“Tutto quello che è al presente è stato in diversi tempi e in diversi luoghi. Mutati solum e visi delli huomini et e colori extrinseci, le cose medesime tutte ritornano. Et però è buona et utile la hystoria.” Pervade ogni pagina del testo lo spirito di Guicciardini, illustrando al lettore le ragioni che ne stanno all’origine: parlare oggi del processo alla Gironda significa mettere a nudo le tentazioni ataviche che ancora insidiano lo Stato di diritto; specialmente sul fronte della giustizia penale. Ricorre, insistita, anche nei sistemi non totalitari la pulsione a sbarazzarsi dell’avversario politico per via giudiziaria. Piace la forma “processo”, anche quando ne resta soltanto la parola. Una parola che legittima le peggiori nefandezze. La valanga populista, fanatica di purghe e salute pubblica, travolge i Girondini. A morire con loro è il sogno liberale di una repubblica fondata sulla supremazia incontrastata dei diritti individuali.
I girondini davanti al tribunale rivoluzionario. L'ipocrisia di un processo costruito per uccidere
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Titolo | I girondini davanti al tribunale rivoluzionario. L'ipocrisia di un processo costruito per uccidere |
Autori | Jean D'Andlau, Paolo Ferrua, Daniele Negri, Lorenzo Zilletti |
Argomento | Diritto Giurisprudenza e argomenti d'interesse generale |
Collana | Fondali, 2 |
Editore | Mimesis |
Formato |
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Pagine | 152 |
Pubblicazione | 04/2025 |
ISBN | 9791222320182 |
Promozione valida fino al 12/02/2027