Scalpendi
Giorgio de Chirico e Germain Seligmann: manovre sul mercato americano tra 1937 e 1938
Gerd Roos
Libro: Libro in brossura
editore: Scalpendi
anno edizione: 2012
pagine: 128
Il carteggio tra Giorgio de Chirico e il mercante americano Germain Seligmann getta una nuova luce sui reali risultati del lungo soggiorno newyorchese dell'artista tra l'agosto 1936 e l'inizio di gennaio 1938. Il viaggio di de Chirico in America, presentato come un trionfo dalla stampa italiana, fu in realtà un insuccesso, dovuto in parte alle manovre che l'artista mise in atto, seguendo una vecchia abitudine, per contrapporre al suo primo e più sincero sostenitore, il gallerista Julien Levy, altri mercanti più facoltosi e di grande nome, ma meno motivati, come Seligmann o Wildenstein, con la speranza di ottenerne maggiori vantaggi. La strategia si dimostrò fallimentare ed ebbe l'effetto di chiudere completamente le porte del mercato americano alla produzione recente dell'artista. Lo studio si conclude con una meticolosa catalogazione delle opere nominate nel testo, che vengono in parte identificate portando un notevole contributo a un futuro catalogo ragionato dell'opera di Giorgio de Chirico.
Caravaggio e Milano. La Canestra dell'Ambrosiana
Alessandro Morandotti
Libro: Copertina rigida
editore: Scalpendi
anno edizione: 2012
pagine: 96
La Canestra di frutta di Caravaggio conservata alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano è un dipinto celebre e di autografia accertata anche se per alcuni aspetti ancora misterioso, visto che persino le sue misure sono spesso fraintese. La sua data di esecuzione dovrebbe collocarsi poco dopo la metà dell'ultimo decennio del Cinquecento, quando il pittore viveva a Roma. Negli studi si discute animatamente ancora oggi se essa debba essere considerata un puro pezzo di bravura o invece nasconda complessi significati allegorici, come la dignità del suo antico possessore suggerirebbe di pensare. Il quadro infatti, almeno dal 1607, è documentato nella collezione del cardinale Federico Borromeo (1564-1631) e, dal 1618, fa parte del nucleo di dipinti donati dall'allora arcivescovo di Milano ad uso dell'Accademia Ambrosiana: fondata in quell'anno per educare i giovani artisti attivi nella diocesi da lui governata. Sarà utile per questo guardare attentamente il dipinto seguendone nel contempo la relativa fortuna in area lombarda, territorio in cui prese avvio, in anni precoci rispetto al panorama europeo, la storia della natura morta come genere autonomo.

