Riuniti in un improbabile tribunale per giudicare, o meglio per condannare, i personaggi della pièce di Vișniec compiono un itinerario in apparenza illogico e divagante, che trova radici profonde e riconosciute, benché non esclusive, nel teatro di Ionesco e si arricchisce in sordina di problematiche contemporanee. “Lo spettatore condannato a morte – scrive Renzi nella prefazione – sarà veramente una parodia della giustizia? oppure no? o bisogna andare a cercare da qualche altra parte? e dove?” Le risposte non sembrano semplici né ovvie, ma appare evidente che in gioco c’è anche e forse soprattutto un’idea di teatro che sembra realizzarsi in una continua oscillazione “fra l’affermazione e la distruzione dell’illusione scenica” (G. Losseroy) e trova la sua dimensione irrinunciabile, affermata dallo stesso autore, in una poetica “che implica la poesia, l’onirismo”. È anche questa poetica sotterranea che la traduzione italiana della versione francese della pièce, indicata da Vișniec stesso come versione di riferimento, ha cercato di non dimenticare.
Lo spettatore condannato a morte. Opera in due atti
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| Titolo | Lo spettatore condannato a morte. Opera in due atti |
| Autore | Vișniec Matei |
| Traduttore | Maria Emanuela Raffi |
| Collana | Teatro |
| Editore | CLEUP |
| Formato |
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| Pagine | 120 |
| Pubblicazione | 04/2023 |
| ISBN | 9788854956254 |
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