Quodlibet: Quodlibet studio. Stilistica e storia della lingua letteraria
L'anarchia della ribellione permanente. Gianni Celati e Lino Gabellone traduttori di Céline
Giacomo Micheletti
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2025
pagine: 240
Gianni Celati diceva che tradurre una pagina di Louis-Ferdinand Céline equivale a fare «i giochi di prestigio con le parole». È quanto risulta, in effetti, dallo studio dei Colloqui con il professor Y e, soprattutto, de Il Ponte di Londra, le due versioni céliniane che lo stesso Celati, affiancato dall’amico Lino Gabellone, pubblica per Einaudi nel 1971, e che per più aspetti costituiscono uno spartiacque tanto nella contrastata ricezione italiana del romanziere francese, quanto nelle vicende della traduzione letteraria in Italia. Nei capitoli che compongono L’anarchia della ribellione permanente, Micheletti sottopone la traduzione de Il Ponte di Londra a una minuziosa analisi formale, in particolare mettendo a fuoco i principali stilemi morfosintattici e stagliandone il ricchissimo impasto lessicale su una contro-tradizione che attraversa carsicamente l’intero tracciato della storia linguistica italiana, dai più antichi repertori furbeschi all’anonimato delle nuove parlate di piazza, passando per gli anticlassicismi e i plurilinguismi dell’età rinascimentale.
Il libro di poesia. Tipologie e analisi macrotestuali
Enrico Testa
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2025
pagine: 208
Pubblicato nel 1983 e ora finalmente riedito, arricchito di un saggio e una nota postfatoria dell’autore, "Il libro di poesia" è diventato, con il passare del tempo, un punto di riferimento essenziale negli studi di stilistica. Attraverso un’equilibrata adozione degli strumenti della semiotica e della linguistica testuale ha offerto una descrizione di quanto, nella poesia del Novecento, si collocava in una sorta di terra di nessuno dell’analisi dello stile e delle sue realizzazioni: di quel tipo di libro poetico che, pur intuitivamente rivelando al lettore una certa compattezza, si sottraeva però sia alla forma canonica del canzoniere petrarchesco che a quella della casuale raccolta in versi. A partire dal problema del rapporto tra un complesso, le sue parti e le sue relazioni interne, Testa giunge a isolare e a mettere in luce strutture di profonda continuità semantica ed elementi che, propri della forma “esterna” del libro, influiscono sulla particolare disposizione dei testi nelle opere di Zanzotto, Caproni, Sanguineti, Sereni, Raboni e Landolfi. I risultati sono stati un metodo di lettura e una chiave d’interpretazione la cui originalità e capacità ermeneutica sono confermate da un ricco filone di ricerca che, mutati i suoi oggetti, continua ancora oggi.
Saggi e note su Saba
Pier Vincenzo Mengaldo
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2024
pagine: 96
«La prima ragione per cui mi sono spinto a raccogliere in volume saggi e note miei su Saba è stata, se posso usare il termine, di carattere autobiografico. Mi sono infatti accorto che fra i grandi poeti italiani del pieno Novecento quello, dopo Montale e Sereni, cui ho dedicato più attenzione era stato precisamente, e a buon diritto, Saba», scrive Mengaldo nella premessa al volume, che fa séguito a quelli riservati a Fortini e Sereni usciti in precedenza presso questo editore. Ma la raccolta non documenta soltanto la lunga fedeltà del critico nei confronti del poeta, ritratto anche – nel saggio più ampio della raccolta – nel contesto linguistico-letterario della sua Trieste. L’insieme degli interventi consente di riconoscere ora con più chiarezza il ruolo cruciale che Saba ricopre nella ricostruzione storica del Novecento poetico italiano cui ha atteso per tanto tempo Mengaldo: per un verso, nella ferma opposizione di Saba alla modernità, che l’autore ricava con nettezza dalla disamina delle scelte linguistiche; per l’altro, nel suo ricco e sottile dialogo con i contemporanei (Montale e Penna, in particolare) e con la grande letteratura europea primonovecentesca.
La guerra e gli asfodeli. Romanzo e vocazione epica di Beppe Fenoglio
Gian Luigi Beccaria
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2024
pagine: 112
Fenoglio, il meno formalista tra i prosatori del Novecento, è stato quello più di tutti teso alla ricerca di uno stile. Il suo viaggio dentro e verso una dura, scolpita e corposa lingua approda a un italiano acuminato, scarnificato, essenziale, eppure ebbro di ribollente maestà. Ossessionato dal sospetto verso la parola, dal timore del "mediocre" e della facilità narrativa, Fenoglio insegue, nelle due redazioni del Partigiano Johnny, un suo sogno formale: l'alta gravità dell'inarrivabile sublime. Sul “caso Fenoglio” fiumi d'inchiostro sono stati versati da critici e filologi, ma problemi – sacrosanti – di date, inchiostri, varianti, note in margine hanno preso a lungo il sopravvento, dilagando sulla sua pagina al punto da offuscare anche gli splendori di un romanzo d'eccezione che ha saputo sublimare la cronaca, e volgersi ai problemi ultimi: gli interrogativi del destino, la morte, la violenza, il bene e il male, la libertà, la pace.
Il detective, il diavolo, la campagna. Un percorso nel «Pasticciaccio»
Carlo Enrico Roggia
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2023
pagine: 102
Chi è davvero Ingravallo, e perché è fatto così? Come ogni personaggio letterario, il protagonista del «Pasticciaccio» è una creatura di parole, un prodotto di laboratorio: un po' individuo un po' segno. In questo libro, è lui il punto di partenza e di arrivo di un percorso che tra dati fisiognomici, psicologici, topografici e folklorici punta a far emergere un modo di procedere che è tipico di Gadda nel più noto dei suoi capolavori, quello per cui istanze del pensiero astratto e dati referenziali interni al mondo narrato si rinviano incessantemente e reciprocamente. Dalle primissime pagine che giocano con gli archetipi del giallo all'ultima in cui il destino del detective molisano si compie in modo inopinato ed enigmatico, viene così a tendersi un robusto filo ermeneutico: uno dei tanti, a ben vedere, che stringono in paradossale unità la dissipazione centrifuga di questo romanzo. Completa il libro un'appendice linguistico-stilistica: due brevi saggi dedicati rispettivamente alla sintassi e al lessico gaddiani.