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Mimesis: Materiali di architettura e di urbanistica

La forma del disordine. Tecniche di analisi e progetto urbano ai tempi dello sprawl

La forma del disordine. Tecniche di analisi e progetto urbano ai tempi dello sprawl

Valerio Cutini

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2024

pagine: 226

La questione dello sprawl urbano è da ottant’anni uno dei temi territoriali più discussi, oggetto di attenzione e contesa nel dibattito scientifico e fenomeno di interesse generale, sul quale si accende la sensibilità dell’opinione pubblica dell’intero pianeta. A fronte di questo interesse, il tema resta affetto da condizioni di singolare incertezza, che ne rendono indefiniti e nebulosi i contorni: cosa sia da intendersi per sprawl, come sia possibile accertarne e riconoscerne la presenza, a quali cause sia da imputare, quali siano le criticità ed i problemi che ne derivano; ciò che naturalmente rende arduo convenire su possibili strategie di regolamentazione e contrasto. È una sterminata letteratura quella che si è concentrata sul dito (la confusione, la mancanza di ordine, lo squallore) senza guardare la luna che tali sembianze materiali stanno ad indicare: l’indebolimento dell’appetibilità posizionale dei nuclei storici ed il loro svuotamento funzionale a beneficio delle aree suburbane; la progressiva scomparsa della piccola distribuzione commerciale, tradizionalmente parcellizzata nel tessuto edificato, a vantaggio delle agglomerazioni concentrate sulla corona periferica degli insediamenti e lungo le radiali esterne; la perdita della mixité degli usi sul suolo urbano in favore di un appiattimento funzionale e sociale in vaste zone distinte e compartimentate; la massiccia utilizzazione dell’automobile per gli spostamenti, con le naturali conseguenze sul traffico, sui costi e sull’inquinamento; la marginalizzazione della pratica pedonale dell’abitato, con il conseguente impoverimento dei rapporti interpersonali; l’allentamento di rapporti di coesione e sinergia fra le parti dell’insediamento e la sua struttura complessiva ed il conseguente affievolirsi dei sentimenti di appartenenza e di comunità: temi e fenomeni che ormai da vari decenni alimentano il dibattito sullo sprawl, e che emergono in questa ricerca come il risultato prevedibile – in certa misura inevitabile – dell’alterazione delle relazioni spaziali determinata dalla modalità rarefatta dell’urbanizzazione. La tesi è che lo sprawl sia nei suoi effetti, per una parte significativa – se non preponderante –, un fenomeno relazionale; il quale viene percepito sotto le sembianze ripugnanti della desolazione del paesaggio suburbano e della perdita di identità dei luoghi: temi di per sé indiscutibili, ma che proprio dell’assetto configurazionale risultano conseguenze, secondo una logica ben definita ed in misura oggettivamente rilevabile. In una simile prospettiva, l’assenza di una logica insediativa, la mancanza di un disegno, di un pattern, il disordine dei luoghi e delle funzioni – le più ricorrenti e condivise fra le imputazioni alla città dello sprawl – appaiono frecce fuori bersaglio. Gli esiti delle ricerche qui presentate mostrano al contrario che la struttura della città diffusa risponde in effetti ad una logica rigorosa, rispetta un ordine e corrisponde ad un pattern che è facile individuare e riconoscere, purché lo si osservi con lenti sensibili alla distribuzione e alla configurazione delle relazioni spaziali. Le stesse lenti che, implicitamente, suggeriscono le possibili linee di indirizzo per le strategie di governo del tessuto suburbano.
24,00

Storie di quartieri pubblici. Progetti e sperimentazioni per valorizzare l’abitare

