Analogon
Le tavolette di bosso di Apronenia Avizia
Pascal Quignard
Libro: Libro in brossura
editore: Analogon
anno edizione: 2017
pagine: 160
Esempio dell’abilità artistica di Pascal Quignard, questo particolare romanzo intreccia con eleganza elementi formali della poesia giapponese e tratti della cultura Heian con il mondo declinante della Roma tardo-imperiale. Senza mai svelare la finzione, Quignard simula il ritrovamento del diario di un’anziana patrizia romana, Apronenia Avizia, vissuta all’epoca delle invasioni barbariche e dell’affermazione del Cristianesimo. Quignard fornisce le fonti del testo, copia dell’originale inciso su tavolette di bosso cerate: annotazione di acquisti di vini e tessuti, ma anche di umori, percezioni, sogni, ricordi, liste di avvenimenti piacevoli, avversioni, preferenze sessuali. Benché Quignard presenti il diario come una traduzione dell’originale latino, agli occhi di un lettore attento il testo non soltanto si rivela intessuto di allusioni a opere di autori classici (Ovidio, Lucrezio, Petronio, fino a calchi di celebri epigrammi di Marziale) ma la sua struttura riprende lo stile del sôshi giapponese, con richiami formali e contenutistici alle «Note del guanciale» di Sei Shōnagon, scrittrice e dama di corte dell’imperatrice Sadako, vissuta nel Giappone del X secolo.
Trionfo del tempo-La voce perduta
Pascal Quignard
Libro: Libro in brossura
editore: Analogon
anno edizione: 2017
pagine: 130
Con i quattro racconti riuniti sotto il titolo «Trionfo del tempo», scritti nel 2006, Quignard inaugura un nuovo genere narrativo: un racconto-cornice, che racchiude tre racconti interni come «una sonata di racconti», inizia con un ricordo d’infanzia doloroso, termina con un Lied di Schubert, quasi una ninna nanna dove riecheggiano le canzoni che la giovane balia tedesca gli cantava da piccolo per addormentarlo. In mezzo, la storia di un uomo che deve vagare a lungo prima di saper amare; l’incontro di Racine bambino con l’ombra di Virgilio; l’arrivo di un mendicante che viene dal mondo dei morti. Da una storia all’altra il lettore, portato in un altro mondo e in un altro tempo, non può che abbandonarsi al movimento visionario della scrittura. È il tempo del sogno che trionfa: tempo dei fantasmi, dell’eterno ritorno, della sopravvivenza, della ripetizione di un tema nelle sue infinite variazioni. Segue il racconto «La voce perduta», scritto 15 anni prima, dove l’ossessione di Quignard per il tempo fuori del tempo, per il mondo d’oscurità, d’acqua, di suoni da cui veniamo e di un impossibile ritorno, trova espressione delicata e potente grazie alla forma del racconto fantastico.
Antisemitismo. Un'intervista internazionale (1893)
Hermann Bahr
Libro: Libro in brossura
editore: Analogon
anno edizione: 2017
pagine: 236
«Non confuterò l’antisemitismo, cosa che è stata fatta mille volte ed è sempre vana. Chiedo semplicemente con quali sentimenti le persone istruite delle diverse nazioni si pongano nei confronti di questo spettro che si aggira tra i popoli, e che risposte ne traggano. Forse in futuro questo risulterà un curioso documento sulla condizione dello spirito umano nel 1893». E lo è, oltre 120 anni dopo, soprattutto alla luce o all’ombra di ciò che è successo nel secolo scorso e di ciò che minaccia sempre di succedere ancora, si chiami antisemitismo o intolleranza verso l’altro. Nell’articolo in prefazione Ezio Mauro traccia il senso di questo incombente eterno ritorno e ricostruisce in una bruciante analisi dell’esistente le fasi dei fatali esiti di ogni movimento irrazionale fondato sulla paura e sull’annullamento dell’umanità altrui: «esiste una scala nell’antisemitismo che è specifica ma rimanda un’eco per tutti i razzismi e le xenofobie: stigmatizzazione, conversione forzata, discriminazione, segregazione, espulsione, aggressione, sterminio». Bahr intervista politici, accademici, scrittori, artisti per chiarire le origini politiche, storiche, psicologiche dell’antisemitismo.
Tutte le mattine del mondo
Pascal Quignard
Libro: Libro in brossura
editore: Analogon
anno edizione: 2017
pagine: 126
Pubblicato per la prima volta nel 1991, da anni introvabile in traduzione italiana, il capolavoro di Quignard torna oggi alla luce. La sua fama si è consolidata grazie all'omonimo film diretto nello stesso anno da Corneau, interpretato da Gérard Depardieu e con la colonna sonora eseguita da Jordi Savall. Libro, film, musica, conoscono da allora un successo senza precedenti. La storia ruota intorno a un oscuro compositore e suonatore di viola da gamba nella Francia del Re Sole, Monsieur de Sainte Colombe, che rimasto vedovo con due bimbe in tenera età trova conforto al suo immenso dolore dedicandosi interamente allo strumento che perfeziona e al quale inizia le figlie. La famigliola costituisce uno straordinario trio di virtuosi. Ossessionato dal ricordo della moglie s'immerge in un mondo tutto suo dove, sull’onda della musica, riesce a stabilire un contatto quasi tangibile con l’amata consorte. Un giorno nella vita della famiglia compare il giovane Marin Marais. Le esistenze del maestro e dell'allievo s’incrociano per poi allontanarsi in direzioni sempre più divergenti, in un confronto che rivela a entrambi il senso del proprio essere e il significato più profondo della musica.
