Gruppo Albatros Il Filo: Nuove voci. Chronos

Questa raccolta di racconti è un invito a riscoprire i valori semplici della vita che spesso sono anche quelli più importanti. Storie definite dallo stesso titolo "semplici" ma che rappresentano l'essenza stessa della vita e narrano l'importanza dell'aiuto reciproco, la fatica del lavoro sui campi, il rispetto e il valore della famiglia e il grande amore per i figli. In questo modo trapelano il ritratto dell'Italia in rinascita dopo la guerra e quello della scuola negli anni Cinquanta, con storie che hanno per protagonisti uomini e donne che con coraggio ed amore difendono le loro famiglie. Il tempo così avanza e scrive la storia delle nuove generazioni, di tutti i nostri figli che la storia stessa spesso ha segnato, ma che sono il cuore pulsante di ogni nuova famiglia e che quando ridono accendono una stella che illuminerà il cammino futuro.

Ci sono esperienze capaci di segnarti nel profondo, spesso terribili e dolorose, ma necessarie per raggiungere quella consapevolezza che rende la vita degna di essere vissuta nella sua pienezza. Enrico ha 48 anni e un passato non facile alle spalle; un posto di lavoro precario ottenuto con fatica e una famiglia che conta su di lui per andare avanti. Quando gli viene diagnosticato un cancro al fegato all'ultimo stadio, ecco che le prospettive iniziano a cambiare: oltre a un senso di comprensibile terrore per ciò che deve affrontare - gli esami, le cure e la "scalata" per arrivare in cima alla lista trapianti - inizia a manifestarsi uno strano fenomeno di "sdoppiamento", che lo rende capace di vedere se stesso e la realtà che lo circonda da una prospettiva lontana ed estranea. Questo "altro", che l'uomo percepisce distintamente in alcuni momenti della sua vita, gli permette inoltre di entrare in contatto profondo con le persone, di coglierne i pensieri e persino di avere una percezione nitida su ciò che lo aspetta.

"Un atto d'amore verso i libri. Verso chi li legge, verso chi è un autore celebre, verso chi si cimenta nella scrittura durante il tempo libero. 'Macchie d'inchiostro sorridente' è tutto ciò e ci regala la consapevolezza che ogni piccolo momento quotidiano può incantarci, farci viaggiare verso un paese lontano o un tempo remoto, sognare un paesaggio metafisico, osservare il cielo grigio e vedere invece il sole, passa una lucertolina e sembra ti conosca. L'autore pensa che ogni essere umano sia nato per scrivere un libro, che divenga un best-seller o un'opera mediocre non importa perché solo colui che non scriverà niente passerà sulla terra senza lasciare traccia".

Gino e Franco si sono incontrati da ragazzi sui banchi di scuola. La Grande Guerra è finita, ma l'eco si sente ancora. Sono gli anni del fascismo, Mussolini è all'apice del suo potere. Lentamente, i due giovani si scopriranno complici e desiderosi di condividere chiacchiere e giochi. Gli anni passano, infuria la seconda guerra mondiale, l'Italia cambia rapidamente, come il mondo intero, lasciando spesso disorientato chi vede cadere i propri ideali e i propri valori nel giro di un attimo. In tutto questo, Gino e Franco crescono e maturano, scegliendo ciascuno il proprio percorso, ma lasciando intatta la loro grandissima amicizia.

Ricominciare un'altra vita a quarant'anni attraverso le emozioni e scoprire una parte di sé probabilmente nemmeno mai immaginata, poiché agli antipodi di un'esistenza fino a quel momento condotta secondo il cliché tradizionale che vuole l'amore come un'esclusiva tra uomo e donna. Attraverso la propria esperienza l'autore offre una testimonianza tangibile su come i sentimenti non possano essere ingabbiati da convenzioni sociali, ma debbano essere vissuti secondo la loro natura anche a costo di scontrarsi contro il conformismo della massa. Una presa di posizione netta davanti una società contemporanea ancora prigioniera di schemi culturali retaggio del passato, un invito a manifestare i propri affetti ed essere se stessi indipendentemente da cosa possano pensare gli altri.

Quando e come lo "zero" assunse la dignità di numero? Come e da chi la "Santa Casa di Nazareth" fu trasportata e ricostruita a Loreto? Per quali strade il "Velo della Veronica" giunse a Roma, prima di essere poi portato a Manoppello? Che fine ha fatto l'oro che i Templari hanno salvato dalla caduta di Acri? Quale fu l'occasione che indusse Celestino V ad istituire la "Perdonanza"? Chi o che cosa scatenò la distruzione di Lucera? La risposta a queste domande è parte integrante della vita di Ruggero Da Flor, qui reinterpretata alla luce delle sintetiche e scarse notizie storiche fornite da Mario Veronesi. La narrazione - ambientata, tra la fine del XIII secolo e l'inizio del XIV, in Germania, Italia, Terrasanta e bacino del Mediterraneo, ed incentrata sulle origini, la vita e le avventure di Ruggero Da Flor - offre un ampio, variegato e colorito affresco dei costumi, della società, della vita dei popoli del bacino mediterraneo e dei potenti dell'epoca. Avendo come fulcro la battaglia di Tagliacozzo in cui muore il falconiere di Corradino di Svevia, padre di Ruggero, il racconto parte dall'infanzia del protagonista.