Anna Delera, Elisabetta Ginelli

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2022

pagine: 378

I quartieri di edilizia residenziale pubblica, nonostante lo smantellamento avvenuto dai primi anni '90 del secolo scorso, le politiche di alienazione e i tentativi di rigenerazione/gentrificazione, non sempre riusciti, continuano a essere luoghi importanti nei quali la città pubblica si esprime e si rappresenta. Sono luoghi spesso soggetti a degrado edilizio e urbano, oltre che sociale, ma che attraverso interventi di riqualificazione e riattivazione, demolizione e ricostruzione potrebbero assumere un ruolo centrale nelle città. Nel nostro Paese stiamo parlando di circa 1 milione di alloggi di proprietà pubblica di cui il 75% (circa 800.000) è ancora di proprietà e gestito dagli ex IACP - Istituti Autonomi Case Popolari - poi divenuti aziende a controllo regionale, mentre i restanti sono di proprietà comunale. Si tratta complessivamente di meno del 4% del totale degli alloggi presenti sul territorio nazionale in un Paese che vede la quota europea più alta di abitazioni di proprietà privata stimata tra il 75 e l'80%. Oltre all'esiguità del patrimonio, è anche un bene che è stato trascurato per troppo tempo, sia per investimenti sia per cure e che invece ha avuto, e ha tuttora, un rilevante ruolo nelle realtà urbane. Il risultato della call for paper promossa all'interno del cluster Social Housing di SITdA, la Società Italiana della Tecnologia, Storie di quartieri pubblici. Progetti e sperimentazioni per valorizzare l'abitare è, al tempo stesso, titolo del libro e dell'iniziativa proposta, con la finalità di mettere in luce le esperienze di valorizzazione delle qualità culturali, sociali, progettuali, architettoniche e urbanistiche dei quartieri attraverso tre obiettivi. Il primo è quello di raccontare progettisti e interventi, buone pratiche e metodi, azioni e risultati attraverso alcune 'lezioni di progetto concrete, storiche ma tuttora valide, che hanno sperimentato e innovato il progetto della 'casa'. Il secondo è quello di raccogliere spunti per politiche, strumenti, linee guida, metodologie di processo e di progetto testimoniate dal quadro della ricerca e delle sperimentazioni avviate, mirate a individuare prospettive di azione sull'ERP risorsa; il terzo è quello di illustrare progetti e interventi di valorizzazione dell'abitare sociale, tra rigenerazione e riqualificazione spaziale, ambientale e sociale. Una parte introduttiva restituisce, attraverso alcuni contributi, il valore e le politiche dell'abitare sociale e dell'ERP come occasioni di sperimentazioni, sinergie e strategie. Il testo trova la sua genesi in una profonda e convinta volontà da parte delle curatrici di tornare a riflettere sull'ERP e sull'abitare, di fotografare e valorizzare porzioni di 'città pubblica' considerate un'impareggiabile risorsa sistemica. Si tratta di un bene rappresentativo di politiche virtuose e di capacità intellettuali e professionali, fisico-materiali, progettuali-tecnologiche-spaziali che hanno prodotto 'luoghi' che, oggi considerati negativamente, dovrebbero diventare particolare motivo di orgoglio in quanto opere sociali e strumenti decisivi per la rigenerazione urbana, edilizia, sociale e tecnica in termini ambientali. Le potenzialità delle ricerche qui presentate dimostrano la determinazione degli studiosi nel seguitare ad affrontare il tema, sia nella ricerca che nella didattica, ad ampliarne i significati, a considerarne le qualità e le quantità, non solo in quanto strumenti per affrontare la questione abitativa, ma anche perché reale e rilevante risorsa multidimensionale per gli abitanti e la collettività.
35,00 33,25

