Giappichelli: Procedura penale. Studi
Giudizio penale di seconda istanza e giusto processo
Daniela Chinnici
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2010
pagine: 320
Gli atti preliminari al dibattimento penale di primo grado
Luca Iafisco
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2009
pagine: IX-335
Il volume si occupa del complesso di disposizioni contenute negli artt. 465-469 c.p.p., tradizionalmente indicato con la denominazione "Predibattimento": formula che riunisce un variegato gruppo di atti processuali legati da nessi funzionali con il dibattimento e deputati a svolgere funzioni preparatorie, probatorie e decisorie foriere di importanti effetti sulla fase successiva. Dopo averne offerto una definizione e averne individuato limiti cronologici e competenze (suddivise tra l'organo collegiale e il suo presidente), l'indagine procederà a trattare singolarmente le cinque disposizioni di esordio del libro sul Giudizio, sia con riferimento al processo c.d. "ordinario", che con riferimento ai processi speciali, a quello per citazione diretta innanzi al tribunale monocratico nonché a quello davanti al giudice di pace. Particolare l'attenzione riservata agli istituti delle liste testimoniali e della sentenza predibattimentale di proscioglimento: il primo oggetto di interpretazioni giurisprudenziali volte a sminuirne la funzione di discovery delle prove, che parte della dottrina ha cercato di contrastare conferendogli rilievo costituzionale quale adempimento imprescindibile per un corretto contraddittorio nella formazione delle prove orali; il secondo che tende a configurare una sorta di "concordato sul proscioglimento anticipato".
Regole di esclusione e regole di valutazione della prova
Marcello Daniele
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2009
pagine: XII-277
Di fronte ad una prova cognitivamente sospetta, oppure in grado, se utilizzata senza alcuna limitazione, di pregiudicare valori di fondamentale importanza, si pone per il legislatore una netta alternativa: sottoporre la medesima ad una 'regola di esclusione', vietandone tout court l'impiego, oppure prevederne in astratto il valore conoscitivo attraverso una 'regola di valutazione'. Non sempre si colgono le specificità e le differenze di queste due tipologie di regole probatorie. Muovendo dall'esame dei loro più importanti precedenti storici e referenti comparatistici, il volume si propone di tracciarne la fisionomia e le peculiarità. Al di là degli scopi che esse, di volta in volta, specificamente si propongono, i loro tratti distintivi corrono lungo il crinale della rispettiva conformazione: alla struttura rigida che connota le regole di esclusione previste nel sistema italiano, volta a consentire un'immediata e precisa individuazione delle prove vietate, fa da contrappunto la struttura flessibile che contrassegna le regole di valutazione, tale da non impedire che il valore delle prove stigmatizzate sia, in realtà, stabilito dal giudice, anche in contrasto con i risultati prefissati dal legislatore. Queste differenze producono a loro volta non poche ripercussioni pratiche sul piano della violazione delle regole di esclusione e di valutazione, della loro successione nel tempo e della loro efficacia nello spazio.
Ammissione della prova e contraddittorio nelle giurisdizioni penali internazionali
Michele Caianiello
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2008
pagine: VIII-232
La ricerca condotta nel presente libro esamina, con approccio di stampo eminentemente processuale penale, i principi e le regole che governano l'accertamento dei fatti nei sistemi di giustizia penale internazionale: in particolare, la rase di ammissione delle prove e le ipotesi di deroga al contraddittorio nella loro formazione. Nel settore degli studi penali internazionali è assunto (o implicita premessa) ricorrente che il processo rappresenti una materia di per sé neutra e puramente tecnica. Osservando caratteri e dinamiche della law of evidence nell'ottica del processualista, sembra invece emergere come proprio in questo specifico terreno si manifesti, con particolare evidenza, quel conflitto tra le diverse opzioni ideologiche che si pongono alla base degli ordinamenti penali internazionali: l'anelito a realizzare un modello superiore di giustizia, da un lato, e la pulsione a produrre decisioni emblematiche e fornite di valore lato sensu pedagogico per la comunità degli Stati, dall'altro. L'attività giuridica che sovrintende all'accertamento di un ratto risulta dunque uno snodo essenziale per i diversi valori tutelati e perseguiti attraverso tali istituzioni giudiziarie, ed inevitabilmente finisce per rispecchiare il volto ambiguo del sistema.
