Ombre Corte
Mondi animali. Corpi non umani e binarismo ontologico
Laura Fernández Aguilera
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 128
“Mondi animali” esplora il modo in cui i principali binarismi si affermano rafforzandosi a vicenda: maschio/femmina, nero/ bianco, mente/corpo, e soprattutto umano/animale. In che modo il pensiero dicotomico gerarchizzante trasforma i corpi in corporeità dominabili, sfruttabili, assassinabili? Laura Fernández Aguilera utilizza una metodologia di analisi femminista, per definire alcuni concetti-chiave, ricostruire la genesi della barriera umano/animale e offrire una visione critica del paradigma cartesiano. Grazie a un pensiero situato e a un metodo dichiaratamente intersezionale, fa emergere i nessi fra specismo e colonialismo, specismo e oppressione di genere, agentività e resistenza animale, antropocentrismo ed ecologia, entrando nel vivo di alcuni temi “caldi” relativi alle prassi di lotta antispecista. Muovendosi agilmente dall’analisi teorica alla proposta militante, si avvale soprattutto degli strumenti della critica decoloniale (in particolare sudamericana), del lavoro di Silvia Federici, dell’antropologia di Philippe Descola ed Eduardo Viveiros De Castro e della letteratura antispecista/ecofemminista. “L’umanità è costruita sulla devastazione di corpi e vite, umane e non umane. La riflessione che qui condivido risignifica in parallelo animalità e umanità a partire da una scommessa inedita, ovvero la relazione tra specie libera dal dominio. E dunque, compiere i passi necessari per porre fine alle categorie che opprimono e gerarchizzano i nostri corpi”. Introduzione di feminoska e Marco Reggio.
Storia delle donne filosofe
Gilles Ménage
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 115
Scritto da Gilles Ménage, grande latinista e precettore di madame de Sévigné e di madame de Lafayette, “Mulierum philosopharum historia” (1690) è un libro sulle pensatrici dell’antichità, una “storia” senza precedenti e senza seguito, fino a tempi molto recenti. Dividendole per correnti di pensiero, ma iniziando da quelle che non appartengono a nessuna scuola, Ménage ci presenta una serie di figure appassionanti: Diotima la maestra di Socrate, Arete la cirenaica, Nicarete la megarica, Iparchia la cinica, Teodora la peripatetica, Leonzia l’epicurea, Temistoclea la pitagorica, per citare solo alcune delle sessantacinque filosofe che l’autore individua studiando i testi antichi e le opere dei padri della chiesa, e che noi oggi difficilmente avremmo l’avventura di incontrare sfogliando le nostre enciclopedie filosofiche. Lo stile narrativo con il quale l’autore ricostruisce la storia di queste donne e l’insistere sulla loro vita e sugli aspetti più importanti delle loro biografie, legandoli al pensiero, sono sicuramente in sintonia con la tradizione del suo tempo. Ma, come scrive Chiara Zamboni nell’introduzione, in questo insistere sulla vita parlando di filosofia c’è forse qualcosa di più, “un riconoscere senza problemi che il pensiero femminile è inseparabile dalla vita quotidiana”, indivisibile nel suo essere pubblico e privato. Introduzione di Chiara Zamboni.