Industrialhousing. Or the way industrialisation can improve housing buildings

Industrialhousing. Or the way industrialisation can improve housing buildings

Gianluca Pozzi

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2022

pagine: 146

15,00

Sette note di architettura. Esperienze del progettare contemporaneo

Sette note di architettura. Esperienze del progettare contemporaneo

Emilio Faroldi

Libro

editore: Mimesis

anno edizione: 2019

pagine: 246

La realtà costituisce il motore dell’atto progettuale: è dalla realtà e per la realtà che il progetto di matrice accademica, parimenti a quello di matrice professionale, deve muovere il suo statuto. La mutazione della pratica del costruire ha apportato modifiche alla sua teoria. Le istanze riformistiche e di innovazione si concentrano in un’efficace correlazione tra gli obiettivi formativi dei corsi e la connessa articolazione degli studi universitari, con la struttura dei saperi, delle competenze e delle professionalità richieste dal sistema socio-culturale e produttivo, in sintonia con le linee evolutive e le rinnovate opportunità del mondo del lavoro. L’insegnamento dell’architettura è coinvolto da un processo in corso di profonda rivisitazione: istanza questa di carattere globale che si confronta con un rinnovato ruolo della professione derivante dai significativi mutamenti stimolati dalla crisi economica, da un’apertura universale di accesso alle conoscenze e al mercato del lavoro, e da innovativi metodi e strumenti a disposizione dell’azione progettuale. Elementi sia endogeni sia esogeni all’architettura che costituiscono la base di ripensamenti critici riguardanti le pratiche d’insegnamento in diverse scuole di architettura europee. All’interno di tale scenario si colloca la presente pubblicazione che coinvolge, in forma esemplificativa, alcuni lavori di tesi di laurea magistrale inerenti il biennio 2013-2015, coincidenti con un significativo momento di transizione tra la precedente Scuola di Architettura e Società e l’attuale Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano. La selezione dei lavori è stata ispirata da un duplice e complementare criterio: l’interesse pedagogico della diffusione di esiti di eccellenza e il riproporsi, per metodo e atteggiamento culturale, di alcune tematiche ricorrenti e paradigmatiche del progettare contemporaneo. Gli studi restituiscono esperienze progettuali consapevoli della complessità del fenomeno architettonico e costruttivo: in tale ambito, la ricerca storica, lo studio del contesto sociale e culturale, la sensibilità artistica, la verifica costruttiva e le istanze compositive si fondono in una competenza integrata a cui lo studente-progettista attinge per configurare l’ipotesi trasformativa di un luogo. I lavori riguardano contesti di Spagna, Portogallo, Cile, Brasile, oltre a quello nazionale. Un’azione progettuale di rilevante spessore internazionale, resa possibile da un processo d’immersione nelle specifiche realtà coinvolte, eletto a metodo di lavoro atto a sensibilizzare il futuro architetto al confronto con un ambito di riferimento ampio e senza confini politici, geografici, culturali. In tale contesto, la figura del docente rappresenta la guida metodologica di organizzazione intellettuale e tecnica del lavoro, rafforzata e facilitata dalla presenza di interlocutori, architetti, amici, e docenti internazionali, in rappresentanza dei contesti esplorati.
28,00

