fbevnts | Pagina 3
Vai al contenuto della pagina
Iscriviti alla newsletter

Quodlibet: Quodlibet studio. Città e paesaggio. Saggi

Pier Luigi Nervi in Africa. Evoluzione e dissoluzione dello Studio Nervi 1964-1980

Micaela Antonucci, Gabriele Neri

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2021

pagine: 261

Nelle molte storie finora scritte su Pier Luigi Nervi, uno degli ingegneri e architetti più celebri del XX secolo, l'Africa è rimasta un contesto totalmente inesplorato. Eppure, tra il 1964 e il 1980 lo Studio Nervi – diretto insieme ai figli Antonio, Mario e Vittorio – sviluppa una fitta rete di contatti in questo continente, che portano al coinvolgimento del gruppo in quasi quaranta progetti. Vi sono edifici costruiti (tra i più significativi, il Good Hope Centre a Cape Town, la sede della Banque Africaine de Développement ad Abidjan e la cappella presidenziale di Yamoussoukro), ma anche tante iniziative che, seppur rimaste sulla carta, svelano un sorprendente mosaico di relazioni con i committenti più disparati, in Sudafrica, Costa d'Avorio, Libia, Congo, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Tanzania e Algeria. Le vicende delle opere africane gettano inoltre luce sul sofferto passaggio dalla fase epica – ormai in fisiologico esaurimento – dello Studio Nervi a quella contrassegnata dall'autonomia manageriale ed espressiva dei figli, sullo sfondo di una profonda trasformazione della pratica professionale. Un passaggio che avrebbe potuto, forse, traghettare lo Studio verso nuovi orizzonti, ma che rimase un sentiero interrotto, per la prematura morte del primogenito Antonio nel 1979, sei mesi dopo il padre. Grazie a un'approfondita ricerca archivistica e a indagini sul campo, il presente volume può illustrare, per la prima volta in maniera organica, l'attività dello Studio Nervi in Africa, analizzandola attraverso diverse lenti storiografiche. Emerge così in controluce l'intreccio di rapporti professionali, politici, economici e culturali tra Italia e Africa, nel momento in cui si ridefinisce l'identità postcoloniale del grande continente. Come scrive Ana Tostoes nell'introduzione, «oggi abbiamo la consapevolezza di dover includere l'Africa tra le geografie dei nostri sforzi per raggiungere una comprensione globale della "diaspora moderna"»
24,00 22,80

Leonardo Ricci: un pensiero che si fa spazio

Emiliano Romagnoli

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2021

pagine: 118

Il volume si concentra sull'attività progettuale svolta a cavallo degli anni Sessanta e Settanta da Leonardo Ricci, una figura controversa nel panorama architettonico di quegli anni, e tuttavia molto amata da Bruno Zevi, che lo considerava il miglior architetto italiano a lui contemporaneo. Fin dalle prime opere – il Villaggio Ecumenico Evangelico di Agape presso Pinerolo (1946-1951) e quello di Monterinaldi a Firenze (1949-1962), entrambi caratterizzati da una profonda impronta di Giovanni Michelucci –, Ricci esplora nuove direzioni e percorre strade progettuali apparentemente lontane dalle proprie radici, legate alla «scuola toscana», con un unico obiettivo: la ricerca di una nuova spazialità adatta all'uomo contemporaneo. Come rimarca l'autore, per Ricci, che appunto si muoveva «nel solco michelucciano, il nuovo individuo, la sua riacquisita dimensione esistenziale, necessitava di un nuovo spazio con proprie caratteristiche, uno spazio sul quale non solo la dimensione fisica avrebbe inciso, ma anche quella percettiva e sensoriale». È in questa prospettiva che Ricci arriverà a definire il concetto di «città integrata», i cui elementi fondanti presentano molte analogie con le più avanzate proposte della cultura architettonica internazionale del tempo. Dalla realizzazione del quartiere di Sorgane a Firenze (1962-1966) fino al piano per Miami Model Cities (1968- 1971), impiegherà tutte le sue energie per dimostrare la possibilità di un'«alternativa» allo spazio tradizionale della città, perseguendo «direttrici urbanistiche» mirate a generare un processo di disarticolazione in grado di aprire, secondo la definizione di Leonardo Savioli, l'edificio al paesaggio circostante. Il volume, corredato da fotografie e disegni inediti dell'autore, porta alla luce, oltre alle affinità con visioni di più ampio respiro – come l'esistenzialismo francese e la cultura valdese, cui apparteneva –, quanto l'attività e le ricerche di Ricci rivelino tutto il fascino, le contraddizioni e le ingenuità insite nell'approccio multidisciplinare all'architettura, allora sentita come capace di incidere profondamente e attivamente nella vita della collettività.
16,00 15,20