Neoliberismo e riproduzione sociale. La questione del valore nel capitalismo contemporaneo
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 188
A lungo il capitalismo si è fondato sull’assunto della rigida separazione tra sfera della produzione e sfera della riproduzione sociale, relegando la seconda a fare da serbatoio di valore non remunerato della prima. Su fronti opposti, le teorie e i movimenti transfemministi e l’affermarsi di un modello di governo economico di tipo neoliberale hanno oggi messo in fibrillazione questo rapporto. Nella società della precarietà diffusa e della crisi irreversibile dell’istituzione salariale, il tempo di lavoro e la logica del valore di scambio si diffondono a tal punto che l’intera vita ne viene contaminata, finendo per rendere pressoché indistinguibili le diverse temporalità della vita sociale. Al contempo, la crisi ecologica mostra i limiti di un modello di sviluppo basato e sulla supremazia dell’homo sapiens (maschio, cis-etero, bianco, occidentale, ricco), e sul controllo e lo sfruttamento delle risorse naturali e del non umano in generale. A partire da un intenso dialogo con importanti studiose femministe e transfemministe di diversa estrazione teorica (Angela Balzano, Stefania Barca, Alisa Del Re, Sara Farris, Silvia Federici, Alessandra Mezzadri, Cristina Morini, Federica Timeto e Sale Sirigu) i capitoli di questo volume provano a immaginare la possibilità di una temporalità sociale che sia capace di sottrarsi agli imperativi della valorizzazione capitalistica. In altre parole, questo volume prova a riflettere su cosa significhi produrre, riprodurre e vivere insieme, su come sia possibile costruire un processo di sperimentazione e ricerca sociale per dare vita, a partire dai concetti fondamentali di “forze di riproduzione” e “cura”, a una nuova prospettiva di liberazione dallo sfruttamento.
Il capitale mondiale integrato
Félix Guattari
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 130
«Plan pour la planète era il titolo originario di questo pamphlet guattariano che circolò all'inizio del decennio Ottanta. Più che di un 'piano per il pianeta', in effetti, si trattava di una cartografia dell'imminente globalizzazione che negli ultimi due decenni del secolo trasformò profondamente l'economia, la cultura e la geopolitica. Da questo punto di vista questo libretto anticipava con lungimiranza quello che pochi erano capaci di immaginare in quegli anni, mentre il conflitto tra le due potenze egemoni sembrava precipitare verso la guerra. Non è la guerra che si prepara, dice Guattari, ma una integrazione globale del capitalismo: questo non significa affatto la pace universale ma la proliferazione caotica di conflitti secondo linee che tendevano ad essere riassunte entro la forma di un dominio globalizzante e integrato. Un decennio dopo la sua pubblicazione, gli eventi geopolitici mostrarono che in effetti, per le donne e gli uomini del pianeta, il pericolo non veniva dalla contrapposizione tra le due grandi potenze mondiali, ma dalla integrazione crescente di produzione economica e controllo, sotto forma di dominio illimitato del modello liberista» (dalla Postfazione di Franco Berardi Bifo). Anche se oggi il panorama è radicalmente cambiato, il metodo di indagine schizoanalitica di Guattari, centrato sull'evoluzione della soggettività e dell'inconscio, rimane di grande attualità.
Sesso, razza e pratica del potere. L'idea di natura
Colette Guillaumin
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 250
Dalla fine degli anni Sessanta, la sociologa francese Colette Guillaumin ha rivoluzionato il modo di pensare il sessismo e il razzismo, teorizzandone il carattere sistemico, non accidentale e non innato. Attraverso un'analisi storica e sociologica delle idee di sesso e di razza e dei rapporti sociali che le hanno prodotte, Guillaumin dimostra che le donne e le persone non-bianche sono gruppi oppressi e che è l'oppressione a creare questi gruppi. In altre parole, uomini e donne, persone bianche e persone non-bianche sono categorie che non hanno nulla di "naturale", e quindi nulla di eterno. Sono gruppi antagonisti prodotti da forme sistemiche di dominio, di sfruttamento, di appropriazione di un gruppo (di sesso, di razza) sull'altro, trasformati in "gruppi naturali" da un'ideologia che fabbrica "l'idea di natura" per nascondere l'origine sociale dell'oppressione. Impensabile, rivoluzionaria, questa è la tesi sostenuta da Guillaumin in questo testo precursore e ormai classico. Una tale visione caratterizza, più in generale, l'approccio del femminismo materialista, sviluppatosi in Francia a partire dagli anni Settanta. Tale paradigma conta tra le sue principali esponenti, oltre la stessa Guillaumin, Christine Delphy, Monique Wittig, Nicole-Claude Mathieu e Paola Tabet. I testi di Guillaumin hanno il grande pregio di essere vivi, aperti, inesauribili. Da un lato, ispirano senza sosta nuove ricerche (sui processi di razzizzazione, sulla performatività del linguaggio, sulla dominazione adulta), dall'altro, costituiscono un contributo imprescindibile alla prospettiva detta oggi “intersezionale”, che guarda il reciproco riprodursi dei rapporti sociali di oppressione.