La sperimentazione tecno-tipologica nel progetto della residenza collettiva

La sperimentazione tecno-tipologica nel progetto della residenza collettiva

Laura Daglio

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2018

pagine: 170

Gli obiettivi di indagine del testo muovono da alcune condizioni di contesto relative al rinnovato e urgente interesse nei confronti della 'questione delle abitazioni' quali emergono dai cambiamenti epocali che la crisi economica del 2008 e l'evoluzione della società dell'informazione e della conoscenza hanno generato nella cultura contemporanea. Dal ripensamento dei modelli dell'abitare, orientati verso assetti maggiormente fluidi, flessibili ed evolutivi così come la consapevole acquisizione delle istanze della sostenibilità, che, a seguito delle modificazioni ambientali, si confrontano e si completano con gli obiettivi di resilienza, anch'essa declinata nelle dimensioni ambientale, sociale ed economica, scaturisce l'occasione per riaprire e ampliare il dibattito sulla qualità del progetto per la residenza. A differenza del panorama internazionale, infatti, che assume e sviluppa le forme e i tipi dell'edificio collettivo quale risposta, con soluzioni a elevata densità, al problema di contenimento della risorsa suolo e alla richiesta di nuove forme abitative evolutive, la discussione in Italia, prescinde dall'interrogarsi su alternative ad una convenzionale e consolidata organizzazione dello spazio dell'alloggio e individua nell'innovazione tecnologica e nel controllo dei costi di costruzione, il tema prevalente e predominante cui orientare le esplorazioni progettuali. Ne sono complici, da un lato, ragioni culturali, legate alle logiche del mercato immobiliare, e al retaggio di modelli radicati a partire dal secondo dopoguerra, dall'altro, la rigidità della normativa di natura prescrittiva. Conseguentemente, il testo intende ragionare, invece, intorno al tema della qualità abitativa quale risultato di una costante ed esplicita integrazione fra tipologia e tecnica, e di una sperimentazione tecno-tipologica come lavoro di ricerca progettuale, che includa la variabile tempo come ineludibile dimensione del processo progettuale. Tale tesi viene sostenuta a partire dal riconoscimento di un medesimo approccio nello sviluppo della ricerca architettonica sui temi della residenza, a partire da alcune innovazioni tecniche che hanno dato origine a una continuativa indagine e sperimentazione nel corso del Novecento, organizzabile secondo alcune traiettorie che si focalizzano sia sulla relazione fra sistema tecnologico e sistema spaziale funzionale, sia sulla dimensione processuale degli interventi. Tali percorsi vengono, infine, attualizzati e implementati per definire prospettive di lavoro e confronto per il dibattito disciplinare contemporaneo e auspicano un cambio di paradigma che superi il concetto di architettura come non mutevole oggetto di contemplazione per trattarla, viceversa, come processo dove il cambiamento diventa una prevista variabile della progettazione. Al di là della specifica attenzione sul tema della residenza il testo, infatti, pone inevitabili questioni sugli assunti teorici del progetto, sia sulla modificazione degli approcci a seguito dell'inclusione della dimensione temporale, nella pluralità delle sue accezioni, sia, ancora una volta, sulle ripercussioni che il cambiamento tecnologico, oggi digitale, provoca sugli statuti più o meno tradizionali della disciplina. Con scritti di Elisabetta Ginelli e Roberto Podda.
20,00

Codice e progetto. Il computational design tra architettura, design, territorio, rappresentazione, strumenti, materiali e nuove tecnologie-Code and design. Computational design between architecture, design, landscape, representation, tools, materials and advanced technologies

Codice e progetto. Il computational design tra architettura, design, territorio, rappresentazione, strumenti, materiali e nuove tecnologie-Code and design. Computational design between architecture, design, landscape, representation, tools, materials and advanced technologies

Attilio Nebuloni, Andrea Rossi

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2018

pagine: 243

Considerare il digitale non come un semplice obiettivo da perseguire nel progetto, ma come una strategia operativa della progettazione, implica una sempre maggior confidenza con il mondo delle tecnologie. Un rapporto, questo, che a differenza di quanto finora è avvenuto nella storia, non si misura tanto nell'applicazione di forme di innovazione tecnologica ai processi della costruzione, quanto nella capacità di controllare e gestire il linguaggio e gli strumenti con cui il progetto stesso si articola. Adottare la computazione come forma di progettazione è infatti profondamente diverso dal semplice utilizzo di strumenti orientati ad incrementare le capacità produttive del progettista e comporta in primo luogo l'aprire il progetto a tecniche e strategie, la cui principale forza si misura nella capacità di promuovere "nuovi e diversi modi di pensare". Nel computational design, il dominio della programmazione e quello della progettazione si uniscono per identificare una forma di creatività capace di interpretare le informazioni in procedure e regole per il progetto. Le tecnologie digitali ed emergenti vengono così integrate nella elaborazione di un prodotto e la computazione è vista come il processo che regola le informazioni e le interazioni tra gli elementi in gioco nella definizione del disegno della forma, delle sue reazioni responsive al contesto e delle applicazioni delle stesse tecnologie digitali alla produzione. Il testo propone un'articolazione del tema "Codice e progetto", intendendo il primo come un linguaggio flessibile in grado di connettere ed ibridare ambiti, processi e discipline ed il secondo come lo spazio in cui i processi elaborati nella programmazione producono "originalità" nel progetto stesso, approfondendo aspetti teorici ed esperienze di ricerca declinate nei contesti specifici del progetto: l'architettura, il design, la rappresentazione, il territorio, le tecnologie, le interfacce di comunicazione e i materiali. Il testo vuole essere un'introduzione ai temi del progetto digitale e, nello specifico, degli aspetti sistematici centrali nella relazione tra computazione e design: il diagramma come strumento per la mediazione tra dinamiche computazionali emergenti e intento progettuale; le interfacce digitali, intese come processi creativi di ridefinizione delle pratiche progettuali; il disegno digitale, come struttura regolatrice del progetto; il meshing e ì'indexing come modelli procedurali per la gestione delle interazioni tra le varie strutture del territorio; l'uso di pratiche bio-digitali di computazione per dissolvere la forma architettonica in uno spazio fluido di relazioni; la progettazione e produzione di nuovi materiali programmabili che ridefiniscono la relazione tra forma e materia e aprono a nuovi scenari di differenziazione formale e interattiva; l'uso di macchine CNC e robot industriali, per riconfìgurare le relazioni tra progetto e costruzione; il BIM, come piattaforma di dialogo e condivisione tra i diversi campi del progetto. Contributi teorici di Attilio Nebuloni, Andrea Rossi, Michela Rossi, Giorgio Buratti, Federico Ruberto, Giorgio Vignati, Pierpaolo Ruttico, Matteo Lo Prete, Stefano Arrighi e Matteo Meraviglia.
22,00