Anticamente moderni. Palazzi rinascimentali di Lombardia in età sforzesca

Roberta Martinis

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2021

pagine: 653

Il volume prende in esame i palazzi privati nel ducato di Milano in epoca sforzesca, progettati e costruiti nel periodo dalla presa di potere di Ludovico il Moro nel 1480, fino a tutto il primo quarto del secolo successivo. Ne deriva un catalogo degli esemplari essenziali a comprendere lo sviluppo della tipologia e l'affermarsi di un modello abitativo nuovo in grado di includere, tra le sue funzioni, anche quella di rappresentare, fissandolo in una fabbrica, il ruolo sociale, politico e culturale del committente. Ai singoli palazzi, che possiamo riconoscere – secondo la celebre espressione di Pietro Aretino – come «modernamente antichi e anticamente moderni», sono dedicati ampi capitoli, che li analizzano da più prospettive e conducono a individuare una linea innovativa nell'arte lombarda, non solo attraverso esempi milanesi, ma anche con verifiche puntuali a Pavia, Piacenza, Lodi, Cremona, Crema e Vigevano, in parallelo con quanto avviene a Firenze o a Venezia, a Mantova o a Ferrara e infine, in date appena successive, a Roma. Attraverso l'analisi del generale avanzamento della cultura architettonica nel suo complesso e delle interconnessioni tra cantieri, artefici e invenzioni linguistiche, il ventaglio delle architetture considerate si amplia notevolmente e arriva a includere alcuni cruciali edifici religiosi e, successivamente, diversi palazzi romani, dove la discesa dei "lombardi" – dall'urbinate Bramante, ormai integrato nei circoli culturali milanesi, a Bramantino e Cristoforo Solari – ha aperto la strada a scambi decisivi e criticamente ineludibili. In questo modo, Roberta Martinis delinea una storia dell'architettura lombarda di quei quarant'anni che hanno cambiato per sempre il linguaggio architettonico padano, trasformando in senso moderno una prassi progettuale sospesa tra il perdurare del gusto gotico e una crescente moda antiquaria.
45,00 42,75

Robert Venturi e l'Italia. Educazione, viaggi e primi progetti 1925-1966

Rosa Sessa

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2021

pagine: 309

Gli anni giovanili sono fondamentali per la formazione di un intellettuale, perché è allora che le personalità incontrate e le esperienze vissute lasciano un’impronta indelebile. Il caso di Robert Venturi non fa eccezione: lo studio di Rosa Sessa ricostruisce, con il supporto di fotografie e fonti inedite, il percorso biografico e culturale di uno dei più significativi architetti del XX secolo, sottolineando l’importanza dei suoi maestri (Jean Labatut, Donald Drew Egbert), di alcune letture fondamentali (Henry-Russell Hitchcock, William Empson, Frank Lloyd Wright), e del dialogo con gli amici studenti (Philip Finkelpearl, William Weaver), ma soprattutto il peso formativo dei viaggi in Europa. A Filadelfia Venturi si era discostato dalla tradizione italoamericana ed era diventato un outsider multiculturale anche in questo ambito. Come nota Denise Costanzo nell’introduzione: «L’identità italiana/americana di Venturi ha sfidato gli stereotipi perché era allo stesso tempo intima e distaccata, un esempio appropriatamente “non semplice” (non-straightforward) della sua categoria teorica dell’“e-e” (both-and)». Gli anni universitari, trascorsi sotto l’egida del “Princeton System” e del metodo del close reading, si concludono con un fondamentale primo viaggio a Roma (1948) e con la tesi Context in Architectural Composition (1950). Vengono poi le determinanti esperienze professionali presso Oskar Stonorov, Eero Saarinen e soprattutto Louis Kahn, i felici anni di nuovo a Roma trascorsi presso l’American Academy (1954-1956) e i frequenti viaggi in Italia, Francia, Grecia e Germania, seguendo i suggerimenti del grande storico Richard Krautheimer e di Ernesto Nathan Rogers. Il ritorno negli Usa coincide con la realizzazione dei primi progetti, come la casa per Vanna Venturi, e con la stesura di "Complessità e contraddizioni nell’architettura" (1966). Il presente volume si chiude con una conversazione con Denise Scott Brown, collega alla Penn University nel 1960, con cui Venturi strinse un indissolubile sodalizio intellettuale, sentimentale e professionale basato anche sul comune amore per la cultura italiana.
24,00 22,80

