Mondadori: Scrittori greci e latini
La purità del cuore e altri scritti
Camilla Battista da Varano
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 368
Camilla Battista da Varano, beata dal 1843 e santa dal 2010, è stata un personaggio unico nel panorama italiano della seconda metà del Quattrocento: figlia di aristocratici, educata agli studi umanistici, diviene poi clarissa e mistica. E altrettanto unica è l'unione di umanesimo e misticismo. Leggere il De puritate cordis in un latino che potrebbe essere quello di Marsilio Ficino è già un'esperienza del tutto fuori del comune. Quando poi si trovano in esso due Prologhi diversi - il primo tutto improntato alla Scrittura sin dalla citazione iniziale di Matteo, Chiedete e vi sarà dato; il secondo invece concentrato sulla descrizione in breve delle «tre cose che [le] sembrano utilissime e opportune all'anima che desidera arrivare ai santi baci del suo serenissimo celeste sposo. La prima è la purità di mente, la seconda è senza dubbio l'amorosa crocifissione, la terza e ultima è la volontaria offerta di noi stessi» - il lettore si lascia decisamente prendere dal dolce stile dell'autrice. Nessuna anima vivente, Battista aggiunge, potrà mai vedere il Signore senza prima avere acquisito purità di mente - una triplice purità, verso Dio, verso il prossimo, verso sé stessi. Nel solco tracciato da Bonaventura di Bagnoregio e Tommaso d'Aquino Battista inserisce l'eredità diretta di Francesco e Chiara d'Assisi. La sua voce si leva alta, semplice e fresca come se non uscisse da una mente piena di cultura. Frasi e immagini commoventi e memorabili la pervadono, come quando parla della crocifissione con l'alito del Cantico dei Cantici: «"Questo dolore è insopportabile, questa pena è inesprimibile. O crocifissione dolorosa, chi vorrebbe spiegare il tuo tormento? Perciò vi scongiuro, amanti di Dio, ditegli che languisco d'amore e che sto male." E questi le rispondono: "Che ha il tuo diletto di diverso da un altro, o tu, la più bella fra le donne? O bellissima e ornata, o soavissima e splendida, non solo tra le donne e le anime devote, ma bellissima siedi tra i santi e tra i cori degli angeli"». Al "De puritate" questo volume aggiunge non solo la Lettera a Giovanni da Fano, ma anche gli scritti in volgare di Battista, fra cui l'importantissima Vita spirituale, le Istruzioni al discepolo, i bellissimi Ricordi di Gesù. È in conclusione l'opera omnia di Camilla Battista da Varano.
Martiri di Roma. Volume Vol. 1
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 544
I martiri di Roma sono quelli sul cui sangue è stata edificata la Chiesa: ricordati nel Canone romano della messa nonché in tante delle antiche basiliche ancora esistenti nella città. I tre volumi dedicati da Michael Lapidge a questi santi, taluni celeberrimi, contengono quaranta 'passiones' latine di donne e uomini martirizzati nei primissimi secoli, sino alla «Pace della Chiesa» del 312-313 e dopo. Questo primo volume ci presenta Felicita; Anastasia e Crisogono; Sebastiano; Cecilia; Papa Clemente; Sisto, Lorenzo e Ippolito; Papa Cornelio; Nereo e Achilleo. «Martire» vuol dire «testimone», e tutti i protagonisti dei tre volumi hanno presumibilmente dato testimonianza della loro fede sino alla morte. Poiché le 'passiones' sono state composte molto tempo dopo gli eventi che raccontano, la loro veridicità storica è tuttavia assai relativa. Nell'oscurità che l'avvolge, questa prima narrativa agiografica ci fa comunque intravedere squarci della vita e della società romane, di come il cristianesimo dei primi secoli si stesse diffondendo all'interno delle varie classi sociali, del modo in cui venivano condotti i processi e delle torture che essi comportavano, ma rivela anche la spesso commovente testimonianza di fede che l'ha originariamente dettata.