L'ecologia politica di Dario Paccino. Tra l'imbroglio ecologico e le lotte contro il nucleare
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 139
Dario Paccino, noto soprattutto per il suo importante saggio dal titolo “L’imbroglio ecologico” (1972), ha contribuito alla nascita e, in parte, ai successivi sviluppi degli studi che in Italia hanno teso a politicizzare la conoscenza sulle condizioni di vita e salute dentro e fuori i luoghi di lavoro, entrando in diretta connessione con i conflitti in fabbrica, nei cantieri e nei territori contro le nocività e contro lo scambio salario-malattie. Il suo contributo è stato particolarmente rilevante anche per il movimento antinucleare che, dalle lotte della fine degli anni Settanta, è riuscito a imporre la chiusura delle centrali nucleari e a premere per una svolta ecologica orientata a cambiare profondamente il modo di produzione e di distribuzione dell’energia. Questo libro propone una serie di contributi che si concentrano su due questioni fondamentali utili per i movimenti sociali ed ecologisti attualmente attivi. La prima riguarda la centralità del concetto di “imbroglio ecologico” per comprendere la gestione tecnocratica dall’alto della crisi climatica e ambientale in corso; la seconda è relativa alla rilevanza dell’ecologia politica per capire quanto sia necessario sostenere l’abbandono dell’energia nucleare in ogni sua forma, civile o militare. Contributi di Giulia Arrighetti, Gennaro Avallone, Angelo Baracca, Lucia Giulia Fassini, Giorgio Ferrari, Vincenzo Miliucci, Alfonso Natella, Sirio Paccino, Roberta Pompili.
Lavoro d'amore–amore come lavoro. La nascita del lavoro domestico nel capitalismo
Gisela Bock, Barbara Duden
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 166
A partire dagli anni Settanta, il dibattito femminista ha posto il lavoro domestico al centro dell’analisi della subordinazione delle donne e della loro liberazione. In questo testo, Gisela Bock e Barbara Duden ne tracciano l’origine per mostrarne i legami con lo sviluppo industriale: il lavoro domestico come lavoro non pagato della casalinga non è quanto di più antico caratterizza la subordinazione femminile, né un relitto di un’epoca precedente in procinto di essere abbandonato, ma una forma specifica di sfruttamento connessa ai processi di valorizzazione del capitale, che vede i suoi inizi tra il xvii e il xviii secolo per poi svilupparsi negli anni successivi alla rivoluzione industriale. In questo periodo, tutto ciò che lo caratterizza sembra cambiato, compreso l’atteggiamento nei suoi confronti, il suo significato socio-economico, la sua relazione con l’ambiente sociale e naturale. Con gli strumenti dell’analisi storica, il saggio indica come sia definitivamente necessario abbandonare l’immagine della donna lavoratrice costruita esclusivamente intorno al lavoro salariato e vedere in modo nuovo ciò che le donne sono chiamate a fare “per amore” dei propri famigliari: il lavoro domestico gratuito è lavoro e lo si vede bene dal fatto che nasce insieme al lavoro salariato, quale suo pendant nella dimensione della riproduzione.
