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Quodlibet: Bis

Imparare dalla Luna

Stefano Catucci

Libro: Copertina morbida

editore: Quodlibet

anno edizione: 2019

pagine: 218

A cinquant'anni dallo storico sbarco di Apollo 11 la Luna è tornata al centro dei programmi di esplorazione dello spazio. Nuove nazioni si affacciano alla ribalta, a cominciare dalla Cina, ma accanto a loro si profilano gli interessi di gruppi imprenditoriali privati che guardano anche oltre la Luna, verso Marte, per iniziare nei decenni a venire una fase di colonizzazione impensabile fino a poco tempo fa. In gioco c'è ancora il prestigio dei governi terrestri, ma accanto alla competizione geopolitica lo spirito commerciale delle nuove imprese tende a ridimensionare l'alterità dello spazio rendendolo un ipermercato cosmico la cui realtà è tutta non solo da costruire, ma anche da pensare. Già da tempo la Nasa e, più di recente, il governo degli Stati Uniti hanno proposto linee-guida per tutelare da possibili contaminazioni quelli che appaiono, a tutti gli effetti, come i primi parchi archeologici della presenza umana fuori dalla Terra: i siti degli allunaggi delle missioni Apollo. Cosa significa, però, la volontà di proteggere quei luoghi? Quale valore possiamo attribuire alle tracce lasciate dagli uomini sulla Luna? Cosa comporta la volontà di equiparare a un tesoro culturale anche i rottami, gli scarti, la zavorra in cui consiste la maggior parte degli oggetti che vi si trovano? Come abbiamo elaborato l'eredità della prima Space Age e come ci stiamo accingendo ad affrontare quella che ormai si è aperta? Imparare dalla Luna è un viaggio a ritroso verso la storia dell'esplorazione spaziale e insieme un esercizio congetturale sulle prospettive imminenti del ritorno di esseri umani sulla Luna. Lo scopo è fare del nostro satellite una sorta di specchio da cui ricavare indicazioni su fenomeni che oggi, sulla Terra, rappresentano l'altra faccia del dominio della tecnica: la logica del turismo, il nostro rapporto feticistico con le cose del passato recente, l'estetizzazione dell'esperienza, la confusione fra testimonianza storica e spettacolo. Il tentativo è quello di provare a risvegliarsi dal XX secolo e dai modelli di sviluppo che l'hanno caratterizzato sfruttando la scia dell'impresa più straordinaria, popolare ed enigmatica che gli uomini abbiano compiuto in quell'epoca.
14,50 13,78

Utopie realizzabili

Yona Friedman

Libro

editore: Quodlibet

anno edizione: 2016

Tra i numerosi testi teorici pubblicati da Yona Friedman in campi differenti, dalla sociologia alla fisica "Utopie realizzabili" (scritto nel 1974) si presenta come un'apparente contraddizione in termini. Eppure avverte Friedman, credere in un'utopia ed essere contemporaneamente realisti non è una contraddizione, "un'utopia è, per eccellenza, realizzabile" a condizione di ottenere il necessario consenso collettivo perché un'utopia imposta con la forza non è più tale. Un'utopia generosa e non paternalista non può essere realizzata da una massa, solo i piccoli gruppi possono farlo perché solo al loro interno la comunicazione diretta è efficace: "la comunicazione generalizzata è quindi possibile solo quando i fatti da comunicare sono già noti a tutti in precedenza; non è possibile per propagandare idee nuove". La critica radicale della comunicazione globale abbozzata ben prima dell'avvento di Internet e la teoria del "gruppo critico", argomentate con un linguaggio piano e razionale, sono forse i risultati principali di questo studio che oltre alla teoria offre delle regole per la sua applicazione.
14,00 13,30