Etiopiche. Volume Vol. 2
Eliodoro
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 656
Le Etiopiche sono l'ultimo dei cinque romanzi greci d'amore e di avventura a noi pervenuti nella loro interezza. Narrano l'amore contrastato di Teagene e Calliclea, due giovani di straordinaria bellezza e ammirevoli virtù, le cui vicende avventurose si dipanano tra l'Egitto, la Grecia e l'Etiopia. Alla fine di una movimentata sequenza di rapimenti, battaglie, intrighi, assedi, oracoli e riconoscimenti, cui si intrecciano i racconti dei personaggi incontrati dai due protagonisti, il lieto fine è assicurato dalla loro consacrazione al sacerdozio di Helios e di Selene e dal tanto agognato matrimonio.
Presocratici. Volume Vol. 1
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2023
pagine: 728
Un brivido di fascinazione e di aspettativa, e insieme di enigma e di mistero, colpisce chiunque in Occidente abbia qualche dimestichezza col pensiero e con la Grecia arcaica appena sente nominare i Presocratici. I fondatori della filosofia! Gli iniziatori della scienza! I primi che hanno dato voce a quella meraviglia che, secondo Platone e Aristotele, determina l'«amore della sapienza»! Chi ancora la pensasse così, rimarrà perplesso davanti a questo volume, il primo di tre, che la Fondazione Valla dedica ai «sentieri di sapienza» nella Ionia, nella Magna Grecia e nell'Atene antiche. In compenso, proverà sorprese formidabili nel veder rivoluzionati paradigmi storico-interpretativi resistenti da secoli, se non da millenni, e nel sentir parlare di 'polymatheis', di 'philosophoi', di 'rhapsodoi', di influenze orientali e dell'Avesta – insomma nell'assistere a una nuova sistemazione dei tanti «sentieri di sapienza» che siamo abituati a considerare «presocratica». Con una attenzione straordinaria ai contesti nei quali tale sapienza ha preso forma, Laura Gemelli si pone domande fondamentali: ad esempio se esista «un punto preciso nella storia della Grecia arcaica in cui si possa fissare un'origine della filosofia». Oppure contesta la distinzione consacrata da tempi remoti tra 'mythos' e 'logos', colloca i protagonisti all'interno delle vicende politiche dell'Asia Minore, ne rivisita i rapporti con Omero ed Esiodo. E allo stesso tempo, con puntualità filologico-critica, ci presenta i personaggi e le opere che ci aspettiamo quando prendiamo in mano un volume intitolato Presocratici. Eccoli qua, i magnifici campioni di questo primo tomo: Talete, Anassimandro, Anassimene, Pitagora (e i pitagorici antichi), Senofane, Eraclito: ciascuno preceduto da un'introduzione essenziale e profonda, ciascuno tradotto con freschezza, ciascuno commentato con cura. I Milesii e la loro particolare ottica di esplorazione della natura e del cosmo; Pitagora e il suo carisma in cui si inquadra anche l'attenzione al numero; Senofane che critica, da concorrente dei rapsodi, le divinità omeriche; Eraclito l'«oscuro», infine, che per primo proclama: «Ho ricercato/interrogato me stesso». Non è, questa, la semplice versione italiana di una precedente edizione tedesca: è un libro nuovo, molto più ampio, una vera e propria editio maior, che la Fondazione Valla presenta con orgoglio.