La bella Magelone. Con scritti sul ciclo op.33 di Brahms di Max Kalbeck, Max Friedländer, Eric Sams, Dietrich Fischer-Dieskau, Graham Johnson
Ludwig Tieck
Libro: Libro in brossura
editore: Analogon
anno edizione: 2016
pagine: 212
In questo piccolo volume vengono presentati la prima traduzione italiana della «Novelle» di Ludwig Tieck «Liebesgeschichte der schönen Magelone und des Grafen Peter von Provence» (1797) e il commento storico, estetico e musicologico ai Lieder che Johannes Brahms compose sulle poesie inserite nei singoli capitoli di quel racconto (Die schöne Magelone op. 33). Complessivamente, tra la prima fonte a stampa della vicenda narrata (Pierre de Provence et la Belle Maguelonne, 1440 ca.) e il ciclo di Lieder (1862-69) passano circa 400 anni. La letteratura secondaria sul capolavoro di Brahms qui tradotta copre altri cento anni abbondanti (dal 1904 al 2014) ed è rappresentata al meglio dai massimi cultori della vita del compositore e dell’arte del Lied: Max Kalbeck, Max Friedländer, Eric Sams, Dietrich Fischer-Dieskau, Graham Johnson.
Il concerto. Commedia in tre atti. Con gli scritti su Richard Strauss e l'epistolario Bahr-Strauss
Hermann Bahr
Libro: Copertina morbida
editore: Analogon
anno edizione: 2016
pagine: 212
Broadway, Hollywood, il cinema tedesco e la televisione non si lasciarono sfuggire l'occasione di portare alla ribalta i favolosi personaggi di questa brillante commedia di conversazione scritta da Hermann Bahr nel 1909 e dedicata a Richard Strauss, dove la musica di un "concerto" che in realtà è tutt'altra cosa (una scappatella coniugale) aleggia evocando la più raffinata delle operette di Johann Strauss o la più leggera delle opere di Richard Strauss. Volteggiando nelle residenze lussuose di un pianista virtuoso, meno virtuoso come marito, un uomo fatuo circondato da donne infatuate, in una luminosità accecante d'interni ed esterni, Bahr ci mostra il lato luminoso (con qualche ombra) della galassia dei musicisti. C'è ben poco di ibseniano nel dramma coniugale che dà sostanza alla commedia: il quartetto di protagonisti (rivisitazione di quello mozartiano in "Così fan tutte") affida le proprie passioni a un perpetuo movimento di scherzo con accenni di trio (o triangolo) dove i toni drammatici e le isterie personali e coniugali sono relegati a voci secondarie. In appendice: il gustoso epistolario Bahr-Strauss e brillanti scritti su Strauss.
Per canto e piano. L'interpretazione di 50 Lieder
Gerald Moore
Libro: Copertina morbida
editore: Analogon
anno edizione: 2016
pagine: 316
Un'occasione d'oro: entrare nello studio del grande, ormai leggendario accompagnatore Gerald Moore, e studiare con lui 50 tra Lieder tedeschi, Songs inglesi, Mélodies francesi, Romanze russe. Pezzi noti del repertorio concertistico, ma anche gemme rare che, grazie alla lettura pratica e immediata di Moore, desideriamo subito conoscere meglio, da interpreti o da ascoltatori. Così scriveva Moore nella sua premessa: "Nelle pagine che seguono non è mia intenzione offrire al lettore un'analisi critica dei cinquanta Lieder presi in considerazione (è tuttavia possibile che una nota analitica mi sia scappata qua e là), ma piuttosto spiegare agli esecutori come suonarli e cantarli, e soprattutto suggerire delle linee interpretative. Spero non sia passata inosservata la parola suggerire, usata di proposito: molte strade portano al cielo, e se da un lato sono certo che la mia non conduca alla rovina, dall'altro non pretendo comunque che sia l'unica". Questo ironico understatement è anche la cifra del libro: ma ciò non tragga in inganno, perché pochi hanno idee chiare sulla musica e mani salde sulla tastiera al pari di Gerald Moore, il re degli accompagnatori.
