Il Saggiatore: La cultura
Italiani a Roma. Cronache della capitale tra il 1870 e il 1900
Stefano Tomassini
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 456
Il 20 settembre 1870 è appena passato. Roma è stata eletta capitale del Regno d'Italia, lo Stato Pontificio non esiste più, il potere temporale dei papi è un ricordo, anche se molto vivo. La città eterna si appresta a scrivere un nuovo, rocambolesco capitolo della sua storia. È un periodo di cambiamento che suscita speranze e illusioni, ma anche paure e rifiuti. Cavour, Azeglio e altri grandi attori del Risorgimento sono già scomparsi, seguiti, nel giro di pochi anni, da Mazzini, Vittorio Emanuele II, Pio IX. Garibaldi è l'ultimo ad andarsene. Insieme agli interrogativi sul rinnovamento della città compaiono i primi segni caratteristici della nuova Italia. Nell'urbe - tra misteri insoluti, omicidi, suicidi, rovesci di fortuna, proteste politiche e sociali, complotti, duelli, tresche e processi - prendono forma le vicende di personaggi molto eterogenei come Raffaele Sonzogno e Giuseppe Luciani, Agostino Depretis e Francesco Coccapieller, Francesco Crispi e Giovanni Giolitti, Costanzo Chauvet e Felice Cavallotti; ma anche questioni spinose come l'esplosione della febbre edilizia e il suo tracollo, cui fa seguito il formidabile scandalo della Banca Romana. Roma, caput mundi, disordinata, entusiasta, impreparata, sorprendente, trasformista, è già diventata cuore e specchio della psicologia di una nazione. In Italiani a Roma, quarto volume dedicato alla sua città, Stefano Tomassini dopo 150 anni rilegge gli articoli dei quotidiani dell'epoca, gli atti giudiziari, i discorsi parlamentari e le memorie dei protagonisti per restituirci le cronache degli anni successivi all'Unità d'Italia. Con il suo ritmo denso e la sua prosa evocativa, Tomassini fa luce su questa importante e poco conosciuta fase di passaggio nella vita di Roma, dei suoi abitanti, dell'Italia tutta, confermandosi uno dei narratori di storia più efficaci del panorama nazionale.
Aldilà
Andrea Morstabilini
Libro: Copertina rigida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 336
In una pianura immobile e silenziosa, attraversata da un lento fiume, sorge una casa inquietante e solitaria: la villa che uno scrittore ha scelto come suo ritiro, come luogo per isolarsi dal mondo e scrivere un romanzo dell'orrore. Presto, lo scrittore scopre di non essere solo in quella casa, abitata da presenze, ombre e fantasmi e circondata da una misteriosa foresta che, forse, è anche un cimitero. Ma gli spiriti che popolano Aldilà non sono solo quelli, inquieti, dei morti, bensì anche i fantasmi della grande letteratura dell'orrore: le ombre di H.P. Lovecraft, Edgar Allan Poe e Robert Louis Stevenson infestano un romanzo che è danza macabra e tributo ai maestri, seduta spiritica e riflessione sul potere della letteratura, la sua capacità di esorcizzare i demoni e l'orrore che abita le vite di ognuno di noi.
Niente è impossibile. Viaggiare nel tempo, camminare nei buchi neri e altre sfide scientifiche
Cosimo Bambi
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 192
Viaggiare nel tempo esplorando altre epoche, visitare nuovi mondi e incontrare civiltà aliene, superare la velocità della luce e vedere il tempo scorrere in modo diverso. Siamo abituati a considerare queste imprese pura fantascienza. Ma se non fosse così? Se la fisica non solo fosse in grado di spiegarle ma potesse, nel prossimo futuro, renderle possibili? Cose che e a bocca aperta per lo stupore abbiamo ammirato in Ritorno al futuro, in Star Trek o nei fumetti Marvel potrebbero essere realtà: Cosimo Bambi, fisico e ricercatore, ci spiega come viaggeremo nel tempo, come cammineremo nei buchi neri e come supereremo la quarta dimensione. Partendo dalla cultura pop e arrivando alla relatività generale, scopriamo perché non dobbiamo smettere di sognare l'impossibile: potrebbe essere più vicino di quanto pensiamo.