Il diritto al silenzio dell'imputato
Vania Patanè
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2006
pagine: VIII-417
Concepito come garanzia che tende a tutelare l'imputato dalle conseguenze derivati dall'esercizio di poteri inquisitori, il diritto al silenzio ha da sempre rappresentato un indicatore significativo per individuare i valori di fondo di un determinato assetto processuale. In un sistema che assume il contraddittorio a metodo di elaborazione probatoria appare chiaro come un riconoscimento ipertrofico dello ius tacendi agisca come fattore di crisi rispetto all'esigenza di garantire la completezza dell'accertamento. Proprio il valore euristico del contraddittorio implica che ciascuna parte debba offrire all'esperienza conoscitiva del giudice l'insieme dei dati ritenuti più idonei a sostenere la propria tesi. In quest'ottica l'ordinamento inglese può rappresentare un modello di riferimento: in tale sistema, l'onere di allegazione tempestiva delle circostanze a discarico fonda la ratio delle previsioni normative deputate a regolare le modalità di esplicazione del right to silente. Il presente lavoro, attraverso la comparazione con il sistema inglese, mira ad individuare un nuovo paradigma esplicativo delle logiche e delle dinamiche che presiedono all'esercizio di tale diritto, tentando di individuare soluzioni funzionali all'esigenza di realizzare un difficile equilibrio tra il rispetto delle garanzie fondamentali riconosciute all'imputato e le istanze di accertamento legate al meccanismo dialettico di ricerca della verità.
L'avocazione facoltativa
Maria Lucia Di Bitonto
Libro: Copertina morbida
editore: Giappichelli
anno edizione: 2006
pagine: 243
L'avocazione facoltativa presenta aspetti del tutto caratteristici che ne consentono una trattazione autonoma rispetto al più generale tema dell'avocazione, in quanto gli spazi valutativi rimessi in tale ambito al procuratore generale presso la Corte d'appello paiono travalicare i contorni della discrezionalità tecnica normalmente riconosciuta agli organi d'accusa. Inoltre, l'esiguità del dettato positivo esige un notevole sforzo ricostruttivo per individuare gli esatti termini della relativa disciplina non resi espliciti dal legislatore. L'utilità di approfondire lo studio di questo istituto trae spunto anche dall'importante opera di elaborazione compiuta dalla giurisprudenza, il cui ragguardevole contributo interpretativo nella messa a fuoco della fisionomia dell'avocazione facoltativa si è mosso lungo linee coerenti, che ne hanno ampliato gli spazi di operatività, realizzando al meglio la sua funzione di efficace strumento per rimediare alle défaillances degli uffici del pubblico ministero istituiti presso il tribunale.
La completezza delle indagini nel processo penale
Fabrizio Siracusano
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2005
pagine: 460
Profili dispositivi dell'accertamento penale
Maria Lucia Di Bitonto
Libro: Copertina morbida
editore: Giappichelli
anno edizione: 2004
pagine: 287
L'influenza dell'attività di parte sui fondamentali snodi del procedimento rappresenta, ormai, uno dei caratteri più marcati del sistema processuale penale. Le recenti novellazioni hanno ribadito l'opzione originaria del codice riformato a favore del cospicuo rafforzamento del ruolo di pubblico ministero e imputato. La rilevanza assunta dagli istituti di matrice consensualistica rende necessaria una revisione critica della risalente opinione che nega in ambito processuale penale la configurabiità del principio dispositivo. Al contempo, occorre verificare se l'indisponibilità dei valori coinvolti nella giurisdizione penale sia compatibile con una tecnica processuale che attribuisca alle parti una posizione di preminenza rispetto al giudice.
La prova contraria
Tommaso Rafaraci
Libro: Copertina morbida
editore: Giappichelli
anno edizione: 2004
pagine: 306
Argomenti affrontati nel volume: Le radici della prova contraria; La garanzia del diritto alla prova e le tecniche probatorie; La prova contraria nel sistema. Il concetto e la funzione; La prova contraria nel giudizio. Le dinamiche e gli effetti; Prova contraria e giudizio abbreviato; I controlli sulla valutazione della prova e la tutela del diritto alla prova contraria.