La rigenerazione della rendita. Teorie e metodi per la rigenerazione urbana attraverso la rendita differenziale

Simone Rusci

Libro

editore: Mimesis

anno edizione: 2018

pagine: 20

All’alba del nuovo millennio, iniziato di fatto con la crisi economica del 2007, l’eredità del Novecento si è rivelata più pesante del previsto, comportando un radicale sovvertimento di quelli che per decenni sono stati considerati i temi classici della pianificazione. Per tutto il Novecento l’urbanistica ha giocato in difesa, cercando di mitigare, arginare, e poche volte gestire, l’inarrestabile macchia d’olio della città. Per questa difesa ha calibrato i propri strumenti giuridici, di analisi e di governo, quasi sempre mirati a contingentare l’offerta edilizia verso una domanda vorace e illimitata. In questo scenario di ampia liquidità del diritto edificatorio, valorizzare e recuperare – e non in ultimo rigenerare – hanno significato quasi sempre attribuire un indice edificatorio o una destinazione capace di trainare la trasformazione garantendone le risorse. Dal 2007 tutto cambia. Quella domanda di urbanistica sempre assunta come costante nel processo di pianificazione, vista con sospetto e diffidenza, crolla repentinamente sotto i colpi di una crisi che pochi (forse nessuno) avevano previsto. La moneta urbanistica, il diritto edificatorio, le tanto agognate volumetrie si svalutano diventando numeri privi di un mercato capace di attribuirgli un valore e liquidità. A secco non rimangono solo i ruggenti speculatori ma l’urbanistica stessa che, privata di quelle dinamiche espansive, si ritrova senza la materia prima con la quale costruire il piano, con strumenti perlopiù incapaci di agire in contesti caratterizzati dall’assenza di trasformazioni urbane forti; in contesti nei quali l’attribuzione di volumetrie e destinazioni non basta più da sola ad attivare processi economici capaci di trasformare, recuperare e rigenerare la città. È in questa nuova prospettiva dell’intervento urbano che la ricerca dimostra e fa emergere il ruolo della rendita nell’organizzazione urbana, la sua natura di codice con cui è programmata l’attività umana entro lo spazio della città. Fa emergere la sua capacità di essere strumento di lettura dell’organizzazione urbana, grazie alla sua correlazione con le preferenze localizzative dei city users, e la sua capacità di restituire le criticità e i valori assunti dalle forme di auto-organizzazione della città esistente. Fa emergere in ultimo la potenzialità che un’innovativa politica di gestione della rendita differenziale può avere rispetto ai processi di modificazione dell’organizzazione e dello spazio della città, in particolare rispetto alle forme di rigenerazione.
20,00 19,00

