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Passigli

Fuoco fatuo

Pierre Drieu La Rochelle

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2024

pagine: 128

Agli inizi di novembre del 1929, a poco più di trent’anni, si suicidava Jacques Rigaut. Lo scrittore stava ancora tentando di disintossicarsi dall’alcool e dagli stupefacenti, ma il suo suicidio era un destino cui pareva impossibile sottrarsi. In altri tempi aveva ancora potuto scrivere: «Non ci sono ragioni per vivere, ma neppure per morire. La sola maniera che ci resta per testimoniare il nostro sdegno verso la vita è accettarla». Ma il tempo per lui era ormai venuto, e il suo suicidio venne eseguito con estrema cura, dalla scelta dei vestiti, alla cravatta intonata e ben annodata, allo scrupolo di non commettere errori prendendo le misure con un righello per essere sicuro che la pallottola centrasse il cuore. Drieu La Rochelle era amico di Rigaut e quella morte fu per lui un colpo molto profondo. Rigaut era già entrato nelle opere di Drieu quando ancora era vivo, nel racconto “La valigia vuota” del 1921; dopo la sua morte, divenne il protagonista dell’abbozzo narrativo “Adieu à Gonzague”, ma, soprattutto, costituì il modello del romanzo “Fuoco fatuo” (1931), che resta probabilmente il suo capolavoro. Rigaut torna qui nei panni di Alain, drogato, scrittore fallito, dandy perennemente squattrinato; il romanzo ne segue l’ultima parabola, nell’arco di un giorno e di una notte, un breve, intensissimo pellegrinaggio per le vie di una città sempre più deserta, alla ricerca disperata di un appiglio per continuare a vivere; così quest’ultimo atto della vita di Alain si apre ad altri personaggi, alle donne, agli amici, nei quali Alain vede ciò che a lui manca o forse non è mai stato dato, la sua analisi è impietosa quanto lucida, e il senso di diversità si trasforma sempre più in un senso di separazione cui ormai è inutile tentare di opporre un rimedio: «Il suicidio è la risorsa degli uomini la cui molla è stata corrosa dalla ruggine, la ruggine dell’esistenza quotidiana… Il suicidio è un atto, l’atto di chi non è riuscito a compierne altri». Quattordici anni più tardi sarebbe toccato allo stesso Drieu di compiere quello stesso tragico tragitto.
14,00 13,30

Seracchi e morene

Mauro Ferrari

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2024

pagine: 104

«La poesia su cui va a chiudersi il nuovo libro di Mauro Ferrari presenta una caratteristica che colpisce per la sua eccezionalità, un caso pressoché unico – a mia memoria – nel panorama poetico contemporaneo. In essa sono infatti presenti i titoli delle cinque raccolte finora pubblicate dall’autore: Forme (1989), Al fondo delle cose (1996), Il bene della vista (2006), Vedere al buio (2017), La spira (2019). Così bene integrati nel tessuto dei versi, da rischiare l’invisibilità; ma così squillanti nella loro sequenza (che rispetta, con la sola inversione dei primi due titoli, l’ordine cronologico), da costituire una chiave interpretativa dell’intero libro, quasi Ferrari volesse invitare il lettore a retrocedere nelle raccolte precedenti, o meglio ancora a considerare tutta la sua produzione entro una prospettiva unica, di cui Seracchi e morene costituisce l’ultimo tassello (…). I versi di Mauro Ferrari – i suoi lettori ben lo sanno – sono sempre stati percorsi, fin dalle origini, da un rigore di indagine che riguarda non solo l’uomo e la sua coscienza, ma anche l’uomo e l’habitat, naturale e sociale, in cui vive. E il lettore non faticherà a rinvenire, nelle sette parti di questa nuova versione de La spira, alcune delle parole decisive del suo pensiero poetico: Storia, Sogno (entrambe con la maiuscola), utopia, vita, poesia, bene, male. Parole pressoché sconosciute alla poesia italiana contemporanea, ma che danno l’idea di quanto l’autore abbia a cuore il senso di quello che un tempo aveva nome “civiltà”. Colpisce nondimeno, nel nuovo libro, sia l’ampiezza del discorso, sia la forza di rappresentazione cui è giunto il pensiero dell’autore. E colpisce soprattutto, nella prima sezione della raccolta (Sotto le bombe), l’elemento di speranza che il poeta può consegnare ai “commercianti di luce”, contrapposti ai “ciechi che il nulla chiamano / vita”…» (dalla prefazione di Giancarlo Pontiggia)
13,50 12,83