Rigenerare la città media. Piazza dell'Olmo di Terni

Cecilia Cristofori, Alessio Patalocco

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2020

pagine: 112

Piazza dell'Olmo di Terni ha un pregio singolare: è uno di quei fortunati esempi di rigenerazione urbana che — pur realizzato in una città media dell'Italia centrale particolarmente segnata dall'identificazione con la produzione dell'acciaio, un'attività sempre più rara in Europa — è riuscito a infondere nuova vita a uno spazio, vuoto e di servizio, del centro storico della città, trasformandolo in un inedito luogo pubblico del "loisir" giovanile. Piazza dell'Olmo ha dunque rinnovato la sua funzione ospitando una "movida", che, almeno qui, ha avuto l'effetto di affrancare la notte dall'identificazione con il turno notturno dell'acciaieria. Nel volume, i due autori, diversi per genere, età, formazione e percorsi professionali — l'una sociologa urbana, l'altro architetto e progettista della piazza — avviano un serrato confronto sulla gestione dei processi di innovazione urbana in contesti marginali e una riflessione generale sul destino delle città medie europee, rinnovando l'antico e fertile connubio fra architettura e sociologia inaugurato proprio a Terni da Giancarlo De Carlo e Domenico De Masi nel quartiere Matteotti agli inizi degli anni Settanta.
16,00 15,20

Maître d'oeuvre. Scritti e conversazioni di architettura

Fernand Pouillon

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2020

pagine: 164

«Utilizzerò due termini per parlare degli architetti e di volta in volta userò il termine mestiere contrapponendolo a quello di professione. In questo testo la parola professione sarà considerata negativamente perché io credo che un architetto non sia tanto un professionista ma piuttosto una persona che esercita il mestiere, un uomo del mestiere. Non si dice che un artista è un professionista, se non per prenderlo in giro. Si dice al contrario che esercita un mestiere». Queste righe fanno parte di una lettera che Fernand Pouillon indirizza ai giovani che si apprestano ad affrontare il suo mestiere. L'architetto, per lui, non è tanto e solo l'ideatore di un progetto, quanto un maître d'oeuvre, espressione con la quale nel Medioevo si indicava il capomastro, colui che organizzava il cantiere seguendone lo svolgimento, dirigeva tutte le diverse competenze coinvolte e sceglieva i materiali, tenendo sempre presente l'orizzonte urbano. Tutto il contrario di oggi visto che l'architetto se ne sta perlopiù rintanato nel suo studio «alla stregua di un notaio». Rem Koolhaas ha manifestato di recente la sua ammirazione per l'impostazione, al contempo modernista e classicista, di Pouillon, osservando come la sua opera in Francia come in Algeria abbia la rara capacità di «fare i conti con la vita e di realizzare [...] una vera integrazione fra la città e l'architettura». Attraverso tre saggi e tre interviste, tutti finora inediti in italiano, il volume restituisce il pensiero e l'attualità della ricerca in campo teorico e costruttivo di uno dei più controversi e avventurosi architetti del Novecento, che ha scelto di porsi in totale continuità con il lascito dei due grandi Auguste dell'architettura francese, Choisy e Perret.
18,00 17,10