Metamorfosi. Testo latino a fronte. Volume Vol. 2
Apuleio
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2023
pagine: 552
Lucio, il giovane insaziabilmente curioso, è stato trasformato in asino. Durante una rapina viene portato via da una banda di briganti e usato come bestia da soma. Ora è nel loro covo, una spelonca che si apre lungo i fianchi ripidi e scoscesi di una montagna aspra e altissima. Nella grotta, i delinquenti fanno baldoria, raccontandosi le proprie imprese. Hanno rapito una bella ragazza, di una famiglia importante e facoltosa, e si aspettano di ricavarne un grosso riscatto. La fanciulla, Carite, piange a dirotto. Allora la vecchia che fa da governante ai banditi prende a consolarla, dicendole che la distrarrà «con un racconto piacevole, una storia della nonna». E attacca: «C'erano in una città un re e una regina. Avevano tre figlie bellissime; le due maggiori però, per quanto incantevoli, tutti ritenevano che si potessero onorare appropriatamente con elogi a misura d'uomo, mentre la bellezza della più giovane era così prodigiosa e sbalorditiva che non era possibile descriverla né esaltarla a sufficienza: la lingua degli uomini non possiede le parole adatte». Siamo all'inizio del capitolo 28 del libro IV delle "Metamorfosi" di Apuleio, e quella che si apre così è la più famosa e la più lunga delle digressioni narrative all'interno del romanzo, quella di Amore e Psiche: la loro storia è all'origine di tante fiabe moderne, per esempio "La Bella e la Bestia". Terminerà soltanto al capitolo 25 del libro VI dell'opera, destando nel lettore i sentimenti più contrastanti: incanto e stupore davanti a una vicenda di cui sembra protagonista indiscusso l'eros, ma anche perplessità, dubbi, persino disappunto. Perché Psiche in greco vuol dire «anima», e quindi Apuleio avrà forse voluto suggerire una qualche dimensione morale, o magari filosofica, perfino teologica. Le interpretazioni, in quasi duemila anni, si sono moltiplicate svariate dozzine di volte, e persino all'interno di questa stessa edizione vi sono alcune divergenze tra quella dell'Introduzione generale (nel volume I) e quella del volume presente. Psiche, ci dice la storia, pare più bella di Venere. E si sa, le dee dell'Olimpo sono gelose, soprattutto riguardo alla bellezza. L'«anima» pagherà cara la propria beltà, e anche la sua curiosità. Lasciamo a chi legge di farsi irretire dall'una e dall'altra, e di scoprire, alla fine, l'intrico, magari formulando una nuova, inedita interpretazione.
Consolazione della filosofia
Severino Boezio
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2023
pagine: 464
La "Consolazione della Filosofia "è l'ultima grande opera che, ormai alla fine, l'antichità affida alle civiltà che la seguono. Il suo successo è clamoroso, con traduzioni e commenti in tutta Europa. Esso è dovuto a una serie di fattori: la situazione drammatica del dialogo tra Filosofia e Boezio, che si trova in prigione in attesa di essere giustiziato; l'affascinante alternarsi di prosa e versi, di ragionamento serrato e di canto; il platonismo spiccato venato di aristotelismo; il sottofondo cristiano. Filosofia appare a Boezio in una vera e propria epifania, ma subito mostra una forte personalità drammatica: irritabile, pronta al rimprovero, ma anche protettiva e consolante, ella si fa portavoce di una sapienza tutta umana, erede forse di Parmenide, certo di Platone, Plotino, Proclo e dei libri sapienziali della Bibbia. Il fascino di Boezio è dovuto anche ai temi che la "Consolazione" discute, in particolare quelli più urgenti per un uomo in attesa della morte: la fortuna, che viene addirittura personificata; il destino; la provvidenza divina; la felicità dell'uomo; l'importanza della virtù; l'abbandono delle aspirazioni puramente umane alla ricchezza e alla gloria. Tutto è discusso con esemplare profondità di pensiero, ma in termini comprensibili a ognuno; tutto viene immerso in una prospettiva cosmica, nella quale le cose sono viste alla luce dell'eterno e del perpetuo, dell'universale che tocca ciascun individuo – come nel famoso carme IX del libro III, l'inno di intonazione platonica, «quasi un'epitome del Timeo », che invoca il fondatore del mondo e la sua opera di perfezione, armonia, e bellezza: «Tu che il mondo governi con perpetua ragione, / che hai piantato il cielo e la terra, che al tempo / comandi dal perenne di muovere, che fisso / restando a tutto dai moto … tu, bellissimo, il mondo bello / nella mente portando a tua immagine formi / e ordini alle parti sue perfette di farlo perfetto». L'edizione Valla si avvale di un testo appositamente creato, di traduzioni di grande spessore, e di un commento della qualità alla quale Peter Dronke ha abituato i suoi lettori.
