Alcheringa

Nello stesso giorno, il maresciallo Dallara e la sua squadra vengono chiamati per indagare sulla morte della marchesa Teresa Gallo Santini e dell’agricoltore Ferdinando Sintoni. La marchesa è morta nel sonno all’indomani della sua festa di compleanno, all’apparenza per cause naturali, Sintoni invece, a cui hanno sparato, viene rinvenuto nella sua cucina, seduto a tavola. Due indagini senza alcun legame, ma condotte di pari passo e a ritmo serrato nell’arco di quattro giorni, incrociando referti medici, tabulati telefonici e interrogatori. I sospettati sono molti, si segue ogni pista, senza trascurare alcun particolare, ma niente è come sembra, e quando ci si avvia verso una risoluzione ovvia per entrambe le indagini, il colpo di scena finale è lì, dietro l’angolo, per stupire il lettore fino all’ultima riga.

"Una analisi lucida e impietosa sul ruolo subalterno dell’informazione italiana nell’attuale scenario del conflitto ucraino. L’Autore mette sotto la lente di ingrandimento talk show e servizi giornalistici di dubbio pluralismo, dimostrando una narrazione stereotipata da stucchevoli copioni di dominio atlantista. Un linguaggio manicheo e messianico da guerra santa, che pretende di raccontare un conflitto in cui l'informazione ha già glorificato uno dei contendenti. L'Autore si lancia poi nello scenario storico-politico, dal Dopoguerra a oggi, sullo studio del rapporto tra media e isteria russofoba, che ha segnato con particolare virulenza l'informazione italiana negli ultimi due anni, spiegando con rigore scientifico e obiettività giornalistica la nascita di copioni mediatici centrati sulla russofobia e sul pregiudizio antirusso."

Pare che la villetta dall’aspetto antico accanto a quella in cui si è trasferita Mariasole con la famiglia sia abitata solo da un gatto nero, dal pelo lungo e gli occhi penetranti, che a volte la fanno sentire trasparente e le scatenano sensazioni strane e sconosciute. Quando poi scopre che Cagliosto appartiene a Hermes, un ragazzo dagli occhi di ghiaccio ancor più inquietante del gatto, di una bellezza travolgente e selvaggia, con un’agilità felina ma rude e schivo, non esiterà a cacciarsi nei guai per scoprire chi è e perché non lo abbia mai visto di giorno.

Forse discendente di Orfeo, forse figlio della ninfa Creteide, Omero è il poeta a cui vengono attribuiti i due grandi poemi classici L’Iliade e L’Odissea, che raccontano, il primo la lunga guerra fra i Greci e i Troiani e il secondo le peripezie di Ulisse per tornare in patria. Il suo nome potrebbe derivare da ὁ μὴ ὁρῶν (ho mè horôn) «colui che non vede» e il cantore Demodoco descritto nell’VIII canto dell’Odissea potrebbe essere un autoritratto del poeta. Come le origini, incerti sono anche il periodo in cui Omero visse e il luogo di provenienza. Furono infatti ben sette le città che si contesero la sua nascita: Smirne, Chio, Colofone, Itaca, Pilo, Argo e Atene. A Chio nacque un culto speciale per Omero con la fondazione della scuola degli Omeridi, che erano cantori ufficiali dei suoi poemi e vantavano una discendenza diretta con il poeta. In uno degli inni omerici leggiamo: «O fanciulle, chi è per voi il più dolce tra gli aedi / che qui sono soliti venire, e chi è il più gradito?» E voi tutte risponderete: «È un uomo cieco, e vive nella rocciosa Chio: tutti i suoi canti saranno per sempre i più belli.» (Inno ad Apollo, versi 169-173)