Urbanistica e pianificazione nella prospettiva territorialista

Urbanistica e pianificazione nella prospettiva territorialista

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2020

pagine: 187

Questo volume ricostruisce l'apporto degli urbanisti e dei pianificatori all'elaborazione di una scienza multidisciplinare del territorio, proponendo allo stesso tempo uno specifico contributo disciplinare al rinnovamento dell'urbanistica e della pianificazione. I limiti dell'urbanistica e della pianificazione di matrice funzionali-sta sono particolarmente evidenti nella scarsa qualità delle urbanizzazioni contemporanee. Affrontare i rilevanti cambiamenti ambientali, sociali ed economici che interessano i nostri territori richiede un diverso approccio, in grado di rinnovare l'intuizione olivettiana della preminenza del «principio territoriale» su quello funzionale, e di trattare i temi dell'identità, del patrimonio e del progetto di territorio come produzione collettiva. La «scuola territorialista» italiana, confluita nella Società dei Territorialisti/e, ha sviluppato questi passaggi metodologici e operativi trattando ogni luogo come esito di una relazione co-evolutiva di lunga durata fra insediamento umano e ambiente, da assumere quale base patrimoniale per il progetto. Il volume delinea le tappe di conoscenza e azione imprescindibili per poter contribuire alla costruzione di alternative ai processi negativi in atto. Questo percorso si articola in una serie di saggi il cui punto di forza risiede nella peculiarità di intervenire sul tema con una riflessione, sia teorica sia applicata, basata sull'esperienza degli autori consolidata sul campo, al Nord, al Centro e nel Sud Italia. Testi di Ilaria Agostini, Angela Barbanente, Alberto Budoni, Carlo Cellamare, Luciano De Bonis, Alberto Magnaghi, Anna Marson, Daniela Poli, Marco Prusicki, Maddalena Rossi, Claudio Saragosa, Carla Tedesco, Alberto Ziparo.
20,00

Sono geloso di questa città. Giancarlo de Carlo e Urbino

Sono geloso di questa città. Giancarlo de Carlo e Urbino

Lorenzo Mingardi

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2019

pagine: 163

Questo libro racconta l'avventura dei primi vent'anni di lavoro di Giancarlo De Carlo a Urbino, una città che è stata per lui non solo il luogo dei suoi capolavori, ma anche una compagna di vita. A partire dalla metà degli anni Cinquanta, la Giunta comunale urbinate — guidata dal sindaco Egidio Mascioli — e il rettore dell'Università, Carlo Bo, lavorano insieme all'elaborazione di un progetto di rilancio economico della città affidato interamente al potenziale culturale dell'Ateneo. A Giancarlo De Carlo è assegnato il compito di tradurre tale programma in forme architettoniche, ampliando le strutture dell'istituzione, sia all'interno sia all'esterno del tessuto storico. Forte della discussione internazionale sviluppatasi intorno ai CIAM, i suoi interventi fanno di Urbino uno dei più significativi esempi di città-campus mai progettati in Italia nel XX secolo: lo sviluppo dell'Università coincide, cioè, con la crescita della città. Attraverso documenti inediti, il libro fa emergere la figura di un architetto che non si limita a tradurre in volumi e spazi i desiderata di un committente illuminato, ma li incastona in una strenua difesa della propria idea di città, confrontandosi anche con fenomeni inediti come la contestazione studentesca — alla base del suo pamphlet del '68, La piramide rovesciata, incentrato sull'esigenza di un rinnovamento dell'architettura per una più intensa partecipazione degli studenti alle trasformazioni strutturali della società. Ma sono soprattutto le vicende relative al Piano Regolatore (1954-1964), al primo brano dei collegi universitari sul colle dei Cappuccini (1960) e alla Facoltà di Magistero (1968), quelle che ci fanno capire come De Carlo avesse acquisito in quegli anni un'autorevolezza tale da consentirgli di guidare lui stesso la trasformazione culturale della città, divenendone il principale interprete. E non tralasciava nessuna occasione per ribadirlo: «Sono geloso di questa città al punto da non poter dormire la notte se altri la guardano con speranze possessive o, peggio, se le mettono le mani addosso senza capire la sua natura».
19,00