Era scritto

Israel Joshua Singer

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2024

pagine: 112

Nella Polonia dei tempi dell’impero zarista, ogni venerdì sera il venditore ambulante di setole di maiale Fichl Maïdaniker si reca nel villaggio di Dolinets, sulle rive della Vistola, per celebrare assieme ai suoi correligionari lo Shabbath, ospite ogni volta di un membro diverso della comunità. “Gigante buono” temuto da tutti per la sua fame atavica – e per questo sempre ospitato malvolentieri – ma terribilmente solo e desideroso di una compagna, il povero Fichl è vittima di un crudele scherzo orchestrato ai suoi danni dai fratelli Shimon e Levy, i due burloni del villaggio, i quali gli fanno credere di avergli finalmente trovato una moglie. Questo scherzo porterà però a quella che il villaggio crederà una punizione divina, e starà proprio a Fichl decidere se porvi rimedio… Ancora una volta, Singer dà prova di grande maestria mescolando elementi e personaggi diversi tra loro che pone sotto la lente dell’inarrivabile humour ebraico.
10,00 9,50

Diario di un uomo superfluo

Ivan Turgenev

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2024

pagine: 120

Appena trentenne, Čulkaturin avverte che la sua fine è vicina e decide di ripercorrere in un diario la sua vita: l’infanzia infelice, i genitori, l’amore non ricambiato per la graziosa Liza. Soprattutto, sente nella propria superfluità la vera cifra della sua esistenza… Piccolo gioiello narrativo, con il "Diario di un uomo superfluo" (1850) Turgenev ci offre un’originale, personalissima variazione su un tipo di personaggio che tanta fortuna avrà nella letteratura russa dell’Ottocento – basti pensare, per fare un solo esempio, all’Oblomov di Gončarov (1859) – e che diventerà, con gli aggiornamenti del caso, uno dei tipi più esemplari della letteratura novecentesca, come, da noi, nelle opere di Svevo e Pirandello.
10,00 9,50

La buonanima

José Maria Eça de Queiroz

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2024

pagine: 80

Apparso dapprima a puntate sulla «Gazeta de Notícias» di Rio de Janeiro nel 1895, il racconto “La buonanima” ha diversi punti in comune con il più celebre “Il Mandarino”, pubblicato in questa stessa collana. In entrambi, infatti, vivi e morti si trovano non solo a coesistere, ma anche a intrecciare i propri destini; e se nel “Mandarino” si narra di un vivo che per salvarsi l’anima va alla ricerca di un morto da lui stesso ucciso, nella “Buonanima” è il morto che, per quello stesso scopo salvifico, va alla ricerca di un vivo che possa nuovamente ucciderlo. E alla domanda se è vivo o morto, risponderà filosoficamente: «Chi può dire che cos’è la vita? Chi può dire che cos’è la morte?».
7,50 7,13