Etiopiche. Volume Vol. 1
Eliodoro
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2023
pagine: 600
«Il giorno cominciava appena a sorridere e il sole illuminava le creste dei monti, quando degli uomini armati da briganti sbucarono da una delle colline che dominano le foci del Nilo.» È la frase con la quale le Etiopiche iniziano, per colpire subito i lettori con lo stupore del romanzesco. I briganti, prosegue il racconto, guardano verso la costa più vicina: c'è un'imbarcazione vuota di equipaggio ma intatta, perfettamente piena di tutto il suo carico. Sulla riva, un ammasso di corpi trucidati da poco, segno evidente di una battaglia. Ci sono i vinti, a terra, uno «spettacolo» che «la divinità» ha allestito «con mille volti», un «dramma» rappresentato proprio per i briganti. Ma non ci sono i vincitori. Invece, quando la banda si avvicina, ecco una fanciulla di bellezza indescrivibile seduta su una roccia, ai suoi piedi un giovane sfigurato dalle ferite. Sono, ancora senza nome, Cariclea e Teagene, i due protagonisti delle Etiopiche. Cominciano qui le infinite avventure della loro vicenda. Li ritroveremo, poco prima della fine, sul punto di essere sacrificati a celebrazione della vittoria di Idaspe, re d'Etiopia, sui Persiani, quando Cariclea, rivolta all'amato, parlerà di una «trama», la loro, «i cui inizi sono stati complicati dalla divinità» e che non può avere scioglimento se non dopo numerose «peripezie». Poco dopo, quando tutto sembra precipitare, hanno luogo i riconoscimenti che risolvono i nodi della storia. Un romanzo, dunque: l'ultimo che ci venga dall'antichità. Sin dall'inizio esso è anche spettacolo e dramma; retto dalla suspense, si presenterà di volta in volta come tragedia o come commedia. Soprattutto, una narrazione improntata all' Odissea (e a un certo punto Odisseo vi compare di persona, benché in veste di spettro), la quale dà forma alla sua stessa struttura narrativa. Un romanzo dalla scrittura «inventiva, immaginifica, "barocca"»: d'amore, sì, ma dominato dall'ideale della castità, e certo dal forte valore religioso. Fortunatissimo, anche, dal Rinascimento al Settecento, quando a esso si rifanno per esempio Cervantes, Sidney, Shakespeare, Calderón e Racine. L'edizione Valla, corredata di una bellissima introduzione, di una traduzione vivace e di un commento di grande puntualità, è la prima apparsa nel mondo negli ultimi ottant'anni.
Rimedi contro l'amore
P. Nasone Ovidio
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2022
pagine: 520
Amore legge il titolo del nuovo libro di Ovidio, "Rimedi contro l'amore", e subito protesta: «Vedo che mi si muove guerra», dice. Ma l'autore replica con fermezza: no, non puoi accusare me, che sono il tuo poeta, che «tante volte ho portato le insegne sotto il tuo comando». Io, sostiene con lampeggiante allusione all'Iliade , non sono Diomede, «da cui fu ferita tua madre», Venere: «io ho amato sempre, / e se mi chiedi cosa faccio, anche ora amo». Si aprono così i Rimedi contro l'amore di uno che è il poeta dell'Arte di amare e degli Amori, e che l'amore ha cantato in tutti i modi, dall'epico all'elegiaco, dal tragico all'estatico. Anche quando dà consigli contro l'amore, Ovidio dice di Amore: come un Cherubino mozartiano avanti lettera, parla d'amor vegliando, parla d'amor sognando, parla all'acqua, all'ombra, ai monti, e se non ha chi l'oda, parla d'amor con sé. Ovidio aveva insegnato «con quale arte ci si può procurare / l'amore»: «la nuova Musa», proclama, «non disfa l'opera antica». «Imparate a guarire da chi vi ha insegnato ad amare», scrive: «una sola mano vi darà la ferita e il rimedio.» I Rimedi ribaltano infatti in più occasioni i consigli offerti dall'Arte di amare , mentre Ovidio si presenta come l'erede romano di scrittori ellenistici di poemi curativi quali Nicandro; ma è anche nella scia di Lucrezio, che nel libro IV del de rerum natura spiega come evitare i lacci d'amore, e di Cicerone, «che nel quarto libro delle Tusculanae tratta il desiderio come una malattia dell'anima». In realtà, non c'è verso, tra gli ottocento in cui si dipana il poemetto, che non possegga, oltre alla dimensione erotica, un accenno retorico o letterario – all'interno di una rete puramente ovidiana costituita dai Medicamina, dalle Metamorfosi e dalle Eroidi, ma anche verso l'esterno, per esempio con allusioni alle Elegie di Properzio. Il libello, spesso trascurato o sminuito dalla critica, si rivela invece capitale, e l'introduzione e il commento di Victoria Rimell, nonché la bella traduzione di Guido Paduano, gli rendono finalmente giustizia. Perché i Rimedi «costituiscono uno snodo fondamentale nello sviluppo dell'idea ovidiana che la poesia ha la capacità di influenzare e cambiare il mondo, simbolicamente e letteralmente».