Architetture e paesaggi

Gianni Scudo

Libro

editore: Mimesis

anno edizione: 2018

pagine: 277

La crisi ascendente dei sistemi insediativi e dei sistemi produttivi globalizzanti, in primis quello agroalimentare, sta generando una nuova cultura di utilizzo integrato e socialmente inclusivo delle risorse territoriali, promossa in Italia, fra gli altri, dalla Società dei Territorialisti/e. Questa nuova cultura esprime una forte domanda d’innovazione progettuale verso forme di sviluppo locale autosostenibile. Proposte concrete da parte degli attori locali organizzati in reti che intrecciano attività multifunzionali, garantendo la riproduzione sociale delle comunità in equilibrio dinamico con gli ecosistemi del territorio. Il progetto (come scenario territoriale, forma insediativa e tipologia architettonico/tecnologico/ambientale) intreccia le radici antiche con l’innovazione localmente appropriata e mette in evidenza come i territori residuali/abbandonati possono avere un potenziale locale di occupazione radicata e di rigenerazione sociale e ambientale molto elevato attraverso mix equilibrati di multifunzionalità (costruzione del paesaggio, approvvigionamento energetico ed alimentare, ospitalità dolce, di infrastrutture leggere per comunicare e muoversi). L’innovazione progettuale consiste nel dar forma ai nuovi paesaggi produttivi partendo dalla conoscenza profonda dei luoghi e delle culture locali, dalle esigenze della nuova cultura di pattualità città/campagna, dalle risorse disponibili e potenziali sia in termini di vocazioni agricole che di flussi di risorse conoscitive, materiali, energetiche e finanziarie per rispondere alle nuove domande emergenti di prodotti e servizi ambientalmente sostenibili da parte delle comunità locali insediate nel territorio. In questo senso si apre un interessante campo di lavoro anche per la formazione degli architetti che ribalta il paradigma costruttivo e modula il progetto dell’assetto fisico – dal paesaggio all’ambiente costruito – sulla centralità dell’attività primaria nei processi di scambio metabolico campagna/città, partendo anche dal patrimonio della buona architettura contemporanea che si riconosce nello spirito positivo dei luoghi e dei materiali, della vita reale delle comunità civili, del lavoro e dell’arte di vivere, alla ricerca di un senso nella realtà sociale e nelle comunità locali. L’insieme dei contributi dell’almanacco si colloca in un contesto di cultura progettuale dell’architettura moderna e contemporanea che è stato ed è tuttora poco sensibile ai temi dell’architettura rurale e rurale-urbana. Eppure se si esce da un atteggiamento che oscilla tra la pratica consumistica (il paesaggio agricolo/alpino come pallido sfondo per operazioni commerciali) e autocelebrazione degli “archistar”, la qualità diffusa di una nuova architettura delle origini, sostenibile e sintetica nel suo realismo, potrà essere uno dei nuovi obiettivi degli architetti europei di questi prossimi decenni.
26,00 24,70

Urbanistica in transizione. Principi e metodi

Urbanistica in transizione. Principi e metodi

Roberto Cassetti, P. Luigi Paolillo

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2016

pagine: 313

Il volume affronta tre aspetti che sembrano scomparsi nell'attuale dibattito urbanistico italiano: l'individuazione dei principi della composizione urbana (la riorganizzazione delle funzioni nello spazio, la ricostruzione della forma, i rapporti con l'ambiente), la sequenza logica attraverso cui tali principi s'intrecciano (traducendosi in grandezze definite per il progetto urbanistico] e il metodo di costruzione del piano. La prima parte di Roberto Cassetti si concentra, tentando di ridurle all'essenziale, sulle ampie direttrici che hanno modellato (e rimodellano] la scena urbana e sull'idea di città che hanno espresso, per tessere la tela di pensiero e operativa valori, principi, modelli di composizione spaziale - della "Nuova Modernità" che investe oggi il governo di città e territori "in transizione", ben diversamente dalle molteplici "urbanistiche" che pur continuano a imperversare sulla scena urbana. Nella seconda parte invece Pier Luigi Paolillo, attraverso numerosi passaggi di metodo, esempi e casi, individua una differente impalcatura razionale di costruzione del piano che - attraverso l'utilizzo e la gestione dell'enorme massa di dati oggi disponibili, e muovendo dalla costruzione d'una solida base quantitativa di coerenze - consenta di giustificare le azioni, i progetti, le norme, identificando e indirizzando i percorsi, le regole spaziali, le competenze, i soggetti della scienza urbanistica.
28,00