La società della fiducia. Da Platone a WhatsApp
Antonio Sgobba
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 264
Posso fidarmi di te? Quante volte lo avete detto nel corso della vostra vita, in amicizia, in amore, sul lavoro, prima di una confessione imbarazzante. In realtà, avete posto questa domanda in molte più occasioni, e continuate a farlo, senza nemmeno rendervene conto: ogni volta che leggete una notizia, che il medico vi prescrive una terapia, che un istruttore vi corregge la postura, addirittura mentre attraversate la strada; lo avete fatto quando siete rimasti a casa per mesi senza vedere nessuno perché ve lo aveva chiesto un governante alla tv e quando poi siete usciti perché vi hanno detto che potevate farlo senza pericolo. È così: la fiducia regola l'intera vostra esistenza. Eppure da qualche tempo la situazione non vi pare più quella di prima: i giornalisti vi sembrano tutti pennivendoli, i politici incompetenti, gli scienziati truffatori al soldo delle multinazionali; internet vi grida ogni minuto che nulla è come appare, esperti si azzuffano quotidianamente sostenendo l'uno l'opposto dell'altro, le massime cariche istituzionali condividono sui social una bufala dopo l'altra. Come fate a fidarvi ancora, e di chi poi? Ma, soprattutto, come siamo arrivati a questo onnipresente, confuso scetticismo, e che futuro può attenderci date queste premesse? Antonio Sgobba ricostruisce la storia della fiducia, ribaltando luoghi comuni e offrendoci punti di vista inediti da cui guardarci attorno: dalla peste nell'Atene di Socrate, con l'ardua scelta del saggio a cui affidarsi, alle epidemie del presente, in cui «bolle» di riferimento e «camere dell'eco» aiutano i virus a prosperare; dalle notizie inventate nella Francia ottocentesca alla postverità nell'era di Facebook e WhatsApp; dalle riflessioni di Platone sull'esperienza diretta a quelle di David Foster Wallace sul rapporto tra autorità e linguaggio. "La società della fiducia" è un viaggio alla scoperta della nostra inesauribile diffidenza, e dei modi che abbiamo trovato per continuare a credere gli uni negli altri. Perché, come abbiamo capito tanto tempo fa, se vogliamo restare uniti dubitare è bene, ma fidarsi è meglio. Molto, molto meglio.
Cosa pensavi di fare? Romanzo a bivi per umanisti sul lastrico
Carlo Mazza Galanti
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 160
Hai diciannove anni, il liceo appena concluso, il futuro davanti: ti iscriverai a Filosofia e continuerai ad alimentare le tue malinconie giovanili, o tenterai qualcosa di più «serio» e dal lavoro sicuro come Medicina? E fra qualche anno, quando ti offriranno un contratto di ricerca all'estero, partirai a cuor leggero lasciandoti alle spalle l'adolescenza e una storia d'amore? Già, l'amore: chissà poi se la relazione monogama nella quale ti trovi è un destino ineludibile; non sarebbe più interessante la strada della coppia aperta, o addirittura il brivido selvaggio della solitudine? Da single sarà senz'altro più semplice esplorare i meandri della tua anima, capire se sei deluso dalla grettezza del mondo occidentale o se sei pronto per abbracciare in toto i rasserenanti contorni del capitalismo globalizzato; se desideri isolarti nell'autarchia di una vita in campagna o intraprendere un cammino sulla via della spiritualità. "Cosa pensavi di fare?" è il librogame che ti sottoporrà ai bivi esistenziali di chi ha avuto la sventura di essere giovane negli ultimi vent'anni: un romanzo che racconta l'incertezza dietro ogni scelta nell'era del precariato, fra amore, lavoro e travagli interiori. Dipanando una dopo l'altra le opzioni possibili, i passaggi obbligati, le decisioni sofferte, le scoperte cruciali, Carlo Mazza Galanti ci offre la possibilità di muoverci avanti e indietro lungo la grande storia collettiva di questi decenni: i turbolenti anni scolastici, l'impegno politico, le nuove forme del sentimento e della vita sociale, le improbabili reinvenzioni lavorative, la fine degli ideali. Un giardino dei sentieri che si dividono, percorrendo e ripercorrendo i quali è possibile ricostruire l'immagine sfuggente di una generazione stretta in un'eterna, ansiogena insicurezza.
Storia del tempo. Misurare il tempo da Zenone alla fisica quantistica
Joseph Mazur
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 288
Cos'è il tempo? Questa domanda ha affascinato filosofi, matematici e scienziati per migliaia di anni, ma sembra non poter trovare risposta. Perché il tempo sembra accelerare con l'età? Qual è la sua connessione con i cicli della memoria? A fornire ognuna di queste risposte ci prova Joseph Mazur: partendo da Zenone per arrivare alla fisica quantistica, ci aiuta a capire come il rapporto tra uomo e tempo si è evoluto nel corso della storia. La tesi di Mazur è molto semplice: il tempo vive dentro di noi. Le nostre cellule sono dotate di consapevolezza temporale, e così un viaggio sullo Space Shuttle può sembrare più breve di un viaggio di sei ore in treno. Quello di Mazur è un viaggio divertente e pieno di intuizioni su come cambiano le nostre percezioni, compreso lo scorrere del tempo.
