphe.it
anno edizione: 2023
pagine: 104
Lucio Domizio Aureliano (Sirmio, 9 settembre 214 /215 – vicino Bisanzio, 25 settembre 275) apparteneva a una famiglia di agricoltori. La sua carriera militare venne favorita dall'imperatore Valeriano e si affermò durante l'impero di Gallieno. Era di spirito pronto, d'indole impetuosa e inesorabile, tanto che i compagni d'arme gli rifilarono il nomignolo di "mano al ferro [spada]". Nel 270 le truppe lo acclamarono Imperatore. L'Impero pareva prossimo allo sfacelo: regnavano disordine, miseria ed epidemie; lo stato era finanziariamente fallito; l'esercito in continua rivolta; i confini, per tutta la distesa dal Reno al Danubio, in preda a Iutungi, Alamanni, Vandali e Goti; la Gallia e la Britannia ormai s'erano costituite in uno stato, romano di forma, ma autonomo; i territori d'Asia soggetti ai sovrani di Palmira, in particolare a Zenobia, erano legati a Roma in apparenza. Aureliano riuscì nei primi tre anni a rinsaldare la compagine dello stato romano e a salvarlo e poté celebrare un trionfo (274 d. C.) dei più fastosi che Roma abbia veduto e uno dei più meritati, ricevendo il titolo di restitutor orbis (riunificatore dell'Impero). L'opera restauratrice di Aureliano ebbe largo campo anche nella pubblica amministrazione e in particolare nella parte finanziaria. La sicurezza e gli abbellimenti di Roma, il mantenimento e l'igiene della popolazione occuparono molta parte dell'attività di questo imperatore che, inoltre, diede inizio alla costruzione di quelle mura attorno a Roma che portano ancora il suo nome. La sua opera militare e politica fu compiuta con coscienza romana, volta a rafforzare il potere centrale. I trionfi militari gli conferirono l'autorità necessaria a intraprendere l'opera di restaurazione della disciplina dell'esercito che portò avanti col solito rigore inflessibile, cosa che finì con alienargli il sostegno di alcuni ufficiali che ne decretarono la morte.
Costantino. Il fondatore
Maria Carolina Campone
Libro: Libro in brossura
editore: Graphe.it
anno edizione: 2022
pagine: 196
La figura di Costantino e la «questione costantiniana» sono da secoli al centro di un ampio dibattito. Nonostante la presenza di documenti e fonti primarie in merito al cosiddetto «primo imperatore cristiano», la loro interpretazione da parte degli storici moderni è spesso difforme e contrastante e la discussione sull’attività e le caratteristiche del figlio di Costanzo Cloro è sempre accesa. Il saggio della professoressa Maria Carolina Campone affronta alcuni nodi significativi a partire da un’analisi testuale e filologica delle testimonianze storiche in nostro possesso, facendo chiarezza, attraverso un ricorso puntuale alle fonti in lingua greca e in lingua latina, su taluni punti troppo spesso unanimemente sottoscritti da parte della critica, superando vulgate acriticamente accettate e aggiungendo un ulteriore tassello alla comprensione di una figura fondamentale nel vasto processo di sincretismo che segnò il passaggio dal mondo greco-ellenistico e romano a quello cristiano.
Alessandro Magno. Le scelte di un eroe
Paola Scollo
Libro: Libro in brossura
editore: Graphe.it
anno edizione: 2022
pagine: 126
Il 10 giugno del 323 a. C. moriva a Babilonia Alessandro III di Macedonia, per molti il più grande conquistatore di ogni epoca. Figlio di Filippo II e di Olimpiade d’Epiro, in tempi rapidi Alessandro era riuscito a costruire un vastissimo impero che racchiudeva storie e culture di popoli molto differenti tra di loro. Come è noto, questo impero non sopravvisse alla sua scomparsa. Si disgregò nei cosiddetti regni ellenistici che, dopo alterne vicende, furono travolti dalla formidabile potenza di Roma. Eppure, Alessandro non è mai definitivamente morto. È sopravvissuto all’inesorabile legge del tempo grazie alla memoria delle sue gesta. Anzi, è stato proprio questo ricordo ad aver ispirato sin dall’antichità numerosissimi racconti spesso tra di loro divergenti oppure al limite di qualsivoglia verosimiglianza. Ovviamente, Alessandro rimane anzitutto un personaggio storico e reale. E come tale lo storico deve raccontarlo. Nondimeno, i modelli mitici e letterari giocarono un ruolo vitale nella formazione del Macedone. Essi si posero alla base di una ricerca di affermazione identitaria mediante la quale Alessandro riuscì a inserirsi in un preciso orizzonte culturale, ossia quello ellenico. Questo processo identitario fu possibile grazie al padre, Filippo II di Macedonia, e ad Aristotele di Stagira, filosofo e suo maestro. Proprio a partire da tale consapevolezza, leitmotiv del presente volume è il tentativo di mettere in luce il ruolo fondamentale che questi due personaggi esercitarono nella paideia del conquistatore, sempre nel desiderio di instaurare un dialogo proficuo tra storia e mito.