Fink e Fliederbusch. Commedia in tre atti
Arthur Schnitzler
Libro: Copertina morbida
editore: Analogon
anno edizione: 2016
pagine: 188
Su Hugo Wolf. Volume 1
Libro: Copertina morbida
editore: Analogon
anno edizione: 2016
pagine: 310
"La vicenda di Wolf è una delle più straordinarie in tutta la storia dell'arte, e permette uno sguardo privilegiato nei misteri del genio umano" (R. Rolland). In questo primo volume a cura di Erik Battaglia sono raccolti saggi e scritti sul compositore austriaco dal 1890 al 1937: Hugo Wolf (Date dalla mia vita), Romain Rolland (Hugo Wolf, 1908), Riccardo Prati (Hugo Wolf, 1914), Friedrich Eckstein (Ricordi wolfiani, 1935), Edmund Hellmer (Istantanee sfocate, 1921; I Michelangelo-Lieder, 1899), Felix Weingartner (Un ricordo di Hugo Wolf, 1928), Josef Schalk (Quattro saggi su Wolf, 1890-98), Ernest Newman (I Lieder "italiani", 1937; Le opere per il teatro, 1907), Joseph Marx (Der Corregidor; Il cantore della primavera), Max Reger (L'eredità artistica di Hugo Wolf, 1904), Hermann Hefele (Lettera a Hugo Wolf, 1919). Con tre poesie su Wolf di Detlev von Liliencron, Carl Hauptmann e Frieda Zerny.
Vita e morte di Nitardo
Pascal Quignard
Libro: Copertina morbida
editore: Analogon
anno edizione: 2016
pagine: 48
Un inedito di Pascal Quignard. "Raro l'istante in cui si coglie sulle labbra di un bambino l'istante in cui il suono diventa parola. Molto rari gli uomini che hanno potuto vedere filmata, o disegnata, la scena esatta in cui hanno avuto origine, prima che essi fossero. Estremamente raro l'istante in cui un sistema simbolico precipita in un altro: la data di nascita della loro lingua, le circostanze, il luogo, il tempo che faceva. La contingenza dell'origine. Il francese ha questa fortuna. Il 14 febbraio 842, un venerdì, sul finire del mattino, sulle rive dell'Ill, in un freddo terribile, sulle labbra dei soldati franchi, mentre proclamano il loro giuramento, una strana nebbia si leva. È ciò che chiamiamo "francese". Nitardo per primo ha scritto il francese. Vi racconterò questa storia". (Pascal Quignard)
Sull'idea di una comunità di solitari
Pascal Quignard
Libro: Copertina morbida
editore: Analogon
anno edizione: 2016
pagine: 104
"La particolarità di Port-Royal è per me l'invenzione appassionante - anche se difficilmente concepibile per lo spirito - di una comunità di solitari." (P. Q)] Vallata della Chevreuse, a pochi chilometri da Parigi: del monastero femminile più celebre e discusso del '600 restano solo rovine. Fondato nel 1204, Port-Royal divenne un vivace centro di spiritualità e di cultura, polo d'attrazione per intellettuali laici in fuga dal mondo: i "solitari". Dal 1660 il monastero fu oggetto di continui oltraggi da parte della Chiesa e della monarchia. Tra il 1710 e il 1713 Port-Royal fu raso al suolo su decreto del Re Sole con l'approvazione del papa. Intorno a queste vicende Quignard compone un libro di straordinaria intensità. Sono le ombre dei solitari di Port-Royal a popolare queste pagine, e le ombre di altri suoi libri: Meaume l'incisore, Georges de La Tour il pittore, Sainte Colombe il violista. E Purcell, Froberger, Abelardo, Rameau. La scrittura si conferma qui arte della solitudine, paradossale linguaggio del silenzio, come paradossale è l'idea di una comunità dei solitari. La musica onnipresente canta silenziosa dietro le parole, rende più lieve la malinconia e addolcisce le rovine.
Piccola storia della cadenza d'inganno. Come motivo liederistico (con alcune digressioni e oltre 300 esempi musicali)
Erik Battaglia
Libro: Copertina morbida
editore: Analogon
anno edizione: 2015
pagine: 222
Il principio della cadenza d'inganno è stato osservato in Shakespeare, ha ispirato una raccolta di poesie (Raboni), in Kant è un sillogismo fallace che, se usato per ingannare gli altri, diventa un sofisma. Ma nella musica, specie nel Lied, quest'inflessione nata come espediente per ritardare la cadenza perfetta diventa un motivo musico-verbale dalle potenzialità infinite eppure univoco nelle analogie che incarna. Un gesto riflessivo, uno sguardo che si abbassa, stanchezza, abbandono, tempus fugit e, naturalmente, inganno. Già in Bach sentiamo l'inconfondibile gioco di tensione e rilascio che conferisce alla cadenza il suo status di motivo. Poi Mozart (Pamina, Luisa, Regina della Notte) e Schubert (Ave Maria) le hanno dato carattere di singolarità, ingannando l'attesa prima del previsto salto a terra dopo il quinto gradino. Essi (e coloro che da Schumann ai Beatles ne seguirono l'esempio) compensano con la gravità espressiva di questa cadenza il suo sfuggire alla legge di gravità armonica, che è anche legge di natura. Questa piccola storia di un motivo è solo una delle voci di quel lessico ideale che può rendere intelligibile la musica senza privarla di bellezza e mistero.