Non nascondermi la tua pazzia. Conversazioni
William Burroughs, Allen Ginsberg
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 320
Le conversazioni tra William Burroughs e Allen Ginsberg. Un'incursione inedita nella vita di due colossi della letteratura mondiale, di due apostoli della controcultura, di due dei più grandi geni che l'America abbia partorito.
Le vie del latte. Dalla Padania alla steppa
Piero Camporesi
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 122
«Alimento vivente e vitale, il latte è linfa preziosa della pianta uomo, variante metaforica del sangue, atto a nutrire sia le menti dei sapienti come Pitagora, sia a innalzare i corpi ipertrofici dei Ciclopi, grandi consumatori di latticini e formidabili bevitori di latte oltreché di vino, secondo la tradizione classica che vuole i due gloriosi liquidi armonizzarsi e completarsi in equilibrato e positivo connubio. Nei sogni "faustiani" di reintegrazione e di rinnovamento che ossessionarono l'immaginario europeo nei secoli in cui la vita era breve e l'esistenza fragile, latte e sangue acquistarono il fascino irresistibile di magici elisir di lunga vita. Per questo erano concupiti dalle streghe, vecchie megere dalle nere mammelle rinsecchite e vizze che, nocturno tempore, si calavano dai camini per succhiare latte e sangue. Maliarde, stregoni, seguaci di Satana, sacerdoti di una liturgia blasfema, membri di una antichiesa capovolta e rovesciata, agenti segreti al servizio d'un potere mostruoso, di un ordine contro natura, possedevano l'innaturale potere di mungere latte sia da animali di sesso maschile sia da uomini e bambini o di colmare di latte seni e petti virili. Nell'inafferrabile elemento, ricco di germi, fermentante di inespresse latenze, si acquatta l'energia vitale primordiale, l'oscuro segreto dell'esistenza, della generazione, della fertilità, l'umido lievito che presiede ai meccanismi della nascita, della crescita, della rigenerazione.» Prefazione di Allan Bay.
Amore e curiosità. Scritti, frammenti e interviste sulla musica
Bruno Maderna
Libro: Libro rilegato
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 456
Spirito avventuroso ed irrequieto, il compositore Maderna è stato un artista a tutto tondo, andando sempre alla ricerca di sperimentazione e nuove strade espressive. Non cessò mai di indagare nuove tecniche compositive, passando dal neoclassicismo dei lavori giovanili allo strutturalismo. Così come fu tra i primi ad indagare le possibilità offerte dall’alea e fu precursore dell’impiego dei mezzi musicali elettronici. Cosa lo muoveva? Due grandi fonti di energia, l’amore per la musica e una grande, irrefrenabile curiosità, quella dei visionari. In questo libro che raccoglie i suoi scritti musicali, i due grandi poli emotivi che hanno guidato tutta la sua carriera emergono al meglio, tracciando la più appagante biografia artistica di uno dei migliori compositori italiani del Novecento.
Vita quotidiana degli egizi
Franco Cimmino
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 328
Quella dell'antico Egitto è una delle civiltà più enigmatiche e affascinanti della storia. La sua terra era arida, circondata da deserti sconfinati, infuocata da un sole implacabile, eppure straordinariamente fertile, grazie alla presenza del Nilo. Sulle sponde di questo fiume maestoso gli Egizi hanno prosperato ininterrottamente per tremila anni, dando vita a una cultura e a una società complesse, a una macchina statale avanzata e a divinità con corpo umano e testa d'animale da temere e da venerare, come gli inaccessibili faraoni. Il soprannaturale dominava la vita quotidiana, una disciplina rigorosa coesisteva con la magia e accuratissimi riti funebri. Ma, a dispetto delle nostre conoscenze, sono molti i dettagli che ancora oggi ignoriamo: come viveva l'uomo comune? Che cosa mangiava? Quali erano i suoi problemi? In che modo trascorreva il tempo libero? Qual era la sua concezione dell'amore? A queste e a molte altre domande prova a dare risposta l'egittologo Franco Cimmino ricostruendo la quotidianità degli antichi Egizi. Un'indagine accurata, libera da pregiudizi e luoghi comuni, in cui prende forma viva e nitida un mondo stupefacente: dal primo caso di sciopero storicamente documentato al ruolo sociale - piuttosto indipendente - delle donne, dalle peculiarità dei mestieri più disparati alle idee sul sesso, dalle opere di canalizzazione alle acconciature, dal rapporto con la morte alla passione per la birra, il vino e i banchetti, fino ad arrivare alla chirurgia e a giochi da tavolo simili a quelli dei nostri giorni. Vita quotidiana degli Egizi è un meraviglioso tuffo nel passato, che va oltre la storia conosciuta, si avventura su sentieri impervi e accidentati che donano scorci limpidi e inattesi: le risposte e le curiosità che avremmo sempre voluto soddisfare sulla civiltà più conturbante di ogni epoca.