"Angeli d'argento. L'eterno senso di noi" è il risultato di un lungo percorso volto a comprendere messaggi medianici e coincidenze. Difatti solo se sappiamo cogliere e interpretare le coincidenze possiamo comprendere lo scopo della nostra missione. La prima parte, autobiografica, è in parte tratta dalle pagine di un vecchio diario che, riletto dopo otto anni, fornisce la spiegazione degli accadimenti di oggi. Un susseguirsi di eventi, poi, porta a comprendere un testo scritto qualche mese prima e lasciato nel cassetto perché tratta di ragionamenti all'apparenza indecifrabili. Dalla sua comprensione nasce l'autentico messaggio dell'opera: l'eterno senso di noi. Un viaggio verso la reale dimensione cui apparteniamo. Leonard, Spirito Maestro, conduce Mohar in un luogo di cui lei non ha memoria ma che le è molto familiare e caro. Dialoghi ed emozioni si alternano in questo fantastico percorso con lo strano accompagnatore. Mohar è condotta alla comprensione del proprio scopo. Il libro vuole essere una testimonianza di come tutti possono trovare il proprio Maestro.

Laura Antonelli è stata una grande attrice, una artista sensibile, una icona sexy, desiderata e amata, e una donna sola, dimenticata e abbandonata negli ultimi anni della sua vita. L'autore in punta di piedi entra nella vita della grande stella e ne racconta l'ascesa e il declino. Dal successo del film "Malizia" ai guai giudiziari. Solo il cinema, con il suo potere catartico, potrà restituirci, ancora e ancora una volta, tutta la sua bellezza.

Plinio il Vecchio e Rectina la rosa dell'ammiraglio racconta di un amore profondo e incondizionato, quello tra Plinio il Vecchio, scrittore, filosofo naturalista, avvocato e comandante militare vissuto tra gli anni Venti e Settanta d.C. e Rectina, sua coetanea, costretta da sua madre a sposare un uomo potente, crudele e privo di scrupoli. Un romanzo storico e non solo, frutto dell'attività di ricerca di Chiara Mattozzi che con diversi mezzi a sua disposizione ricostruisce fatti realmente accaduti e ci conduce attraverso un viaggio lungo più di trent'anni alla scoperta delle tradizioni, della cultura e degli amori della Roma Imperiale.

Intrappolata sotto le macerie. Senza ossigeno, al buio, incapace di muoversi. Così ha vissuto Valentina da quel 14 gennaio, quando tre semplici parole - «Tommaso es muerto» - hanno fatto crollare il mondo sulle sue spalle. Dicono che il tempo sia la miglior medicina, ma staccare i giorni dal calendario non basta per trovare il coraggio di lasciar andare chi ci ha accompagnato per una vita. Rimaniamo sospesi, immobili, in un tempo che passa ma non passa, perché non esiste. Il dolore è un sentimento strano, riesce ad avvicinare persone lontane e a dividerci da chi, condividendolo in egual misura, porta negli occhi la stessa disperazione, impossibile da consolare. Finché non arriva la mano giusta a sollevarci, a liberarci, a farci tornare di nuovo a vivere...

Di uno dei periodi più bui della storia, Rosella Reali e Fabio Casalini raccontano la parte ancora più buia, quella la cui sola luce è la fiamma di una candela che fa strada nei tetri meandri dei tribunali della Santa Inquisizione. E una "Storia da Non Raccontare" ricostruisce con lucidità documentaristica la lotta all'eresia perpetrata dalla Chiesa ai danni di persone ritenute lontane dall'ortodossia cattolica. E un posto speciale in questa ricostruzione non potevano non averlo le massime "esponenti" dell'eresia, le "streghe".

Anno del Signore 1291. Jacopo da Battifolle, Cavaliere dell'Ordine degli Ospitalieri, sopravvissuto alla caduta di San Giovanni d'Acri, ultimo baluardo cristiano in Terra Santa, arriva a Genova per sposare Melisenda, figlia di un ricco mercante. Inizia così la storia della famiglia Guidi della quale si narra in questo romanzo. Jacopo eredita le attività commerciali del suocero ma continua le sue avventure militari. Quando muore lascia il posto al figlio Lapo che però non si mostra all'altezza del padre. Dopo decenni di gloria e ricchezza, la famiglia cade in disgrazia. Sarà compito del suo ultimo discendente, Guido Guerra, riscattare gli antichi fasti dei suoi antenati. Ci proverà quando si presenterà l'occasione, nel 1440, durante l'epica battaglia di Anghiari che vedrà contrapposte la Lega Toscana e il Ducato di Milano.