L'opera di Riccardo De Marchi (Tarvisio, 1964) invita l'osservatore a un esercizio ermeneutico. Le sue sequenze lineari dei buchi, scalati in righe sovrapposte su diverse superfici - in alluminio, in plexiglas o polietilene - esibiscono impaginati e formati di scritture lontane, indecifrabili, che tanto più perentoriamente si affermano quanto più si sottraggono alla lettura e alla comprensione. Allineati e alternati in diametri diversi, assumono l'aspetto di impaginati artistici, dittici arcaici, textures alfabetiche. Ma l'ossessione scritturale di De Marchi va oltre, invadendo oggetti comuni, copertine di dischi, cucchiai, conchiglie e cartoline, come fosse una marcatura indelebile e misteriosa delle cose. Il silenzio dei segni che De Marchi mette in scena non è altro che l'apertura di uno spazio di lettura negato e, proprio per ciò, di una scrittura in permanente stato di attesa.
Riccardo De Marchi. 2777. Catalogo della mostra (Brescia, 21 aprile-23 giugno 2017). Ediz. italiana e inglese
Titolo | Riccardo De Marchi. 2777. Catalogo della mostra (Brescia, 21 aprile-23 giugno 2017). Ediz. italiana e inglese |
Curatore | M. Scotini (cur.) |
Traduttore | A. Venables |
Collana | Arte |
Editore | Silvana |
Formato |
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Pagine | 73 |
Pubblicazione | 11/2017 |
ISBN | 9788836637584 |