Modernità resiliente. Esperienze d'habitat in Algeria

Carlo Atzeni, Silvia Mocci

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2018

pagine: 325

Lo sviluppo di nuovi habitat moderni in Marocco e in Algeria costituisce uno degli argomenti tra i più interessanti per l'architettura della seconda metà del XX secolo. Fin dall'Ottocento i territori francesi in Africa sono stati infatti un terreno di sperimentazione privilegiato per l'urbanistica francese. In seguito al IX CIAM del 1953, nel momento in cui anche il Team io maturava la sua posizione critica, prese forma un generale ripensamento dei paradigmi dell'alloggio sociale, in direzione di un superamento dell'approccio universalizzante al tema dell'abitazione di massa, e quindi in favore di progetti rivolti all'uomo in quanto individuo, nel rispetto delle culture locali. In questo contesto le nuove proposte nascono — e talvolta si consumano — in tempi e modi accelerati, spesso tumultuosi. Il volume affronta in particolare le poco studiate realtà algerine (Aéro-habitat di Louis Miquel, Pierre Bourlier e B. José Ferrer-Laloé; Cité Henri Sellier di Louis Miquel, Pierre Bourlier e Pierre-André Emery; Climat de France e Diar el-MahQoul di Fernand Pouillon; Djenan el-Hasan e Timgad di Roland Simounet). In queste proposte, la dimensione dell'habitat orizzontale e verticale (tra individuale e collettivo) e gli ibridi sistemi delle «casbah verticali» esplorano differenti modelli di relazione fra tessuti e spazi aperti. Sullo sfondo, si delinea un progetto di grande ambizione sul piano della capacità realizzativa e della sperimentazione delle tecnologie più avanzate accanto a quelle più tradizionali. Identità e innovazione possono così innescare una dialettica estremamente significativa, raramente eguagliata anche nelle più avanzate esperienze di costruzione dei tessuti urbani. La tensione tra modelli abitativi e insediativi, prodotto di un «razionalismo illuminato» ma comunque autoritario, e i confusi processi di riappropriazione delle ordinate periferie coloniali da parte di nuovi protagonisti sociali (gli immigrati che abbandonano le aree periferiche dei Paesi del Maghreb e si riversano nelle medie e grandi conurbazioni) che le reinterpretano a propria misura, costituiscono un campo di indagine e di riflessione irto di contrasti e paradossi, e proprio per questo una sfida ormai ineludibile al progetto contemporaneo.
26,00 24,70

Housing in India. Charles Correa, Balkrishna Vithaldas Doshi, Raj Rewal

Stefania Rossi

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2018

pagine: 184

Il volume propone l’analisi critica di alcuni insediamenti residenziali, di medie e grandi dimensioni, realizzati in India tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Ottanta da Balkrishna Vithaldas Doshi – vincitore del Pritzker Prize nel 2018 –, da Charles Correa e da Raj Rewal. I progetti per Cablenagar Township (Kewal Nagar, Kota, 1967), Electronic Corporation of India Ltd Township (Hyderabad, 1968-71), Asian Games Village (New Delhi, 1980-82), Aranya Low-Cost Housing (Indore, 1983-86) e Navanagar Township (New Bagalkot, 1985) preservano i caratteri di una tradizione radicata, senza però rinunciare alla volontà di rinnovamento. Dopo la realizzazione, a Chandigarh e Ahmedabad (e a Dacca), di quel complesso di grandi opere per le quali Francesco Dal Co ha potuto parlare di Tramonto dell’Occidente per l’architettura moderna, l’autrice rileva opportunamente che «i contatti con l’Europa e con gli Stati Uniti, consolidati dalle esperienze di Le Corbusier e di Louis Kahn in India, hanno amplificato il campo delle opportunità e svelato nuove potenzialità architettoniche, disponibili a essere sperimentate sul territorio indiano all’indomani dell’indipendenza».
20,00 19,00

Preventive urbanism. The role of health in designing active cities

Elena Dorato

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2020

pagine: 192

22,00 20,90

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.