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Le fiabe nascono dalla fantasia e i suoi personaggi vivono in un mondo in cui tutto è possibile. Io amo perdermi in questo mondo libero, riposante, senza limiti, ma i ragazzi, a cui le ho proposte, le hanno trovate difficili, così ho capito che occorreva una chiave di lettura. Quale? Le fiabe sono un aspetto particolare della mente; basta sollevare il velo che ne nasconde le idee e diventano briciole di filosofia.

L’effervescenza di Nicoletta coinvolge e incanta. Bollicine d’un flûte di champagne che solleticano il naso. Potrei dire che lei ha osato, consapevole delle sue doti intrinseche, e della sua bellezza, sfidare la falsa moralità. I traguardi non sono mancati. Si è lasciata guidare dalla forza dell’amore, a dispetto dei falsi ipocriti. Le prime parole di Nicoletta, nel narrare la sua storia, furono: “Ho sposato un Colombini… ed ero civettuola come la maschera di Colombina!”

I colori del bosco e il paesaggio agreste fanno da sfondo a piccole vicende quotidiane che riescono a catturare l’attenzione del lettore. Sarà facile, infatti, immedesimarsi e seguire con interesse le brevi storie dei piccoli animali, capitanati dallo gnomo Agostino. Un simpatico personaggio che guiderà i bambini nelle vicende misteriose e divertenti del colorato paese di Belfiorito. Età di lettura: da 3 anni.

Il senso del titolo è presto detto. L’esilio è una condizione in cui una persona o un popolo vivono lontani dalla patria. Lontani dalla propria patria si è per scelta o per condanna. Renzo Tramaglino scelse di abbandonare il Ducato di Milano e di andare in esilio nella Serenissima Repubblica di Venezia e, quando attraversò l’Adda per approdare nel bergamasco, esclamò con rabbia: “Sta’ lì, maledetto paese!” Dante Alighieri fu condannato a stare lontano dalla sua Firenze e quella condanna gli pesò come un macigno perché imparò “…quanto sa di sale lo pane altrui e com’è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale”. Non so se i presbiteri sposati cattolici occidentali e le loro famiglie siano in esilio dalla patria “Chiesa” volontariamente o per scelta. Fra essi vi sarà chi si sente esiliato e chi ha scelto di rimanere in esilio.

Le stagioni della vita. Le vivemmo tutte, nel profondo, con tutta la ripercussione che ebbero sulla nostra vita. La primavera fu l’inizio, l’amore germogliava come il più bel fiore, nel deserto del mio cuore, reso arido da chi lo aveva prosciugato. Avevo bisogno di acqua pura. L’estate portò tutto il suo calore, mi scaldò l’anima. Avevo bisogno del caldo avvolgente e delle onde del mare che mi trascinavano in una nuova dimensione. L’autunno con il vento iniziò a spazzare via frammenti della nostra storia-non storia. Avevo bisogno di liberare anima e corpo da ciò che turbava la mente. Non portò via il ricordo di lui. Ne avevo bisogno per dare un significato a tutto quello che era stato. L’inverno arrivò imponendosi con tutto il suo gelo, e con tutto il suo carico di avvenimenti inaspettati che celavano verità sconvolgenti. Mi cambiò. Ne avevo bisogno per essere una persona migliore.

La morte e gli eventi esistenziali che la seguono, aggiungono un nuovo capitolo al romanzo della nostra vita. Nel testo faremo conoscenza con la ‘grande nemica’ e, forse, potremo chiamarla, come il Poverello d’Assisi: ‘sorella Morte’. “Non desidero, né temo la morte del mio corpo, poiché sono profondamente convinto, non soltanto della sopravvivenza, ma della perennità della vita.Sono convito che il “nucleo spirituale” che è l’essenza di noi stessi è immortale eche le sue manifestazioni si rinnovano con una presa di coscienza sempre più ampia ed una potenza creatrice sempre maggiore”. (Roberto Assagioli, 1970)

Le fiabe nascono dalla fantasia e i suoi personaggi vivono in un mondo in cui tutto è possibile. Io amo perdermi in questo mondo libero, riposante, senza limiti, ma i ragazzi, a cui le ho proposte, le hanno trovate difficili, così ho capito che occorreva una chiave di lettura. Quale? Le fiabe sono un aspetto particolare della mente; basta sollevare il velo che ne nasconde le idee e diventano briciole di filosofia.

Le fiabe nascono dalla fantasia e i suoi personaggi vivono in un mondo in cui tutto è possibile. Io amo perdermi in questo mondo libero, riposante, senza limiti, ma i ragazzi, a cui le ho proposte, le hanno trovate difficili, così ho capito che occorreva una chiave di lettura. Quale? Le fiabe sono un aspetto particolare della mente; basta sollevare il velo che ne nasconde le idee e diventano briciole di filosofia.

Ecco i versi di Daria Menicanti, sul discusso tema “dell’amore coniugale”: “La vita depredata oncia per oncia. Dall’altro: un omicidio quotidiano così, non lo si paga che io sappia.” “A mano a mano quale ero ritorno: una che va vestita come capita contenta del poco, di rari amici scontrosi, una dispari felice di bere alla brocca della sua solitudine.” Ma… è comunque sempre vero?

Mi hanno arrestato. Prima o poi doveva capitare. Non si combatte mai impunemente contro il sistema costituito, specie se dittatoriale. La mia sola colpa è di avere criticato il regime. La messinscena della prepotenza, il dramma violento e vergognoso di una libertà recisa sono avvenuti ancora una volta. All’alba. Chissà perché i mastini dei dittatori hanno una preferenza per quest’ora riposata. L’ora del risveglio, del pane, della luce. Forse per aggiungere alla tracotanza che li distingue un ulteriore significato di sopraffazione.

Poesie scritte da una donna di mare, come lei si definisce. Vive nella terra di Puglia, tra il rumoreggiare di onde e profumo di salsedine. Le rosse aurore e gli argentati tramonti sull’orizzonte del mare, suscitano in lei emozioni palpitanti, dando una vena poetica sofferta ai suoi versi.

Una raccolta che l’autore ha riservato a poesie brevi e brevissime.