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Quodlibet: Compagnia Extra

La steppa

Anton Cechov

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2017

pagine: 181

La steppa è il viaggio in carrozza di un ragazzino di campagna, Egóruška, che la madre ha mandato a studiare al ginnasio di una grande città: l’immensa steppa ucraina, gli incontri a sorpresa lungo il viaggio, le sensazioni incantate del ragazzino, il bagno nel grande e placido fiume, le soste, i paurosi racconti dei contadini. Scritto nel 1888, all’età di ventotto anni, Čechov considerava questo racconto il suo capolavoro; giudizio peraltro condiviso anche da altri scrittori come Leskov e Saltykov-Ščedrin, che lo paragonarono a Gogol’ e Tolstoj. «Vai, vai, guardi avanti, la steppa è sempre la stessa steppa sconfinata che era prima: non si vede la fine!». Con un testo di Fausto Malcovati.
14,00 13,30

Guida all'installazione di un futuro me

Ugo Coppari

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2025

pagine: 162

Romanzo insolito che riguarda un futuro già in atto. In cosa consiste la nostra vita? Siamo traducibili in dati? In quest’epoca ossessionata dal mito dell’immortalità digitale, l’autore tenta di ricostruire il senso della propria esistenza attraverso la registrazione maniacale in forma di lista di tutte le esperienze vissute, che poi diventano un resoconto dal forte lirismo. Guida utile per quell’eventuale programmatore futuro che dovrà installare il gemello digitale di una persona, trasformandolo in anima digitale con cui poter dialogare dopo la morte fisica. È anche un dubbio sui limiti dell’intelligenza artificiale e sul valore della narrativa, capace di dire ancora qualcosa in questa sfuggente, sparpagliata e oscura contemporaneità.
16,00 15,20

Noterelle d'uno dei Mille. Da Quarto al Volturno

Giuseppe Cesare Abba

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2025

pagine: 258

È il diario di un giovanotto di 21 anni che partecipa sconsideratamente all’impresa dei Mille, con Giuseppe Garibaldi alla testa. S’imbarca a Quarto vicino a Genova il 5 maggio 1860, gli danno uno schioppo arrugginito con venti cartucce, ma questo non diminuisce il suo adolescenziale entusiasmo, e parte per un’avventura tutta romantica, indeterminata, in una Sicilia quasi esotica, con Garibaldi che fa le sue apparizioni come un arcangelo, che le palle nemiche esitano a colpire, un’avventura dissennata ma fortunata, in un’aura quasi sacra e già da leggenda; e pure lui, Abba, sarà fortunato, perché non viene mai neppure scalfito; e a Palermo avrà gli occhi solo per le belle ragazze affacciate ai balconi ad applaudirli, com’è naturale a quell’età giovanile. Un’impresa descritta da un punto di vista minore, ingenuo, affettivo, avvincente. Sono taccuini che Abba ha scritto negli intervalli tra una marcia e una sparatoria, poi revisionati con migliorie letterarie e ricordi aggiunti vent’anni dopo; la prima pubblicazione è del 1880, voluta da Giosuè Carducci per la sua importanza documentale, ma anche per il valore poetico. Il testo è stato curato da Renato Polizzi, cui segue la sua illuminante postfazione.
16,00 15,20

La morte di Ivan Il'ic

Lev Tolstoj

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Quodlibet

anno edizione: 2025

pagine: 128

Questo racconto, La morte di Ivan Il’ič, viene pubblicato nel 1886, quando Tolstoj aveva 58 anni, aveva già scritto i suoi maggiori capolavori e il pensiero della morte cominciava a roderlo, anche in seguito alla morte di un conoscente, che, com’è naturale, lasciava un posto vuoto che altri, i colleghi, occuperanno con malcelata soddisfazione. Ivan Il’i č è un magistrato, che fa carriera come era naturale, poi un piccolo dolore a un fianco, e da lì il male, che via via si aggrava e lo porta a quel capitolo finale che prima o poi tocca a tutti, lo sprofondamento a fatica nel sacco nero, lo spavento, raccontato magistralmente, semplicemente, entrando nella mente del moribondo; il quale capisce che in fondo la sua vita era stata solo quel che doveva essere; adesso nel punto estremo, voleva solo liberare gli altri, la moglie, il figlio, dalle sue sofferenze. Poi l’illuminazione, lo squarcio di gioia, perché finalmente la morte era finita. È una lettura emozionante, che non si dimentica più.
12,00 11,40

Il pensatore solitario

Ermanno Cavazzoni

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Quodlibet

anno edizione: 2025

pagine: 176

«Se la specie umana facesse le uova e questo fosse il suo modo di riprodursi, forse la civiltà avrebbe preso un’altra direzione.» Grandi pensate sul mondo presente, forse a volte un po’ fantasiose, ma anche molto realistiche, che non sono mai venute in mente a nessun politico e a nessun opinionista televisivo di destra, di sinistra o di centro: su come salvare l’Italia grazie alle legioni di pensionati, sulle tasse e su come eliminarle, sulle erbacce e sul loro interesse, sul numero infinito di arti, sulla moderna famiglia elettrodomestica, sull’errore come legge dell’universo, e così via; tante soluzioni e riflessioni che riprendono l’antico e bellissimo genere della satira, un po’ comico, un po’ tagliente, un po’ necessario per respirare liberamente.
15,00 14,25

