Narrativa di ambientazione storica

Campo di concentramento di Natzweiler-Struhof sui Vosgi. L'uomo che vi arriva, una domenica pomeriggio insieme a un gruppo di turisti, non è un visitatore qualsiasi: è un ex deportato che a distanza di anni è voluto tornare nei luoghi dove era stato internato. Subito, di fronte alle baracche e al filo spinato trasformati in museo, il flusso della memoria comincia a scorrere e i ricordi riaffiorano con il loro carico di dolore e di rabbia. Ritornano la sofferenza per la fame e il freddo, l'umiliazione per le percosse e gli insulti, la pena profondissima per quanti, i più, non ce l'hanno fatta. E come fotogrammi di una pellicola, impressa nel corpo e nell'anima, si snodano le infinite vicende che parlano di un orrore che in nessun modo si riesce a spiegare, ma insieme i tanti episodi di solidarietà tra prigionieri, di una umanità mai del tutto sconfitta, di un desiderio di vivere che neanche in circostanze così drammatiche si è mai perso completamente.

La Calabria, Catanzaro, il Vaticano e il Paradiso sono gli scenari in cui si colloca la caricaturale e immaginaria storia del sofferto processo di canonizzazione del beato Luigi di Catanzaro. L'autore, in una narrazione carica ora di interiore sofferenza esistenziale e ora di severa irrisione della religione cristiana, affronta temi religiosi, sociali e politici che testimoniano la condizione e i sentimenti degli ebrei che, negli anni a cavallo tra le due guerre mondiali, assistettero alla nascita del nazismo.

Fu una guerra infinita tra fede e potere per mettere le mani sul vero tesoro dei Templari. Fu una lotta senza esclusione di colpi per scoprire il segreto celato in una pergamena a lungo contesa e grondante sangue sia cristiano che infedele. La sera dell'autunno 1313 a Querqueville, in Normandia, quando un forestiero moribondo confessò a Goffredo De Lor, il sacerdote chiamato ad assisterlo in punto di morte, il folle piano che avrebbe potuto cambiare il corso della Storia - ammesso e non concesso che la Storia abbia un corso univoco - tutto all'improvviso si complicò, trasformandosi in una lotta contro il tempo e il senso comune. E quando all'improvviso il grande orologio del tempo iniziò a ticchettare i suoi colpi più vibranti, ogni cosa precipitò nel caos: passato e presente si avvinghiarono in una ottenebrante lotta, le certezze vacillarono, la bussola della ragione si guastò. Fra tradimenti e apocalissi, colpi di scena e smarrimenti, in un continuo rincorrersi e fronteggiarsi tra i pochi Templari sopravvissuti, gli uomini del Re di Francia, quelli del Re d'Inghilterra e del Papa, la verità lentamente prese corpo. Ma non fu per nulla facile da accettare, ve lo assicuro... Parola dell'Ultimo dei Templari.

Ispirato a un personaggio storico realmente esistito, Mary Read, la donna pirata inglese vissuta a cavallo tra XVII e XVIII secolo e che ha terrorizzato in lungo e largo i Mar dei Caraibi. La piratessa racconta la storia di una donna alla quale fu concesso di vivere come tale solo per un brevissimo periodo di tempo. Calata sin da piccola nei panni del fratello per nascondere una gravidanza indesiderata, Mary cresce come un uomo fino ad arruolarsi come soldato di sua maestà. Diventerà una leggenda della pirateria di tutti i tempi.

Dall'incontro tra l'autore e un biografo francese del commediografo Carlo Gozzi, germoglia lentamente un racconto, parzialmente autobiografico, che prende in seguito la forma di libro. Una vicenda realmente accaduta, ambientata in una Venezia tardo-settecentesca, dove si dipanano intrighi politici e passioni amorose vere o presunte che ne costituiscono il tema centrale. Il filo dei ricordi infantili, che spesso si tuffano nelle antiche origini friulane, tesse il tutto, mentre le vite dei contemporanei si accavallano a quelle dei personaggi storici coi quali hanno sempre in comune qualcosa. L'autore ha posto la massima attenzione al rispetto della verità storica, con l'intento, tuttavia, di mettere in risalto più gli aspetti psicologici e la personalità degli attori storici che i tratti biografici, già ampiamente narrati da altri: il resto è vita.