Tutti i miei peccati

Francesco Jovine

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2023

pagine: 184

Apparentemente lontani dalle opere più frequentate di Francesco Jovine, che indagano in particolare il mondo contadino dell’epoca partendo da quel microcosmo molisano in cui lo stesso scrittore era cresciuto, i due racconti che fanno parte di questo volume, pubblicati per la prima volta nel 1948, allargano la visuale alla frastornante realtà della Capitale. Così, in “Tutti i miei peccati”, il racconto che dà il titolo al volume, Nicoletta Rostagno, giovane donna “sedotta e abbandonata”, si confessa a un prete per mezzo di una lunga lettera che scava nelle profondità di una psicologia intrisa di un dolente narcisismo; mentre nel secondo racconto, “Uno che si salva”, il giovane maestro Siro Baghini, recatosi a Roma per laurearsi e per “vivere”, vede giorno dopo giorno le sue speranze sgretolarsi, perduto fra le attenzioni delle donne della famiglia che lo ospita e il gioco d’azzardo. Ancora una volta, Jovine si conferma narratore di estrema finezza; e la distanza dalle opere più note è solo apparente, perché anche la provincia in Jovine, come ha scritto Arnaldo Bocelli, era soprattutto «metafora o mito di una condizione umana» che ritroviamo anche qui, tra questi disillusi protagonisti.
17,50 16,63

James Joyce e il presente

Hermann Broch

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2023

pagine: 96

Il 2 febbraio del 1922, quarantesimo compleanno di James Joyce, l’amica libraia e editrice Sylvia Beach gli consegnava le prime copie di Ulysses, il romanzo che lo aveva tenuto impegnato per diversi anni e che aveva incontrato non poche tribolazioni per essere pubblicato, a causa della censura. Questo romanzo fu in qualche modo concepito fin da subito come uno spartiacque nella narrativa contemporanea, e tra i primi a rendersene conto fu lo scrittore austriaco Hermann Broch, che dieci anni più tardi, in occasione del cinquantesimo compleanno del grande scrittore irlandese, gli dedicò una conferenza che divenne poi nel 1936, opportunamente integrata, il saggio James Joyce e il presente. Broch è tra i primi a capire che la complessità della narrativa di Ulisse non deriva da meri espedienti stilistici, ma sta alla base di una coerente ricerca espressiva che ricapitola e sintetizza un’epoca intera: la psicanalisi freudiana (che pure Joyce avversava), la relatività einsteiniana, la nuova musica, le arti delle avanguardie. Da questo punto di vista, Joyce con il suo Ulisse rappresentava un modello anche per lo scrittore austriaco, perché – come possiamo leggere nella prefazione di Luigi Forte che accompagna questa nostra edizione – «il suo omaggio a Joyce è in realtà una profonda e potenzialmente innovativa riflessione sul proprio percorso», e non a caso «le sue riflessioni sull’Ulisse sottolineano una serie di prospettive al centro della sua stessa poetica: l’idea di letteratura in generale come strumento gnoseologico in grado di riconnettere un universo frammentato e il concetto di totalità che sembra essere il fine ultimo della creazione artistica, grazie a cui l’arte diventa specchio dello spirito universale di un’epoca». Prefazione di Luigi Forte.
10,00 9,50

Milioni di immensi amori puri. Poesie d'amore 1913-1922

Vladimir Majakovskij

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2023

pagine: 176

Tra i massimi poeti russi del primo Novecento, Majakovskij è apparso subito quello che meglio di tutti incarnava gli ideali della sua epoca, tanto che la sua vicenda personale, fino al tragico suicidio, è venuta a rappresentare una sorta di archetipo di quegli anni di grandi speranze e di drammatiche delusioni. Ma Majakovskij è stato soprattutto un grande poeta, ben prima e ben oltre la rivoluzione d’ottobre, di cui è stato il più accreditato cantore e che forse ne ha restituito un’immagine troppo parziale; e questa nostra antologia lo dimostra ancora una volta, scegliendo poesie e poemetti che definire semplicemente “d’amore” è certo riduttivo – come del resto per tutta la grande poesia d’amore –, ma che ci mostrano l’aspetto più intimo della sua ispirazione. Come scrive Marilena Rea nella prefazione che accompagna questa sua nuova traduzione: «Sfogliando queste pagine avremo l’impressione di solcare la materia dell’amore, cioè quelle emozioni primarie come gelosia, rabbia, bramosia, attrazione, che fanno scalpitare il poeta, lo fanno girovagare insonne per la città in piena notte, lo fanno urlare al cielo dalla frustrazione. Come tante finestre aperte sul cuore, le poesie ci mostrano senza veli il fuoco che alimenta la sua anima: le amanti con i boa di strascichi di comete, le signorine dai modi ora pudichi ora civettuoli, l’amata che si macchia di tradimento, la dolce signorina americana che affila lamette Gillette in mezzo all’indifferenza dei ricchi passanti capitalisti, un amore negato che scatena una funesta tempesta che sovverte l’ordine universale delle cose…».
14,50 13,78