Venerati maestri. Operetta immorale sugli intelligenti d'Italia

Edmondo Berselli

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Quodlibet

anno edizione: 2025

pagine: 288

Ce n’è per tutti in questo bellissimo, veritiero e divertente libro di Edmondo Berselli: per tutti quei personaggi pubblici ancora viventi, parlanti e onnipresenti in tv, che sanno il futuro e non ci prendono mai, dirigono l’opinione corrente e il conformismo diffuso, a proposito di arte, politica ecc.; si presentano come maestri, ma sono come i playboy dei rotocalchi, famosi per un’estate e poi più nulla, patetici residuati sbiaditi, fatti di vanterie. Ci sono tuttora questi maestri di successo, perdurano, ossia tirano a campare con ostinazione senza demordere, finché saranno solo una scoreggina che ha fatto molta puzza, e che il vento della storia avrà disperso oltre lo strato d’ozono. Le tre categorie che Berselli riprende da Arbasino ed applica su larga scala sono: le giovani promesse che però restano sempre tali, il solito stronzo ed è la maggior parte, il venerato maestro, raro, ma sempre però prossimo a diventare il celebrato cazzone. La sua vena è del grande scrittore satirico, che rivela la verità che tutti in cuor loro sanno, di quest’ultimo mezzo secolo passato tra le bugie e le sopravvalutazioni; quando forse certe canzoni ritenute di quarta categoria, hanno contato di più degli stimati maestri del pensiero, dei quali in privato tra amici si sghignazzava. Storia di tutti noi, che dalle promesse ideologiche, anzi no, che dalla fede un po’ cieca in certi intellettuali sovrastimati, siamo giunti di disillusione in disillusione a quella verità sempre sospettata e creduta indicibile. È anche la storia del conformismo, come è evoluto, come è cambiato, e come è restato sempre però conformismo, che ti chiama all’appello e a cui si risponde per non fare brutta figura, su film, romanzi, rinomati scrittori, parvenze di filosofia cui abbiamo creduto di credere. Il libro è del 2006, ma col passare del tempo si dimostra sempre più convincente, pieno di verità e comico in abbondanza.
16,00 15,20

Memorie del sottosuolo

Fëdor Dostoevskij

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2025

pagine: 386

"Memorie del sottosuolo" esce nel 1864 sulla rivista «Эпóха» (Epoca), e precede i grandi e famosi romanzi. È uno dei racconti più tremendi, dolorosi, contagiosi e ammirevoli che mai siano stati scritti; e che va riletto ogni qualche anno per tornare a patire assieme al protagonista e goderne. Con spunti anche di angosciante comicità come ad esempio la figura indimenticabile del servo Apollon, uno dei tanti meravigliosi servi che compaiono solo nella letteratura russa dell’Ottocento, e impersonano il tormento dei loro miserabili padroni. Il protagonista narrante è l’uomo che teme di essere un nulla, che da tutto è ferito, uomo orrendo, chiuso nel cerchio dell’egoismo, con la disgrazia della consapevolezza che lui ritiene superiore intelligenza. La prima parte (Il sottosuolo) sono le sue riflessioni, e la si può anche leggere dopo, anzi lo consiglio, di incominciare dalla seconda (A proposito della neve umida) che è questo stesso uomo in azione, cioè in mezzo agli altri, che lo guardano e lo considerano con disgusto, a suo parere, in ufficio, per strada, al terribile pranzo tra amici, dove però non è invitato, non lo vorrebbero, e nella sala del ristorante cammina avanti e indietro come un fastidioso corpo estraneo, e il lettore soffre e si vergogna assieme a lui che sprofonda sempre più in un irrimediabile disagio, che si protrae come un incubo ridicolo e perfino stupefacente. E poi c’è Liza, la giovanissima e disarmata prostituta, che potrebbe aprirgli una via di salvezza; e invece alla sua volontaria e ricercata abiezione non c’è fine. Non lo legga chi è di debole costituzione.
14,00 13,30

Poesia demenziale da Ferdinando Ingarrica a oggi

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2024

pagine: 320

Le ingarrichiane (o incarrigate) sono poesiole leggermente dementi e zoppicanti, ancora oggi abbastanza diffuse nel mondo dei social. L’inventore inconsapevole fu il magistrato napoletano Ferdinando Ingarrica, che nel 1834 pubblicò le sue Cento anacreontiche, strofette di travolgente e ingenua bruttezza (La poesia è quella cosa / ch’è diversa dalla prosa / È perciò che prosa e vers / Sono generi divers), diffuse poi oralmente e ripetute con divertimento nella sua Napoli. Senza saperlo aveva fondato un genere. Qui è pubblicata integralmente l’opera demenziale di Ingarrica, e un’ampia antologia dei suoi prosecutori, Luciano Folgore e i futuristi di «Lacerba» (che chiameranno maltusiani questo tipo di versi idioti ed epigrammatici), Ettore Petrolini, Antonio Gramsci, Curzio Malaparte, Mino Maccari, fino ai tanti contemporanei cultori, tra i quali Stefano Bartezzaghi e Umberto Eco. Il curatore Stefano Tonietto ricostruisce per la prima volta la vita di Ingarrica e racconta, passo per passo, la curiosa evoluzione di questo genere poetico nascosto, scherzoso e dalla forte capacità satirica.
19,00 18,05