Artù. Leggenda e storia
Mirko Rizzotto
Libro: Libro in brossura
editore: Graphe.it
anno edizione: 2021
pagine: 144
Nel caos che seguì l’abbandono della Britannia da parte dei Romani (V secolo d.C.), orde di barbari provenienti dalla Germania e dall’Irlanda sbarcarono a ondate nell’isola seminando morte e distruzione. Fra le nebbie della leggenda emerse un giovane condottiero di origini romane, Artorio, che la leggenda farà universalmente conoscere come Artù. Comandante militare di eccezionale talento, Artù condusse le sue armate in un lungo ed estenuante conflitto contro i Sassoni riuscendo a riportare su di essi una schiacciante vittoria nella battaglia del monte Badon e concedendo all’isola quasi mezzo secolo di pace. Rispondendo all’appello del morente Impero Romano d’Occidente, Artù combatté a lungo anche in Gallia, seppur con minore successo, per finire poi, anziano, tradito dal parente Mordred e ferito mortalmente nella battaglia di Camlann. La sua scomparsa fu subito seguita da voci e leggende che lo volevano dormiente nella misteriosa isola di Avalon in cui nove maghe cercavano di risanare la sua eterna ferita, nell'attesa del risveglio in un imprecisato futuro per porlo come eterno baluardo della Britannia. Attorno alla figura storica, di cui le fonti più antiche ci tramandano solo stringate ma affascinanti notizie, si intessé nei secoli una fitta rete di figure, leggende e racconti che lo storico medievale Goffredo di Monmouth e il poeta francese Chrétien de Troyes resero note e immortali: la Tavola Rotonda, il mago Merlino, i nobili Cavalieri di Camelot, la spada Excalibur, l’infedele Ginevra, la fata Morgana… Mirko Rizzotto, avvalendosi delle varie fonti, cerca di fendere queste dense nebbie e di consentire al lettore di gettare uno sguardo sul “vero” Artù, l’uomo il cui ipotetico ritorno impensieriva realmente i sovrani normanni medievali d’Inghilterra.
Óláfr Tryggvason. Il re vichingo, Apostolo della Norvegia
Carla Del Zotto
Libro
editore: Graphe.it
anno edizione: 2021
pagine: 156
Óláfr Tryggvason fu re di Norvegia dal 995 al 1000. Óláfr Tryggvason è tra le figure preminenti dell’antico regno norvegese. Suo padre Tryggve, un regulus dell’area di Víken, morì assassinato nella lotta per il trono norvegese e Óláfr, esule, costruì la propria fortuna con raid e saccheggi a est e a ovest. Con l’argento ricavato dalle incursioni nelle Isole britanniche finanziò la propria campagna militare per diventare re e nel corso di una delle sue spedizioni corsare si convertì e ricevette il battesimo da un eremita delle isole Scilly. Nella tradizione nordica re Óláfr, con il suo breve regno dal 995 al 1000, è considerato l’Apostolo della Norvegia: gli viene attribuita la conversione della Norvegia, delle isole Orcadi, Faer Oer, Islanda e Groenlandia. L’evangelizzazione da lui promossa fu peraltro violenta, unita a un espansionismo “cristiano” e a una politica religiosa indipendente dall’arcidiocesi di Amburgo-Brema. Storicamente, il tentativo di eliminare l’influenza danese in Norvegia costrinse Óláfr Tryggvason ad affrontare una coalizione formata dal re danese Sven Barbaforcuta, lo jarl di Lade, Eiríkr, e il re svedese Olof Skötkonung nella battaglia di Svold in cui fu sconfitto. Per Adamo di Brema, Óláfr Tryggvason si suicidò in mare per la disperazione conseguente all’apostasia e all’inganno dei maghi di cui si fidava ciecamente; secondo le saghe nordiche, invece, scomparve misteriosamente dalla sua nave dopo un grande bagliore nel corso della battaglia in mare. Molti credettero che fosse andato in Russia, altri dissero di averlo visto in un monastero in Terrasanta.
