Aesthetica
La bellezza ideale
Esteban de Arteaga
Libro: Copertina morbida
editore: Aesthetica
anno edizione: 2002
pagine: 164
La teoria del bello ideale domina la discussione estetica nella seconda metà del Settecento. Il suo centro di irradiazione è l'Italia, e in particolare Roma, dove si incontrano Winckelmann e Mengs; ma essa finirà per orientare tutto il dibattito del Neoclassicismo europeo. Esteban de Arteaga (1747-1799), spagnolo di nascita ma italiano per studi e cultura, ne dà in questo trattato pubblicato nel 1789 l'esposizione di gran lunga più metodica e completa. Se Winckelmann si era limitato a brevi accenni illuminanti, e Mengs aveva avuto di mira solo l'applicazione del principio dell'ideale alle arti figurative, Arteaga vuole costruire un sistema compiuto, che esamini non solo il ruolo dell'ideale nella pittura e nella scultura ma lo estenda alla poesia, alla musica, al teatro. Si propone di mostrare la compatibilità tra il principio della idealizzazione e quello tradizionale della imitazione della natura, distinta dalla mera illusione e dalla copia, e si spinge a teorizzare la possibilità della rappresentazione del brutto. In questo testo, incredibilmente a lungo dimenticato, è possibile invece cogliere l'esito di molti dei dibattiti centrali dell'estetica settecentesca, in un crocevia ove confluiscono Batteux e Hutcheson, Mendelssohn e Diderot, e che apre alle grandi problematiche impegnate dalla Modernità. Proprio alle soglie della rivoluzione romantica, che metterà in crisi la teoria della bellezza ideale (sia pure nutrendosene più di quanto comunemente si immagina), questo classico volume di Arteaga, che qui si presenta per la prima volta in lingua italiana, puntualmente curato da Elena Carpi ed arricchito da una limpida introduzione di Paolo D'Angelo, ne traccia un bilancio lucido ed efficace: ancora oggi lo strumento migliore per chi voglia comprenderne il significato e i problemi.
Lezioni di estetica
Karl Wilhelm Ferdinand Solger
Libro: Copertina morbida
editore: Aesthetica
anno edizione: 2002
pagine: 156
Karl Wilhelm Ferdinand Solger (1780-1819) è una figura di grande spicco nel panorama filosofico della Germania nei primi decenni dell'Ottocento. Filologo di formazione (fu allievo del celebre omerista Wolf), autore di un'importante traduzione delle opere di Sofocle, fine letterato e profondo conoscitore della cultura antica e moderna, rivolse presto il suo interesse alla ricerca filosofica, sviluppando una prospettiva che s'inscrive con grande autonomia nel quadro dei grandi sistemi dell'Idealismo tedesco. Di singolare rilevanza è la dottrina estetica di Solger che ha il maggiore elemento di originalità nella concezione dell'opera d'arte come risultato di una specifica attività conoscitivo-creativa del soggetto, che culmina nella celebre teoria dell'ironia, attraverso la quale egli individua l'essenza specifica dell'arte in una finitezza che diviene tuttavia necessaria alla manifestazione dell'Assoluto. E comunque l'incidenza fondamentale dell'estetica di Solger, un tempo eclissata dalla fortuna di Hegel, appare ai nostri giorni sempre più manifesta e va richiamando l'interesse anche della cultura italiana. Le presenti Lezioni, apparse postume nel 1829, offrono un quadro completo dell'estetica solgeriana, sviluppando temi cruciali quali il rapporto fra antico e moderno, la concezione del simbolo e dell'allegoria, la dottrina del tragico e la teoria del brutto (Solger fu uno dei primi teorici a formulare una teoria del brutto come necessario complemento della teoria del bello). Esse peraltro, oltre ad offrire una presentazione sistematica, apportano anche alcuni significativi approfondimenti alla sua opera più famosa e di non facile accesso (Erwin. Quattro dialoghi sul bello e sull'arte, 1815) in merito ad argomenti importanti quali la dottrina dell'ironia e la classificazione delle arti. Corredano il testo, qui presentato per la prima volta in edizione italiana e puntualmente curato da Giovanna Pinna, esaustivi apparati esegetici, critici e bibliografici.