C'era una volta (uno scrittore) a Hollywood. La scrittura di/e Quentin Tarantino
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 274
Spaziando dagli American studies alla filologia e alla linguistica, il volume si propone di esplorare l’opera di Quentin Tarantino attraverso una serie di saggi che si concentrano sugli aspetti più specificamente legati alla sua scrittura. L’idea di fondo è che le interazioni tra sceneggiature e film, i numerosi riferimenti intertestuali, le manipolazioni di topoi e stilemi derivanti da generi artistici differenti contribuiscono a creare un ipertesto in cui la narrazione cinematografica si arricchisce e completa attraverso quella letteraria; inoltre, il processo di costruzione di senso si complica quando entrano in azione ulteriori componenti, come, per esempio, la traduzione in altre lingue e la scrittura dei sottotitoli. Il volume cerca così di dimostrare come le molteplici declinazioni della scrittura definiscono un’opera che non può essere considerata come un end-product volto a intrattenere il pubblico, ma come un palinsesto testuale e audiovisivo che richiede interpretazioni molteplici e interrelate. Contributi di Serena Fusco, Serena Demichelis, Beatrice Melodia Festa, Antonio Di Vilio, Valentina Romanzi, Nicola Paladin, Enrico Botta, Silvia Bruti, Elena Di Giovanni, Ilaria Parini, Sara Corrizzato, Maria Freddi, Francesca Bianchi, Dora Renna
Il limbo urbano. Conflitti territoriali, violenza e gang a Città del Guatemala
Paolo Grassi
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 270
Questo libro racconta una città e la sua struttura spaziale condizionata dalla dimensione della violenza. La città in questione è la capitale del Guatemala, paese centroamericano la cui storia affonda le radici in un passato di divisioni etniche e sociali culminate in un conflitto armato interno, iniziato nel 1960 e terminato trentasei anni dopo. La violenza è quella delle mara, le gang centroamericane. O meglio, è quell’elemento sfaccettato le cui pratiche e i cui discorsi si sono coagulati negli ultimi anni intorno al fenomeno del banditismo giovanile. Le gang rappresentano, in questo lavoro giunto alla sua seconda edizione, un punto d’accesso per interpretare criticamente Città del Guatemala e, più in generale, per pensare alla “città segregata” fuori dagli stereotipi e da un punto di vista innovativo. Tra il 2008 e il 2013 l’autore vi ha trascorso più di un anno, compiendo una ricerca etnografica nelle sue periferie, in una prigione e in un quartiere residenziale di classe media. Il risultato finale suggerisce un’inversione logica: uno dei fenomeni sociali più sfruttati dall’opinione pubblica, dalla politica e dall’apparato punitivo statale per giustificare la segregazione urbana, qui è utilizzato per decostruirla e coglierne le complesse ragioni e implicazioni politiche. “Questo lavoro, ben scritto e coinvolgente, offre al momento l’esplorazione più sofisticata e articolata sulle bande giovanili e l’insicurezza urbana in Guatemala e costituirà sicuramente un punto di riferimento fondamentale nella letteratura sulla violenza dell’America Centrale” (Dennis Rodgers, Geneva Graduate Institute). Prefazione di Vanessa Maher.
Oltre la giustizia climatica. Verso un’ecologia della rivoluzione
Jason W. Moore
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 166
La ricerca che Jason W. Moore propone da circa due decenni, all’interno del World-ecology research network, ha l’obiettivo di comprendere i processi storici e strutturali che hanno portato alla formazione dell’ecologia-mondo capitalistica e alle relative disuguaglianze socioecologiche, devastazioni ambientali e dinamiche di svalorizzazione economica e culturale. I saggi qui raccolti pongono il problema di come affrontare la crisi climatica ed ecologica in un orizzonte di giustizia planetaria, in modo che a pagarla non siano ancora una volta le popolazioni umane ed extra-umane già sacrificate da secoli di dominio capitalistico e degrado della natura a merce a buon mercato. In altre parole, Jason W. Moore approfondisce e politicizza ulteriormente l’analisi del cambiamento climatico e delle sue conseguenze – non solo ecologiche, ma anche e inseparabilmente economiche, politiche e sociali –, sottolineando le opportunità di una via d’uscita anticapitalista dall’inferno planetario. Questa possibilità si può pensare e praticare solo mettendo in discussione i rapporti di sfruttamento e di appropriazione che riguardano l’intera rete della vita, aprendosi a una prospettiva che coinvolge l’insieme delle forme di vita, federando le lotte per la liberazione dal sessismo, dal razzismo e dalle logiche che in generale dominano l’idea di una infinita accumulazione capitalistica.