Descrizione della Cina

Descrizione della Cina

Matteo Ricci

Libro: Copertina morbida

editore: Quodlibet

anno edizione: 2015

pagine: 197

Scritto fra il 1609 e il 1610, poco prima della morte dell'autore, il testo di Matteo Ricci che qui pubblichiamo per la prima volta in forma autonoma è stato per secoli il veicolo principale attraverso cui l'Occidente ha conosciuto la Cina. Esso è parte integrante del resoconto scritto dal gesuita al termine della sua trentennale missione in Cina, che lo portò fino alla corte dell'imperatore Wan Li della dinastia Ming. Suddiviso in brevi capitoli, esso descrive l'Impero celeste nei molti suoi aspetti che stupirono, e ancora stupiscono, il lettore occidentale: dalla scrittura per ideogrammi all'arte della stampa, dalla "scoperta" dei ventagli alla medicina cinese, dalla complessa organizzazione dell'impero e della corte alla cerimonia del tè. E ancora: il ruolo dell'esercito, il confucianesimo, le sette religiose e gli eunuchi, il giudizo sulla poligamia, fino alla pratica disinvolta dell'infanticidio (soprattutto delle femmine), e alla mutilazione del piede delle donne, le quali addirittura non ricevevano un nome ma venivano designate con un numero. Per la vastità dei temi affrontati, l'efficacia dello stile che unisce concisione, parsimonia nel giudizio e concretezza anche brutale nelle descrizioni, ed evoca illustri precedenti quali Erodoto, Tacito o Tito Livio, questo libro può essere considerato uno dei capolavori dell'etnografia premoderna. Con una prefazione di Bernardo Valli e un saggio di Filippo Mignini.
14,00

Le vite di Spinoza

Le vite di Spinoza

Johannes Colerus, Jean-Maximilien Lucas

Libro: Copertina morbida

editore: Quodlibet

anno edizione: 2015

pagine: 218

Forse mai la figura di un filosofo appare con tanta vivezza come nelle due brevi biografie di Spinoza - tradotte qui per la prima volta in italiano che, pochi anni dopo la sua morte scrissero Jean-Maximilien Lucas e Johannes Colerus. Oltre a un vivace affresco dell'ambiente in cui egli visse, l'Olanda del secolo d'oro, e la cronaca del suo scontro con la comunità ebraica e con le sue tradizioni culminato nella scomunica (herem), il lettore troverà in queste pagine tutta una serie di episodi e aneddoti della vita del filosofo, il cui rilievo emblematico provoca e appassiona da secoli tanto i sostenitori che i detrattori dello "spinozismo". In realtà si è qui di fronte al paradosso di ogni autentica biografia filosofica: nel riso di Spinoza che osserva i ragni combattere, nel suo giustacuore lacerato dal coltello del fanatico (come nel gesto di Kant che a sera si avvoltola soddisfatto nelle coperte o in quello di Eraclito che si scalda nella bottega del fornaio), una vita divenuta indiscernibile dalla sua forma ci è restituita come un ultimo cristallo di pensiero, così limpido che di fronte ad esso non possiamo cessare di pensare. Prefazione di Giorgio Agamben. Introduzione di Filippo Mignini.
15,00

Filosofia del paesaggio

Paolo D'Angelo

Libro: Copertina morbida

editore: Quodlibet

anno edizione: 2014

pagine: 233

Cento anni fa Georg Simmel intitolava "Filosofia del paesaggio" un suo saggio famoso. Oggi, però, il discorso sul paesaggio sembra migrato verso altre discipline, come l'architettura o l'ecologia. Questo libro vuole riaffermare che il paesaggio è un oggetto precipuo della riflessione filosofica, perché non può essere compreso e salvaguardato se ci si rifiuta di prendere in considerazione la sua dimensione estetica. Si tratta dunque di ripercorrere la ricca riflessione filosofica sul paesaggio che si è sviluppata nel corso del Novecento, e di qui muovere a comprendere le sfide che pone la situazione del nostro tempo: il rapporto tra paesaggio e arte, in particolare quello con il cinema e con l'arte ambientale; il confronto critico con l'estetica ambientale e i suoi tentativi di dissolvere il paesaggio nell'ambiente; i diversi orientamenti dell'estetica e dell'ecologia. Ma si tratta anche di capire quale idea del paesaggio stia dietro gli interventi che su di esso si attuano, e in particolare quali concezioni fondano le politiche di tutela e riqualificazione, nella convinzione che il modo in cui ci rappresentiamo il paesaggio risulta decisivo per il modo in cui lo abitiamo.
15,00 14,25