Il villaggio INA. Casa di Cesate

Il villaggio INA. Casa di Cesate

Warner Sirtori, Maria Prandi

Libro

editore: Mimesis

anno edizione: 2016

pagine: 212

Le ragioni significative di questa pubblicazione sono numerose: l'interesse e la rinnovata attenzione che il Villaggio di Cesate e più in generale i quartieri Ina stanno sollevando tra gli addetti ai lavori e la società civile; la documentazione della grande capacità interpretativa degli spazi dell'abitare che il Villaggio ha saputo esprimere fin dalle origini e mantenere nel corso del tempo nonostante le trasformazioni, piccole ma diffuse, apportate dagli abitanti in ragione di esigenze quotidiane; infine l'avvio di un progetto di riqualificazione degli spazi aperti, primo passo per diffondere buone pratiche per gli interventi futuri e promuovere consapevolezza tra gli abitanti circa il valore di bene ambientale di cui hanno modo di giovarsi. La pubblicazione raccoglie inoltre il contributo, sotto forma di intervista, di alcuni eredi dei progettisti del Villaggio, dell'autore delle opere d'arte che arredano la chiesa di San Francesco e il racconto partecipato di numerosi abitanti che della vicenda hanno fatto parte.
24,00

Re-use Ragusa. Strategie sostenibili per la rinascita del centro storico

Re-use Ragusa. Strategie sostenibili per la rinascita del centro storico

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2016

pagine: 200

I mutamenti sociali ed economici più recenti ci spingono a osservare con rinnovato interesse i tessuti storici non solamente come riserve di memoria e di cultura da preservare ma, soprattutto, come reali alternative allo spreco e come opportunità per corrispondere alle nuove istanze dell'abitare e del vivere la città in modo più sostenibile. Il passaggio dall'euforia dell'espansione edilizia e del consumo di suolo ad una nuova cultura della parsimonia nell'uso consapevole delle risorse disponibili reclama la necessità d'avviare programmi più coraggiosi di riuso e rigenerazione urbana. In questa epocale inversione del processo di crescita il centro storico può giocare un ruolo chiave e tornare ad essere il principale propulsore del rinnovamento complessivo della città contemporanea. L'emblematico caso del centro storico di Ragusa Superiore, cuore residenziale della città tardobarocca, iscritto nella World Heritage List dell'Unesco ma in buona parte abbandonato dai suoi abitanti, è stato recentemente oggetto del workshop internazionale di progettazione architettonica e urbana "Re-Use Ragusa. Sustainable strategies to revive the city center" coordinato da docenti del Politecnico di Milano, i cui risultati sono stati raccolti in questo volume insieme ai testi delle conferenze che ne hanno accompagnato lo svolgimento e ad ulteriori contributi che si sono aggiunti successivamente arricchendo e ampliando la discussione.
16,00

L'orditura dello spazio pubblico. Per una città di vicinanze. Ediz. italiana e inglese

L'orditura dello spazio pubblico. Per una città di vicinanze. Ediz. italiana e inglese

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2016

pagine: 222

L'orditura dello spazio pubblico. Per una citta di vicinanze è l'argomento comune degli scritti del volume, restituendo brani del percorso intercorrente tra la proposta culturale e gli esiti progettuali dei luoghi pubblici aperti: lo studio e la riorganizzazione dello spazio comunitario, inteso come nodo riconosciuto e riconoscibile d'una città densa e reticolare, ha mosso l'impegno degli autori nell'intento comune d'una interpretazione multiscalare, multidimensionale, sistemica.
24,00

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