Vecchio Bloomsbury

Virginia Woolf

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2023

pagine: 144

In seno al Bloomsbury Group – il circolo di intellettuali, scrittori e artisti che si era costituito nei primi anni del Novecento e che aveva tra i suoi protagonisti Virginia Woolf – il Memoir Club, che venne inaugurato nel marzo del 1920, aveva in primo luogo lo scopo di riunire i membri del gruppo, dopo la dispersione dovuta ai drammatici effetti della Prima guerra mondiale. Protagonisti di questi raduni erano dunque gli stessi rappresentanti del Bloomsbury: oltre a Virginia Woolf, il marito Leonard, e poi la sorella Vanessa con il marito Clive Bell, e ancora Desmond e Molly MacCarthy, John Maynard Keynes, Edward Morgan Forster, Roger Fry, Duncan Grant, Lytton Strachey. Nell’ambito di questi incontri, venivano lette ad alta voce delle “memorie”, e quattro furono quelle di Virginia Woolf, che vengono raccolte integralmente per la prima volta in questo volume. Sono testi di grande fascino, che ci offrono l’immagine viva di quell’epoca e di quel gruppo inimitabile di amici, permettendoci anche di gustare ancora una volta la grandezza della Woolf saggista e memorialista. Queste quattro “memorie” della Woolf coprono un arco di tempo che va dal 1921 al 1940; se le prime due, “22 Hyde Park Gate” e “Vecchio Bloomsbury”, sono bellissimi affreschi della vita della famiglia Stephen (questo il cognome di Virginia prima delle nozze con Leonard Woolf) – con il passaggio dalla casa natale in Hyde Park Gate al quartiere di Bloomsbury – la terza e la quarta hanno carattere differente: “Sono una snob?” è l’autoironica riflessione sulla natura dello snobismo, un’altra chiave per leggere l’ambiente del Bloomsbury Group; mentre “La beffa della Dreadnought”, qui per la prima volta tradotta in italiano, è la divertentissima ricostruzione dell’incredibile scherzo giocato da un gruppo di amici (tra i quali la stessa Virginia) ai danni della Royal Navy britannica. Ma anche in questo caso, come scrive Federico Mazzocchi nella prefazione, «Virginia Woolf non ci mostra soltanto le peripezie dello scherzo, ma anche le reazioni di parenti e conoscenti, facendoci tornare a quel clima di scandalo e sbigottimento che permeava il Vecchio Bloomsbury».
16,50 15,68

Frammenti di nobili cose

Massimo Morasso

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2023

pagine: 120

Si potrebbe parlare di poesia metafisica se non fosse per la fervida adesione a una realtà insieme materiale e spirituale che caratterizza il dettato di Massimo Morasso a partire, almeno, da La caccia spirituale (Jaca Book, 2012). Nel rimando a contrario al Rerum vulgarium fragmenta di petrarchesca memoria, questo libro prosegue lungo la linea della poesia alta di taglio dantesco-visionario che animava di già il pluripremiato L’opera in rosso – uscito in questa stessa nostra collana nel 2016 – e conferma il poeta genovese fra le figure più marcanti della sua generazione. Le cinque sezioni di cui è composta la raccolta danno corpo a un percorso articolato ma unitario, che si impone nella verticalità di una parola ricca di echi e sapienza artigianale, coltivata interiormente con pathos vibrante e radicalità di pensiero sensibile. Sulla pagina è qui in scena un continuo anelito alla conoscenza del reale, nelle forme di una calibrata e letteratissima antiretorica, che si risolve in cifra d’autenticità.
14,50 13,78