Cento capolavori della letteratura cinese

Edoarda Masi

Libro: Copertina morbida

editore: Quodlibet

anno edizione: 2014

pagine: 453

Per un apparente paradosso, una delle più antiche letterature del mondo quella cinese - è per gran parte sconosciuta ai non specialisti. Alcuni testi poetici, qualche romanzo, qualche capolavoro del pensiero antico - messaggi isolati e privi di collegamento - sono tutto quanto arriva al pubblico, ancora oggi, del più vasto patrimonio letterario della storia umana. Con questo libro Edoarda Masi si propone di avvicinarci alla straordinaria bellezza di questa letteratura nei generi in cui eccelle: la poesia, con maestri come Wang Wei (699-761) e Du Fu (712-770); la storia, con "L'arte della guerra" (VI-V secolo a.C.) e "Primavera" di Li Dazhao, scritta all'epoca della rivolta dei Boxers; la narrativa, con il "Romanzo dei Tre Regni" di Luo Guanzhong (XIV secolo) e i "Racconti straordinari dello studio Liao" di Pu Songling (1640-1715); il teatro, con "Il padiglione a Ponente" di Wang Shifu (XIII secolo) e "Il ventaglio dai fiori di pesco" di Kong Shangren (1648-1718); e infine il pensiero filosofico, ortodosso o eretico. Di ogni opera presa in esame vengono forniti il soggetto o la trama, il contesto storico nel quale fu prodotta, le principali traduzioni nelle lingue occidentali. Un libro che è anche un viaggio sulle tracce di una grande civiltà attraverso cento testi, scritti in un arco di tempo di duemilacinquecento anni e in uno spazio vasto quanto un continente.
18,00 17,10

Il cimitero ebraico in Italia. Storia e architettura di uno spazio identitario

Il cimitero ebraico in Italia. Storia e architettura di uno spazio identitario

Andrea Morpurgo

Libro: Copertina morbida

editore: Quodlibet

anno edizione: 2014

pagine: 255

Il volume è frutto di un'accurata indagine dei luoghi di sepoltura ebraici dal punto di vista della storia dell'architettura e delle città. Dagli "orti" o "campacci" medioevali e rinascimentali fino alle sezioni israelitiche nei moderni cimiteri ottocenteschi, la regolamentazione di questi spazi è stata spesso l'occasione per ridefinire i rapporti fra la comunità e questa antica minoranza, fra tentativi di assimilazione e antigiudaismo, andando ben al di là degli aspetti pratici del problema. Passando in rassegna i cimiteri israelitici di Trieste, Roma, Milano, Torino, Firenze, Livorno, Venezia fino a quelli di comunità più piccole ma non meno significative come Bologna, Ferrara, Modena, Ancona o Napoli, ci si accorge che lo studio di queste architetture simboliche e dei luoghi destinati al ricordo svela il loro valore altamente metaforico: lo studio di queste speciali "città dei morti" è in grado di restituirci un affascinante intreccio di storie e memorie che è parte integrante e inscindibile della storia d'Italia.
16,00

Ars est celare artem. Da Aristotele a Duchamp

Paolo D'Angelo

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2014

pagine: 175

La miglior retorica è quella che non si nota. Se chi ci ascolta si accorge che stiamo usando degli artifici, l'effetto è compromesso. Gli avvocati di una volta lo sapevano: guai a farsi sospettare esperti, guai a far trasparire le proprie capacità. Non per nulla l'idea che la vera arte consista nel nasconder l'arte è stata teorizzata per la prima volta nella retorica classica, da Aristotele a Cicerone. Ma, a partire da qui, questo curioso paradosso compie una carriera inaspettata, proliferando nei campi più disparati: dalla cosmetica alla politica, dall'arte del tiro con l'arco a quella del giardino, dal galateo all'abbigliamento, senza dimenticare naturalmente le arti nel senso consueto della parola, dalla pittura alla musica, dalla danza alla poesia. Come dovrebbe fare ogni buon saggio di storia delle idee, questo libro mette in rapporto luoghi, autori e testi tra i quali non sospetteremmo alcun collegamento. Si dipana così una storia che attraversa tutta la cultura occidentale, dall'anonimo del "Sublime" al "Cortegiano" di Baldassar Castiglione, dai moralisti francesi a Leopardi, da Ovidio a Dryden, da Michelangelo a Duchamp, ma a partire dalla quale è possibile gettare un ponte anche verso le filosofie orientali dello Zen e del Tao. Ma attraverso la storia dell'"ars est celare artem" scopriamo anche qualcosa di essenziale per l'idea stessa di arte, il suo essere sempre inevitabilmente regola e invenzione, tecnica e creatività, tradizione e innovazione.
13,50 12,83

La fine dell'avanguardia

Cesare Brandi

Libro: Copertina morbida

editore: Quodlibet

anno edizione: 2013

pagine: 194

Il saggio che dà il titolo al presente volume è del 1949, e costituisce uno di quei felici casi in cui non solo un testo dopo tanti anni non ha perso smalto e vigore, ma addirittura continua a fornire suggerimenti interpretativi in ambiti del reale non prevedibili per lo stesso autore. Parlando di "fine dell'avanguardia" Brandi chiama in causa un paradigma dell'opera d'arte e della funzione dell'artista che fa risalire al romanticismo che con le avanguardie novecentesche raggiunge il suo punto di estenuazione e che non sembra più lasciare spazio a nuove modalità espressive degne del titolo di "arte". L'unica supplenza è ormai costituita, in Occidente, dai "circenses": il cinema, che per Brandi non potrà mai costitutivamente assurgere alla funzione di opera d'arte, e lo spettacolo sportivo. La parabola presa in esame, in cui viene alla luce una formidabile padronanza non solo del campo pittorico, ma anche di quello architettonico, musicale, letterario, coinvolge ambiti culturali più ampi, dalla politica alla filosofia, e si rivela in grado di setacciare ogni tipo di geografia spazio-temporale.
13,50 12,83