Disattivare. Un'idea di filosofia
Ubaldo Fadini
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 147
Filosofia, sociologia, teatro, letteratura: sono questi alcuni degli ambiti d’indagine e di sperimentazione che questo libro attraversa con l’intento di ritrovare in essi la presenza significativa del motivo della disattivazione, dell’interruzione/sospensione di ciò che viene comunemente considerato stabile nelle sue configurazioni e meccaniche di funzionamento. Tale motivo ha una lunga storia, in primo luogo in area antropologico-filosofica (con Paul Alsberg e Günther Anders), laddove l’attenzione si rivolge al rapporto complesso tra le pratiche del disattivare, a livello corporeo e tecnico, e la ricerca di un adattamento più soddisfacente alla realtà, da considerarsi comunque sempre provvisorio, temporaneo. Fadini segue la vicenda intricata del disattivare in spazi teorici che possono risultare anche sorprendenti: ad esempio, quelli propri della ricerca del giovane Deleuze, con la sua riflessione sul tema dell’istituzione e dell’istinto, e che trovano altri sviluppi significativi nelle pagine dedicate dal filosofo francese a Carmelo Bene e a Samuel Beckett. Se la disattivazione è in ogni caso qualcosa che specifica in molteplici modalità il divenire umano, allora si tratta di riuscire a sospenderla a sua volta, sia pure momentaneamente e nei limiti del possibile, al fine di richiamare la stessa provvisorietà/revocabilità delle sue realizzazioni e per riaffermare così il carattere sempre limitato e parziale di qualsiasi – pretesa di – messa in ordine della sensibilità e dell’intelligenza umane.
Dall'operaio massa all'operaio sociale. Intervista sull'operaismo
Antonio Negri
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 171
Questa intervista, pubblicata nel 1979, conobbe una larga diffusione e divenne subito un testo di riferimento: in particolare, per l’area dell’Autonomia e per i suoi oppositori, che presto sarebbero divenuti persecutori. Che cosa si racconta in questo libro? In breve, la storia dell’autonomia operaia così come era stata letta e vissuta da alcuni suoi militanti nel periodo che andava dai “Quaderni rossi” a “Classe operaia”, da Potere operaio all’Autonomia organizzata. L’attenzione era rivolta a quanto era avvenuto dopo le lotte operaie del ’69 alla Fiat e nel resto delle grandi fabbriche, nel momento in cui la ristrutturazione capitalistica (con l’appoggio della politica del “compromesso storico”) iniziò a demolire, con nuovi strumenti, l’autonomia e la forza dell’operaio massa. Il postfordismo era alle porte. L’accumulazione capitalistica spostò il proprio baricentro dalla fabbrica alla società, e l’“operaio sociale” divenne la figura, ambivalente, di una nuova forza produttiva, non più riferibile soltanto e semplicemente al concetto “classico” di operaio. Di questo passaggio epocale, l’intervista di Negri diede una efficace e controversa interpretazione. Dopo i molti anni trascorsi – e le scoperte teoriche del femminismo, le ricerche sul lavoro immateriale, le teorizzazioni sul biopolitico e i “modi di vita” –, quelle forme di pensiero e di azione che lo stesso concetto di operaio sociale indicava appaiono oggi, certamente rideclinate dentro una fase di comando imperiale e di produzione biopolitica, ancora capaci di offrire stimoli metodologici e teorici per leggere il presente e le sue tendenze. Postfazione di Adelino Zanini.