Il cuore innumerevole. Testo francese a fronte

Anna De Noailles

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2023

pagine: 256

Figlia di un principe rumeno, vedette incontrastata dell’effervescente Parigi aristocratica della Belle Époque, Anna de Noailles non è stata soltanto un carismatico personaggio mondano della sua epoca, ma anche e soprattutto una scrittrice, in primo luogo una poetessa, di larga popolarità, amica e corrispondente dei più insigni intellettuali a lei contemporanei, da Marcel Proust, cui la legava un affetto fraterno, a Rainer Maria Rilke, che le dedicò pagine penetranti («Mai cuore di donna è stato aperto sopra tanta natura»). “Il cuore innumerevole” (“Le Coeur innombrable”, 1901) rappresenta la sua raccolta d’esordio, l’opera che la consacrò, non ancora venticinquenne, stella letteraria di prima grandezza: fu infatti un trionfo di pubblico e di critica inaspettato, plenario e internazionale, ancor più sbalorditivo perché femminile (François Mauriac ebbe a scrivere: «Questa illustre giovane donna ha prestato la propria voce a un’intera gioventù tormentata. La sua poesia è stata il grido della nostra adolescenza»). Fremente inno alla natura, il volume rispecchia una sensibilità creaturale del tutto scevra da pregiudizi antropocentrici che, in tempi di ecologismo e animalismo avanzanti, colpisce per la sua sorprendente modernità. Questa nostra edizione, curata con passione e competenza da Marzia Minutelli, presenta per la prima volta ai lettori italiani un grande poeta che la Francia ha recentemente riaccolto tra i suoi classici e la cui riscoperta è in atto anche in paesi non francofoni quali Stati Uniti, Inghilterra, Romania, Spagna e Germania.
24,00 22,80

Arthur Rimbaud

Paul Verlaine

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2023

pagine: 144

Paul Verlaine e Arthur Rimbaud formano oggi una coppia mitica nell’immaginario di chi ama la poesia. Quando si conobbero, nel 1871, il primo aveva ventisette anni, il secondo dieci di meno, il primo era un poeta affermato, almeno nei cenacoli letterari parigini, il secondo era un ragazzino che gli aveva inviato qualche lirica sorprendente; inoltre Verlaine era sposato e, di lì a poco, padre di un bimbo. Eppure, nello scandalo che ben presto li avvolse, nacque tra i due un’amicizia non solo letteraria che li portò a un intenso periodo d’intimità e di vagabondaggio, tra il Belgio e l’Inghilterra, culminato drammaticamente due anni più tardi a Bruxelles, quando Verlaine sparò a Rimbaud ferendolo a un polso. Ne seguirono l’arresto e la detenzione in un carcere belga, dove Verlaine rimase rinchiuso fino al 1875, anno dell’ultimo incontro tra i due e anno dell’abbandono definitivo della letteratura da parte di Rimbaud. Da quel momento, iniziava la leggenda di Arthur Rimbaud, “l’uomo dalle suole di vento”, andato a viaggiare e a vivere in Africa, facendo quasi perdere le sue tracce; ma iniziava anche lo strenuo, puntiglioso, appassionato lavoro di Verlaine per rivendicare la grandezza letteraria dell’amico lontano e forse morto, pubblicando la maggior parte delle sue opere e scrivendo ben nove testi a lui dedicati, più due capitoli autobiografici delle Mie prigioni: tutti scritti riuniti in questa nostra edizione, insieme alla corrispondenza tra due poeti che stanno alle origini della poesia dei nostri giorni.
16,50 15,68

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