Leggende, fatti e meraviglie di Napoli

Alexandre Dumas

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2024

pagine: 640

Quest’opera di Dumas si legge come un romanzo; pubblicata in francese nel 1843 col titolo "Le Corricolo", che è il nome di una piccola carrozzella tirata da un cavallo con la quale Dumas poteva girare per Napoli e passare per i più stretti vicoli, dove raccoglieva e si appuntava i tanti aneddoti, le osservazioni dirette, i racconti e le leggende che circolavano per questa città unica, molto amata, piena di vita, come un’Italia a sé, con la sua storia, i suoi usi e costumi e le credenze leggermente pagane; e dove uno sfarzo meraviglioso stava accanto alla più toccante miseria. L’amore per l’Italia lo mise poi al fianco di Garibaldi nella famosissima spedizione dei Mille che terminò appunto a Napoli, dove nel 1864 fu nominato Conservatore dei Musei, promuovendo gli scavi di Pompei. Qui parla animatamente della singolarità dei quartieri di Napoli, dell’opera lirica, dei cosiddetti lazzaroni, del re «Nasone» Ferdinando I con relativi e risibili aneddoti, della jettatura e degli jettatori più potenti e innominabili, e poi san Gennaro coi relativi miracoli, l’ingresso all’Inferno, ecc. ecc., e anche parla delle sue personali avventure napoletane. Tutto scritto con la maestria e la vivacità del Dumas romanziere fluviale, allora al colmo della sua gloria. La postfazione di Luigi Morrone inquadra il libro nella vita di Dumas a quell’epoca, e delle sue fonti d’informazione.
22,00 20,90

Teatri minimi della Valpadana. Trentuno drammi & drammetti pubblici e privati

Francesco Permunian

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2024

pagine: 176

La capacità straordinaria di "Permunian" è di rimescolare il torbido che c’è nelle vite, in certe vite; e anche continuamente di far sorridere di gusto, un po’ satanicamente, in un infernetto spirituale di quarta categoria, che è il suo bello originalissimo. Cosa c’è nel libro? C’è, tra i tanti casi narrati, un alto e stimato dirigente scolastico che si trasforma in un serial killer di vecchiette, operante qui e là per la Valpadana. Ingenue pulzelle ingravidate da preti, che più per lussuria che per amore buttano poi la tonaca alle ortiche. E c’è il protagonista stesso del libro, un tremulo e patologico masochista esperto nella Lingua dei Segni, che s’innamora e poi sposa una giovane sordomuta che finirà per impiccarsi davanti ai suoi occhi. Cioè un’allegra e sgangherata compagnia di guitti e buffoni che si agitano sulle assi polverose di un palcoscenico di provincia, con lazzi, anatemi e battute che stanno tra le comiche di Ridolini e il teatro della morte di Kantor.
15,00 14,25

Voci dal piano di sotto

Gianfranco Mammi

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2024

pagine: 240

Trentuno racconti brevi che danno vita ad un universo di moderata follia; casi semipatologici di persone che s’impuntano: alcuni lo fanno in piccolo, quasi con un velo di discrezione, così, senza nemmeno accorgersene; altri s’immolano in grande stile alla catastrofe, con improvvise ventate di surrealtà, che è solo un altro aspetto della realtà. Storie sempre storte e a sorpresa, in una lingua campagnola, direbbe Gianni Celati per lodarla, dove i personaggi si presentano in genere con cognomi impoetici e felicemente stonati. Ci sono, nelle ultime due narrazioni in particolare, scorci della città di M*, che esiste effettivamente, ma che secondo Mammi non è ancora matura al punto giusto per apparire col nome intero.
16,00 15,20

Senilità

Italo Svevo

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2024

pagine: 304

È un libro che, come i più grandi libri, si può leggere e rileggere, e ogni volta è una sorpresa, una scoperta e una sempre appassionante vicenda d’amore contorto. È il romanzo di Angiolina, una ragazza del popolo, povera ma bella e in naturale salute, nelle mani di un nevrastenico, sospettoso, geloso, insicuro, che non la può sposare per la differenza di ceto sociale, e che si tormenta tra l’amore divenuto una malattia, la sorella infelice aggrappata a lui, e l’amico scultore, esempio contrario di vita tenuta salda in mano; in una Trieste di malelingue di fine Ottocento, che dall’alto si apre sul panorama del mare bellissimo e sui fanali notturni del porto. Non è lo Svevo più conosciuto e scolasticizzato, ma è quello che, nonostante il successo nullo al momento della pubblicazione (1898), è stato il più apprezzato da Joyce, e da Montale che parla di «romanzo perfetto».
14,00 13,30

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