Pensieri sulla pittura
Anton Raphael Mengs
Libro: Libro in brossura
editore: Aesthetica
anno edizione: 2002
pagine: 98
Anton Raphael Mengs (1728-1779), grande pittore e scrittore d'arte, tedesco di nascita ma romano di adozione, è uno dei massimi rappresentanti della cultura artistica del Settecento. E i suoi Pensieri sulla Bellezza e sul Gusto nella Pittura, scritti nel 1762 a Roma in stretto contatto col magistero dell'amico Winckelmann, sono uno dei testi capitali del Neoclassicismo. Questo piccolo libretto infatti ebbe subito un enorme successo in tutta Europa e procurò all'autore la singolare fama di «pittore filosofo». In realtà Mengs era alieno da ambizioni filosofiche, ma il suo saggio colmava un vuoto che dopo Winckelmann sembrava intollerabile: quello di una attuale e militante teoria della pittura. Riproponendo l'annoso confronto fra antico e moderno alla luce dell'ideale neoclassico di bellezza, Mengs tratteggiò un'estetica "moderna" della pittura elaborata a partire dalla rivisitazione delle opere dei grandi pittori – segnatamente Raffaello, Correggio e Tiziano – in una sorta di lezione accademica per il pittore dell'avvenire. Estetica, sistematica storica e taglio didattico fecero dei Pensieri di Mengs un testo esemplare, e che ancor oggi costituisce (insieme ai Pensieri sull'Imitazione di Winckelmann, il Saggio sopra la Bellezza di Spalletti, e La Bellezza Ideale di Arteaga, pubblicati nella presente collana) una chiave essenziale di comprensione dell'epoca neoclassica. La presente edizione ripropone la traduzione italiana pubblicata nel 1780 dal cavalier José Nicolas de Azara, amico ed esecutore testamentario di Mengs, una traduzione che s'impose nella comunità scientifica ed esercitò un'influenza di gran lunga più significativa del raro originale tedesco. Correda il volume un ampio apparato esegetico, critico e bibliografico curato da Michele Cometa.
Il «non so che». Storia di un'idea estetica
Libro
editore: Aesthetica
anno edizione: 2002
pagine: 156
Questo libro intende documentare la diffusione europea del "non so che", e interpretarne, in particolare, l'importanza per l'estetica. Nella prima parte, un saggio introduttivo dei curatori ricostruisce la storia del "non so che" fin dalle sue origini, e mette a fuoco il ruolo che esso svolge negli autori antologizzati nella seconda parte: Bouhours, Leibniz, Feijoo, Marivaux, Montesquieu. Il quadro che emerge dall'esplorazione di questa zona d'ombra dell'esperienza umana mostra non soltanto l'avventatezza delle condanne sommarie, ma libera il "non so che" dal quel luogo comune che ne fa una prefigurazione di più tarde indistizioni romantiche, restituendolo invece alla sua reale fisionomia storica e alla sua problematicità.
Vedere l'invisibile. Nicea e lo statuto dell'immagine
Libro
editore: Aesthetica
anno edizione: 2002
pagine: 216
Lo statuto dell'immagine che informa la cultura occidentale non è stato posto da un filosofo né da una corrente artistica. Curiosamente, è stato fissato nell'anno 787 dai padri riuniti nel Secondo Concilio di Nicea, il settimo concilio ecumenico della Chiesa Cattolica. Quell'antico dibattito sull'immagine e le conclusioni di quel dibattito, accolte pur tra contrasti drammatici da tutta la cristianità, hanno plasmato la cultura occidentale.
Il senso della bellezza
George Santayana
Libro
editore: Aesthetica
anno edizione: 2002
pagine: 212
L'obiettivo di fondo del pensiero di Santayana è di integrare la bellezza e l'arte, così come ogni altra attività umana, con la vita, restituendo ad esse la forte vitalità da cui sorgono. Secondo questo approccio quindi il problema estetico non è un problema isolato, ma viene colto nella sua relazione essenziale con l'unità vitale dell'universo naturale e con l'unità fondamentale della coscienza umana.
Il sublime e il comico
Friedrich T. Vischer
Libro
editore: Aesthetica
anno edizione: 2002
pagine: 208
Il problema della forma nell'arte figurativa
Adolf von Hildebrand
Libro
editore: Aesthetica
anno edizione: 2002
pagine: 152
Le belle arti ricondotte a unico principio
Charles Batteux
Libro
editore: Aesthetica
anno edizione: 2002
pagine: 153
Saggio sopra la bellezza
Giuseppe Spalletti
Libro
editore: Aesthetica
anno edizione: 1992
pagine: 110
Scritti di estetica
Karl Philipp Moritz
Libro: Copertina morbida
editore: Aesthetica
anno edizione: 1990
pagine: 224
Quale può essere il ruolo dell'educazione estetica oggi? L'ideale estetico ideale educativo della modernità viene interrogato da un estetologo, uno psicologo, un filosofo, un pedagogista. Un discorso a quattro voci che mentre, nella varietà dell'approccio pluridisciplinare, riflette l'alternativa teorico-pratica implicita nel tema dell'educazione estetica, pure individua una traccia comune nella concorde opposizione a quello scientismo volgare inscritto in un ideale di astratta razionalità.