Héctor, volto sfigurato dal fuoco e voce meravigliosa, vive a Trovadora, un regno incantato il cui re è lontano per la guerra. Il suo tutore Mondragon lo tiene rinchiuso nel Santuario da ventisette anni con la giustificazione di volerlo proteggere dagli altri per il suo aspetto di mostro. La sua più grande aspirazione però è assistere almeno una volta di persona, e non dalla finestra, all'annuale Festival degli Incantastorie, un evento organizzato da artisti dalle doti speciali, destinati ad affrontare il male che mira ad annientarli e a distruggere i sogni dell'umanità. Con Héctor vivono tre simpatici fantasmi, che lo esortano a osare e lo aiutano nell’impresa. Sarà così che conoscerà Ángel, l'affascinante principe degli Incantastorie, si legherà a lui, e soprattutto conoscerà sé stesso e la verità su ciò che gli è accaduto da piccolo, dando il via, attraverso numerosi colpi di scena, al trionfo finale del bene sul male.

Il cappello del prete è un romanzo d'appendice di tipo giudiziario (il giallo di oggi). Ambientato a Napoli, il protagonista è proprio un cappello, quello di don Cirillo, che aiuterà il giudice a fare luce sulla scomparsa del prete. Nobile spiantato, il barone di Santafusca ha ricevuto la richiesta di restituire entro due settimane una cartella di 15.000 lire al Sacro Monte delle Orfanelle, altrimenti sarà denunciato. Essendo già iscritto nell'albo degli insolvibili e non in grado di restituire il debito, il nobile si rivolge a don Cirillo, un prete affarista dedito più al denaro che alla missione religiosa, accordandosi per la vendita della sua Villa di Santafusca al prezzo di 30.000 lire. Tuttavia entrambi non hanno palesato le loro vere intenzioni. Don Cirillo pensa di truffare il barone, perché sa che la Sacra Mensa Diocesana è disposta a pagare l'edificio fino a 120.000 lire, il barone invece medita di ucciderlo in modo da poter mettere le mani sulle enormi ricchezze del prete. Considerato fra gli antenati del genere giallo in Italia, non è stato il primo romanzo di questo tipo, ma di sicuro quello di maggior spessore culturale.

Il volume raccoglie tre fra i primi racconti pubblicati da Arthur Conan Doyle, in cui i protagonisti sono Sherlock Holmes e il suo aiutante, il dottor John Watson. – Di Holmes e Watson ci sono rimasti 58 racconti e 4 romanzi. Per il personaggio di Holmes, Doyle si ispira a Joseph Bell, un docente di medicina di Edinburgo, mentre un vero dottor Watson fu suo compagno di studi a Portsmouth, ma all’interno delle storie di cui è il narratore, rappresenta l’autore stesso. – Medico e scrittore, Arthur Conan Doyle deve la sua fama al personaggio di Sherlock Holmes, verso cui però ebbe una reazione ambivalente, infatti già nel 1891 pensava di concludere questo filone poliziesco con la morte del suo personaggio, che era diventato più famoso di lui. La popolarità dell’investigatore invece lo costrinse a scrivere sempre nuove opere con lui protagonista, fino al 1927, quando lo scrittore stesso affermò di aver scritto di Holmes più di quello che intendeva fare all’inizio. – Il primo romanzo sul detective fu Uno studio in rosso, del 1887. La famosissima frase "Elementare, Watson!" comunque non viene mai pronunciata nelle storie di Doyle.

È il primo romanzo di Arthur Conan Doyle sulle avventure di Sherlock Holmes, per cui assistiamo al primo incontro tra Sherlock e Watson, quest’ultimo convalescente dalle ferite subite nella guerra in Afghanistan. – Essendo entrambi in cerca di un alloggio a buon prezzo, un amico comune li fa incontrare e, dopo aver fatto una reciproca lista dei rispettivi difetti, i due si trasferiscono nell’appartamento di Baker Street, dove Holmes ogni giorno riceve molti ospiti: svelerà poi a Watson che sono clienti, per i quali svolge il lavoro di consulente investigativo. Quando a Baker Street arriva un postino e consegna un messaggio da Scotland Yard che riguarda un omicidio commesso nella notte, Holmes invita il medico a indagare con lui. Attraverso deduzioni, sopralluoghi e flashback, si arriverà all’arresto del colpevole. – Di Holmes e Watson ci sono rimasti 58 racconti e 4 romanzi. Per il personaggio di Holmes, Doyle si ispira a Joseph Bell, un docente di medicina di Edinburgo, mentre un vero dottor Watson fu suo compagno di studi a Portsmouth, ma all’interno delle storie di cui Watson è sempre il narratore, rappresenta l’autore stesso.