L'opera di Renato Sandro Garau va a inserirsi nel filone classico del romanzo storico. I fatti narrati prendono spunto dalle vicende di due personaggi, artefici della rinascita delle miniere di Montevecchio: Giovanni Antonio Pischedda Terzita e Giovanni Antonio Sanna. Le speranze, aspettative e idee di sviluppo di questi due uomini sono narrate sin dal loro arrivo a Nasturzio e ad Albis. Le contingenze internazionali li fanno, però, uscire dagli angusti confini dei due villaggi. Sono gli anni del Risorgimento italiano, della prima industrializzazione. La zona sud-ovest della Sardegna, come parte del Nord Italia e alcune zone della Francia, è investita da un vento nuovo: quello del progresso. I due personaggi si trovano a vivere un'esperienza unica, che non sanno dove potrà condurli. Tra entusiasmi e incomprensioni, rischi, paure e riflessioni si intrecciano le loro vicende umane e finanziarie. Alla fine uno solo dei due rimarrà proprietario dei giacimenti minerari.

"Dario aveva sempre un'aria serena e a molti sembrava che parlasse da solo... Ma, in realtà, aveva un dono speciale". In questo romanzo il lettore è trasportato in un mondo di fantasia fatto di dialoghi, ricchi di particolare ironia, con le cose, gli animali e gli uomini. Siamo verso la fine del 1890. L'avventura del Maestro Vagabondo ha inizio in un paese della bassa veronese e si snoda lungo itinerari fantastici: costretto a lasciare in un convento di suore il proprio figlio Davide, può finalmente ritrovarlo, dopo sei lunghi anni, vissuti nel difficile compito di assecondare la volontà del Cielo. Durante la sua assenza, Davide ha dato vita ad una meravigliosa "Casetta del Cuore", un luogo ove tutti i cittadini possono recarsi e aprire il loro cuore, comunicando liberamente con ogni essere del Creato. Il Maestro Vagabondo conduce alla scoperta delle meraviglie della natura e della grandezza dell'animo umano, rispondendo al pressante richiamo che gli giunge non soltanto dagli uomini esemplare l'invito del suo amico Giacomo Puccini, persosi negli abissi del vizio e incapace di comporre musica ma dagli alberi, gli uccelli...

Giustino Rovata, archeologo dilettante, scopre in un campo nella zona mineraria del sud ovest della Sardegna i resti di una misteriosa cultura scomparsa dalla memoria comune. Una grande tomba contiene geroglifi ci del tutto simili a quelli egiziani. Rovata interpreta e trascrive quei segni, restituendo una storia che ha dell'incredibile: la biografi a di un "genio" vissuto intorno al 3300 A.C. Ued, il "fortunato", nasce ad Albesé, nei pressi dell'attuale Arbus, dall'amore clandestino di una schiava cretese e un giovane locale. Osteggiati come coppia e vittime dell'odio di una potente famiglia del villaggio, i due non vedranno Ued crescere e manifestarsi nella sua assoluta genialità. Fin da giovanissimo, infatti, riuscirà a modificare profondamente i processi di lavorazione artigianale e agricola, inventando la ruota, l'aratro e iniziando le tecniche metallurgiche. Considerato alla stregua di un Dio, seguendo il suo istinto e con l'aiuto di un amico mercante, decide di trasferirsi, prima in Egitto poi in Mesopotamia, dove contribuirà in maniera essenziale alla genesi delle civiltà egiziana e...

Durante l'assedio di Troia, Ulisse, il furbo per antonomasia, deve risolvere alcuni casi gialli che gli vengono prospettati: i misteriosi omicidi di cinque membri del suo esercito, e il furto del cuscino di Agamennone, custodito in un preziosissimo scrigno, donatogli da sua moglie Clitemnestra. Proprio da queste indagini, Ulisse trarrà lo spunto necessario per partorire l'idea del famoso cavallo di Troia, che porterà alla conclusione della guerra, facendola propendere in favore degli Achei.