Le parole
Jean-Paul Sartre
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 192
Cresciuto in una famiglia borghese che tra i suoi membri vantava intellettuali, professori e pastori luterani, figlio unico adorato e coccolato, molto presto Jean-Paul Sartre, nella grande biblioteca di casa, scoprì la letteratura. Ripercorrendo la sua infanzia e giocando con la memoria, Sartre ci parla delle prime letture, dei suoi quaderni di racconti, dei trionfi infantili e di quelli dell’adolescenza, facendoci ritrovare nella sua storia la storia di un’epoca. Ricorda quando nello studio del nonno materno, steso su un tappeto, intraprendeva meravigliosi viaggi attraverso i libri, alla scoperta di cieli costellati di parole incomprensibili che gli resistevano come fossero scrigni colmi di segreti. Parole ricche, da soppesare, di cui bisognava decidere il senso. Ma anche parole profetiche, salvifiche, che davano forma al mondo e che, rimbombo dopo rimbombo, scalfittura dopo scalfittura, hanno originato l’universo teorico e letterario di Sartre, il cosmo che tanta parte del nostro immaginario novecentesco ha plasmato. È stato così che Sartre ha preso a scrivere, a partire da quelle parole, perché le riteneva sublimazione della realtà: parole con cui al tempo stesso afferrare e creare le cose, catturarle vive nella trappola delle frasi e restituirle al senso che altrimenti non avrebbero avuto. Scrivere era il tentativo di nominare e realizzare l’indicibile nulla, di ancorare il mondo ai sogni, di strappare la vita al caso. “Le parole” è un capolavoro di autoanalisi, il testamento di un genio perseverante, l’interpretazione retrospettiva del proprio passato, il tempo ritrovato dell’infanzia nell’autoritratto della maturità. Non il racconto di un’infanzia straordinaria, ma la straordinaria fantasia sull’infanzia di un uomo che lavorava sulle parole fino a quando queste non riflettevano esattamente i suoi pensieri. A testimoniare che la vita stessa è un ultimo atto di creazione, Sartre ritrova le motivazioni che l’hanno portato a diventare scrittore e, insieme, il significato profondo della letteratura.
L'uomo che sapeva fare miracoli
Daniil I. Charms
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 160
Un uomo esce di casa per fare compere e lungo la strada un mattone gli cade sulla testa. Poi un altro. E un altro. E un altro ancora finché l'uomo dimentica ciò che doveva acquistare, il luogo da cui veniva, il suo nome; la sua identità. Questa è una storia. E poi c'è la storia della coda al negozio in cui alla cassa, un fungo in mano e una sigaretta in bocca, sta una cassiera morta; ma la folla si dirada non appena si viene a sapere che nella via accanto piovono vecchie. E poi ci sono storie di cani e gatti che volano, di granchi che brandiscono asce, di cornacchie con cinque zampe. Di fate condiscendenti, bottegaie piacenti, passeggeri di un tram filosofeggianti. Dagherrotipi che immortalano una realtà senza equilibri, dal cuore selvaggio, i folgoranti racconti di Daniil Charms - graziati da una levità fanciullesca, eppure foscamente minacciosi - espandono le imperfezioni di un mondo che non può, né deve, essere ricondotto a un ordinamento logico, o anche solo a una comoda levigatezza. Ecco allora scoppi di violenza, scene affastellate di oggetti bizzarri, gesti ossessivi che tradiscono l'inesauribile tensione fra l'anelito dell'uomo a trovare un senso all'esistenza e l'impossibilità di ignorare l'assurdità del vivere. Fra gli esiti più alti e amaramente umoristici della letteratura russa, gli scritti di Charms - a lungo osteggiati in patria a causa del contenuto antirazionalistico e della raffigurazione tutt'altro che edificante del regime sovietico - rappresentano una delle esperienze letterarie più straordinarie del Novecento.