Ma è proprio vero che il tempo scorre in una sola direzione e non si può tornare indietro? Le dimensioni dello spazio sono sia positive sia negative, possiamo quindi muoverci in avanti o tornare indietro, salire o scendere, girare a destra o a sinistra. Il tempo invece? Può essere solo positivo? Nessuna delle formule di fisica in cui è presente questa variabile perde di validità quando si introduce un valore negativo del tempo. Allora forse è il nostro mondo che è limitato e ci fa credere che il tempo scorra solo in avanti: in effetti ci sono delle peculiarità nella realtà cosmica che potrebbero indurci a pensare diversamente. Forse conosciamo l’Universo molto meno di quanto crediamo. - Il libro è una raccolta di cinque racconti, con temi scientifici ma anche etici, narrati come se l’autore ne avesse condiviso la storia con i suoi amici animali, e non solo.

Un frammento di buio potrebbe cadere nella vita di ognuno, reale o immaginaria che sia. Un frammento più o meno invadente, con esiti temporanei o permanenti. Potrebbe succedere nell’ascoltare il suono di un flauto magico, durante l’esecuzione di un Requiem; potrebbe rivelarsi tramite un sogno premonitore, nel vuoto di un’amnesia. Niente vieta che possa nascondersi tra i circoli di pietre eretti per riti antichi o comparire sul rogo di una strega. Se il frammento di buio cade, non c’è scampo per nessuno: né umani, né alieni, né vampiri o fantasmi. E neppure per chi crede di essere l’oscurità stessa.

“Con la coda dell’occhio scorse una vecchia islamica, infagottata in una di quelle loro vesti nere (...) Ebbe un moto di ribrezzo e si affrettò a estrarre dalla tasca il telecomando che regolava il sistema d’allarme. Non fece in tempo a premere il bottone, però: una pressione improvvisa la obbligò a sollevare il mento e il coltello le tranciò di netto la carotide.” A investigare sull’omicidio la squadra di Gretije, ma senza elementi utili l’indagine non decolla. Sarà Rutger Jansen – il giornalista d’inchiesta più dannatamente in gamba che esista, secondo Gretije, richiamato in pista da una misteriosa voce al telefono che gli promette rivelazioni sensazionali – a mettere in moto una serie di eventi che daranno inizio all’inchiesta più complessa e pericolosa di tutta la carriera di Gretije, costretta a ingaggiare una lotta mozzafiato contro una donna dai mille volti e dai mille nomi.

Andreina è una donna non più giovanissima, demoralizzata per la fine di un fidanzamento storico, incastrata in una realtà che rifiuta, fatta di lavoro precario, miseria, rapporto conflittuale con i genitori e amici opportunisti. Darhan è un uomo disincantato che lavora come buttafuori agli “Amici della Notte”, l’unica discoteca di Borgo ai Fossi. L’Uomo è un individuo inquietante che agisce sotto la finta identità di detective a caccia di persone scomparse, ma che in realtà dà la caccia ad alcuni serial killer. Tre protagonisti, le cui vicende si svolgono nella piccola cittadina toscana di Borgo ai Fossi, nell’inverno fra il 2017 e il 2018. I loro destini si intrecciano in un crescendo di tensione, fino alla resa finale dei conti dall’esito sorprendente.