Stupore e dialettica

Stupore e dialettica

Pavel Aleksandrovic Florenskij

Libro: Copertina morbida

editore: Quodlibet

anno edizione: 2013

pagine: 110

Questo scritto, finora inedito in italiano, potrebbe fungere da guida e da incentivo per chiunque, in quest'epoca di disorientamento del pensiero, si accinga a intraprendere lo studio della filosofia. La domanda di fondo investe le strategie che l'uomo, nel corso della storia, ha messo a punto per "spiegarsi" la realtà. E tale domanda è sollevata a ragion veduta: Florenskij è - caso quasi unico - un pensatore in grado di rievocare la figura dell'intellettuale rinascimentale capace di padroneggiare gli ambiti più svariati della conoscenza. Egli fu fisico, matematico, ingegnere elettrotecnico, ma anche filosofo e teologo, teorico dell'arte e linguista. Ma in tutto questo egli non indulge a sincretismi o tenere conciliazioni; raramente si può assistere a una presa di posizione così severa nei confronti delle pretese verità delle scienze, a un uso di argomenti tanto sottili da anticipare molti temi centrali dell'epistemologia novecentesca. Persino il "discorso comune" (con la sua "ricchezza disordinata" e la sua "vita caotica") pare avere, rispetto al "vuoto ordinato e la morte" delle scienze, maggiori speranze di attingere al vero.
10,00

Ambienti animali e ambienti umani. Una passeggiata in mondi sconosciuti e invisibili

Jakob von Uexküll

Libro: Copertina morbida

editore: Quodlibet

anno edizione: 2013

pagine: 166

Scritto nel 1933, "Ambienti animali e ambienti umani" è l'opera matura di uno dei maggiori biologi del secolo appena trascorso, un classico del pensiero europeo del Novecento che ha formato intere generazioni di studiosi del comportamento animale e della natura umana, in ambito scientifico, filosofico e persino letterario. Uexküll è considerato il fondatore dell'etologia contemporanea e un importante precursore dell'ecologia. Ma la sua nozione di "ambiente", termine che è lui stesso a introdurre in ambito scientifico, è ben più avanzata di quella dell'odierna vulgata ambientalista: non a caso è declinata al plurale. L'ambiente in cui e di cui vive una determinata specie, il paguro o la volpe, la talpa o la zecca, è una sfera separata e impenetrabile al punto da indurre l'autore a parlare, nel sottotitolo, di mondi "sconosciuti e invisibili". Questi mondi o ambienti sono parte costitutiva dell'animale, che non può essere "compreso" senza che si provi ad accedere a essi: parafrasando Heidegger (peraltro suo grande e immediato estimatore) si potrebbe dire che la "struttura ontologica" di un animale coincide esattamente col suo "essere-nel-(rispettivo)-ambiente".
13,50 12,83

Sovrapposizioni. «Riccardo III» di Carmelo Bene. «Un manifesto di meno» di Gilles

Gilles Deleuze, Carmelo Bene

Libro: Copertina morbida

editore: Quodlibet

anno edizione: 2012

pagine: 146

"È come se ci fossero due operazioni opposte. Da un lato si eleva a 'maggiore': di un pensiero si fa una dottrina, di un modo di vivere si fa una cultura, di un avvenimento si fa Storia. Si pretende così riconoscere e ammirare, ma, in effetti, si normalizza. Succede lo stesso per i contadini delle Puglie, secondo Carmelo Bene: si può dar loro teatro, cinema e persino televisione. Non si tratta di rimpiangere i bei tempi andati, ma d'essere sgomenti di fronte all'operazione che subiscono, l'innesto, il trapianto fatto alle loro spalle per normalizzarli. Sono divenuti maggiori. Allora, operazione per operazione, chirurgia contro chirurgia, si può concepire l'inverso: in che modo 'minorare' (termine usato dai matematici), in che modo imporre un trattamento minore o di minorazione, per sprigionare dei divenire contro la Storia, delle vite contro la cultura, dei pensieri contro la dottrina, delle grazie o delle disgrazie contro il dogma?." (Dal testo di Gilles Deleuze)
13,50 12,83

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