Timeo
Platone
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2022
pagine: 728
«Uno, due, tre»: il Timeo si apre semplicemente con l'enumerazione dei tre invitati – Crizia, Ermocrate e Timeo – che hanno accettato la proposta di Socrate di ritrovarsi per la discussione. Il Timeo: non un'opera qualunque, ma «il dialogo di Platone che ha influito in misura più ampia e profonda sulla formazione del pensiero filosofico e scientifico occidentale», l'unico conosciuto, anche se non nella sua totalità, nel Medioevo, grazie alla traduzione latina di Calcidio. Un testo, perciò, decisivo per il modo stesso in cui abbiamo immaginato il cosmo, la sua genesi, la sua struttura. Il Timeo è sapientemente orchestrato: nel prologo domina su tutte l'immagine di Atlantide, la superpotenza al di là delle Colonne d'Ercole fiorita secondo Platone diecimila anni fa e poi sprofondata nell'oceano in un solo giorno e in una sola notte. Dall'immane catastrofe sembra emergere la grandiosa partitura del dialogo quale l'annuncia Crizia: a Timeo il compito di esporre la generazione dell'universo e giungere sino alla natura dell'uomo; a lui, Crizia, quello di rendere gli uomini, «secondo il discorso e la legge di Solone, cittadini di questa città». È in queste sezioni che le idee più celebri del Timeo sono dispiegate: il demiurgo, l'anima del mondo, il vivente intelligibile, i triangoli. Nasce qui la perenne fascinazione dei discorsi «verosimili» di Platone: «egli», dice Timeo dell'artefice, «costruiva l'universo nel suo insieme, al fine di realizzare un'opera che fosse, secondo natura, quanto più bella e buona». Tutti i principî fondamentali del pensiero di Platone sono toccati in quest'opera, che dopo il prologo abbandona la forma conversazionale del dialogo per muovere verso la trattazione monologica. Il Timeo è una vera e propria summa nella quale convergono «l'ontologia, la teologia, la cosmogonia, la fisica, la cosmologia, l'etica, l'antropologia e la psicologia, arricchite dall'innesto di un articolato insieme di saperi specialistici, che vanno dall'astronomia alla medicina, dalla biologia all'ottica e alla teoria musicale». La Fondazione Valla è lieta e orgogliosa di presentare finalmente il Timeo in edizione critica, e con un'introduzione e un commento ricchi e del tutto originali, quali questo testo supremo merita.
Elegie. Volume Vol. 2
Sesto Properzio
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2022
pagine: 488
La fama delle Elegie di Properzio è legata all'immagine della loro destinataria, Cinzia, la donna dell'autore, che viene disegnata nei primi due libri: indifferente, «implacabile nel costringere lo spasimante a un duro seruitium », amante esagerata di trucchi e belletti, volubile e incostante, «insensibile nei confronti del poeta persino nei momenti di suo grave pericolo», pronta ad abbandonarlo per un nuovo, magari ricco, corteggiatore. In realtà, Cinzia è un personaggio letterario, che vive all'interno di una tradizione: «irreprensibile matrona», ma anche meretrice sfrenata, e infine docta puella che legge e giudica, «da imparziale critica letteraria», la poesia di Properzio, ed è capace di scrivere versi suoi «che rivaleggiano con quelli di Corinna». Cinzia è un tipo che il poeta trasforma in mito cangiante. Qualcosa, tuttavia, cambia negli ultimi due libri della raccolta, contenuti in questo volume. Alla fine del libro II, Properzio aveva annunciato la clamorosa rottura con Cinzia. Il libro III, quasi a segnalare la svolta, inizia con una solenne invocazione alle Muse e l'iscrizione della propria poesia alla scuola di Callimaco e di Filita. Immersi in un'aura sacrale, vediamo il poeta presentarsi ora come sacerdos e inuentor , «traduttore» in latino della tradizione greca mediante l'inserzione di «temi italici in un panorama che resta sostanzialmente ellenistico»: «Mani di Callimaco e sacri riti di Filita di Cos, / vi prego, lasciatemi entrare nel vostro boschetto! / Io per primo, sacerdote d'una fonte pura, / porto i mistici emblemi italici nelle danze greche». Basta però giungere sulla soglia del libro IV per assistere a un ulteriore cambiamento di tono e di poetica. «Canterò i riti, gli dèi, i nomi antichi dei luoghi», proclama Properzio nell'elegia che apre quel libro. Riconosciuto il magistero di Virgilio, egli muove ora verso la poesia eziologica, celebrativa dei primordi di Roma a esaltazione delle glorie augustee del presente. Così, le Elegie ampliano il loro registro, fondando un genere nuovo e una nuova poetica; diventano una silloge tutta originale di amore per una donna e di amore per Roma, le sue radici, la sua storia, la sua potenza.