Genserico. Il re dei Vandali che piegò Roma
Alberto Magnani
Libro: Libro in brossura
editore: Graphe.it
anno edizione: 2020
pagine: 104
Genserico è stata una delle figure chiave dell'ultimo periodo di vita dell'Impero romano d'Occidente. Genserico re dei Vandali fu una delle figure più importanti del V secolo e uno degli artefici della caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Giunse al potere quando il suo popolo, stabilitosi in Spagna dopo essere penetrato nell’Impero, era tenuto in scarsa considerazione dai contemporanei: Genserico lo condusse in Africa, dove fondò un Regno con capitale Cartagine, sottraendo a Roma una provincia fondamentale per l’economia e per il gettito fiscale dell’Impero. I Vandali, da guerrieri a cavallo, si trasformarono in marinai e iniziarono una serie di incursioni per mare sulle coste del Mediterraneo. Clamorosa fu l’incursione del 455, che portò i Vandali a risalire il Tevere e a saccheggiare Roma. Tutti i tentativi di eliminare il Regno fondato da Genserico fallirono miseramente e la crisi in cui versava l’Impero ne risultò accelerata. Genserico morì dopo mezzo secolo di governo, facendo in tempo ad assistere alla deposizione dell’ultimo Imperatore d’Occidente.
Goffredo di Buglione
Sergio Ferdinandi
Libro: Libro in brossura
editore: Graphe.it
anno edizione: 2020
pagine: 204
Goffredo di Buglione (1060 circa-1100), duca di Bassa Lotaringia, è il protagonista assoluto della Prima crociata (1096-1099), straordinaria epopea che oltre a restituire alla cristianità il venerato Sepolcro di Cristo dopo secoli di dominazione musulmana, ha, per le conseguenze che ne sono derivate, fortemente contribuito alla definizione dell’identità Europea. Discendente di Carlo Magno, figlio di illustri personaggi del tempo Eustachio II di Boulogne, protagonista nella battaglia di Hastings e Ida di Lorena, nipote di Matilde di Canossa. La ricca produzione cronachistica, le chansons de geste e la storiografia restituiscono di Goffredo il ritratto di un uomo di raro spessore umano, pietà religiosa, valore e perizia militare. Eletto dei suoi compagni d’armi, primo sovrano latino di Gerusalemme, adotta anche il titolo di advocatus sancti sepulchri. La storia di questo grande feudale, complice la propaganda della Chiesa romana che lo ha rappresentato quale modello di perfezione della Cavalleria Cristiana, ha rapidamente alimentato un processo di mitizzazione. Colpito prematuramente da un morbo misterioso, prima di entrare nella leggenda, Goffredo getta le fondamenta territoriali ed istituzionali di un Regno che con alterne vicende sarebbe durato fino al 1291 con la conquista musulmana di San Giovanni d'Acri, ultima postazione crociata in Palestina.
Attila l'Unno. L'arco e la spada
Mirko Rizzotto
Libro
editore: Graphe.it
anno edizione: 2019
pagine: 200
Attila, l'uomo che fece tremare l'Impero di Roma, è una figura misteriosa, sia per le sue origini, che per la morte inaspettata. Sappiamo quello che storia e tradizione ci hanno tramandato: guerriero spietato, razziatore implacabile e strumento scelto da Dio per punire gli uomini dai loro peccati. Tuttavia non conosciamo la vera natura del condottiero, né gli eventi che lo hanno posto alla testa delle orde unne che attraversano l'Europa gettando numerosi popoli nel terrore più assoluto. Come sconosciute sono le ragioni che permettono al generale romano Ezio di opporsi alla sua avanzata e di riuscire persino a sconfiggerlo nella furiosa battaglia dei Campi Catalaunici. Ripercorrendo quanto gli scrittori antichi hanno lasciato su di lui, Mirko Rizzotto analizza le vicende del Flagello di Dio, cercando di comprenderne i segreti delle tattiche militari e delle manovre politiche che tanto misero in crisi l'Impero romano già in evidente declino.