Democrazia. Volume Vol. 1
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2022
pagine: 392
Una raccolta organica e complessiva delle testimonianze antiche sull’affermarsi della democrazia in Grecia mancava finora. Come afferma Donato Loscalzo, «la democrazia non è soltanto un sistema politico, è un complesso di valori che implica mentalità e prospettive, sociali e culturali, sue proprie». Ed è per questo che le testimonianze raccolte non solo spaziano nel tempo, ma abbracciano tutti i generi letterari, essendo la democrazia «fenomeno culturale oltre che politico». La democrazia, e la discussione attorno ad essa, è dunque il fil rouge che attraversa nella sua totalità il mondo greco. I testi sono accorpati intorno ai nuclei tematici portanti indagati nell’agile ma esauriente commento.
Elegie. Volume Vol. 1
Sesto Properzio
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2021
pagine: 496
Cynthia prima suis miserum me cepit ocellis, / contactum nullis ante Cupidinibus : «Cinzia per prima con i suoi begli occhi mi ha catturato, / infelice: nessun Cupido mi aveva ancora trafitto». Iniziano così le "Elegie" di Properzio, ed è subito chiaro che in questa raccolta di poesie raffinate è la donna a conquistare: le basta, per questo, uno sguardo. Il poeta, soggetto dello scrivere, diviene oggetto dell'Amore. «Allora» continua l'"incipit" della prima elegia, «Amore ha piegato il mio sguardo sempre superbo, / mi ha posto i piedi sul capo e ha premuto, / finché mi ha insegnato, crudele, a detestare le caste fanciulle / e a condurre una vita del tutto priva di senso». Una realtà «dai valori sovvertiti» nella Roma di un Augusto dedito alla restaurazione di quelli antichi: «non solo perché è la donna a dominare sull'uomo, ma anche perché vivere la vita d'amore significa rinnegare l'impegno nella vita civile e politica che contraddistingue il "ciuis Romanus"». Non narrano una «storia» d'amore in quanto tale, le "Elegie", né dipingono un «coerente ritratto» di donna. Certo, Cinzia è dura e indifferente, «implacabile nel costringere lo spasimante a un duro "seruitium"», amante esagerata di trucchi e belletti, volubile e incostante, «insensibile nei confronti del poeta persino nei momenti di suo grave pericolo», pronta ad abbandonarlo per un nuovo, magari ricco, corteggiatore. Cinzia è in realtà un personaggio letterario, che vive all'interno di una tradizione: «irreprensibile matrona», ma anche meretrice sfrenata, e infine "docta puella" che legge e giudica, «da imparziale critica letteraria», la poesia di Properzio, ed è capace di scrivere versi suoi «che rivaleggiano con quelli di Corinna». Cinzia è un tipo che il poeta trasforma in mito cangiante. La presenza di Cinzia è ancora assai insistente nel libro II, la fine del quale anticipa la clamorosa rottura con lei. Poi, quella presenza impallidirà nel libro III, nel quale Properzio intraprende una via nuova, riconoscendo il magistero di Virgilio e muovendo poi nel successivo verso la poesia eziologica, celebrativa dei primordi di Roma a esaltazione delle glorie augustee del presente. Le "Elegie" ampliano così il loro registro, fondando un genere nuovo e una nuova poetica.

