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Passigli: Passigli narrativa

L'ultimo austriaco che lasciò Venezia. Racconti italiani

Anthony Trollope

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2025

pagine: 128

Per la prima volta vengono qui riuniti e tradotti per i lettori italiani tre racconti del grande narratore dell’Inghilterra vittoriana che presentano la peculiarità di essere ambientati in Italia, fra Venezia, Roma e il Lago di Como. Anthony Trollope conosceva bene il nostro paese, e più volte vi si recò in visita alla madre e al fratello che vivevano a Firenze. Ed è interessante notare nei primi due racconti – più direttamente ne “L’ultimo austriaco che lasciò Venezia”, e più defilato ma comunque presente ne “La moglie del generale Talboys” – lo sfondo storico delle Guerre di Indipendenza, così come poteva venire recepito da un autore per nazionalità estraneo agli Stati contendenti ma simpatizzante per la causa italiana. Ma l’Italia per gli inglesi è sempre anche la meta del Grand Tour, aspetto, questo, ben evidente nel gruppo un po’ fatuo di intellettuali che si raccoglie a Roma intorno alla signora Talboys, o nel viaggio dei coniugi Greene nel racconto “L’uomo che teneva il denaro in una valigia”. Qui, come scrive Luca Caddia, «l’inguaribile senso pratico di Trollope trasforma il Grand Tour in gran turismo», mentre il viaggio si trasforma lentamente in una commedia degli equivoci, con effetti sottilmente umoristici.
14,50 13,78

La stagione del figlio

Cristina Dotto Viglino

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2025

pagine: 200

“La stagione del figlio” è la storia di un ragazzo di oggi. Intorno a lui ruotano figure di adulti che, lentamente, si defilano dietro quinte di poca significanza. È un adolescente complicato e sofferente, o forse incredibilmente semplice nel suo articolato dolore, nel suo urlo al mondo che si declina in ferite inflitte al suo stesso corpo e in muri di silenzio. Cammina in bilico su precipizi aperti, impigliandosi a rovi continui e fatiche che sfiancano ogni forza. Ha due madri, una madre delle carni e una madre dei pensieri: una madre per partenogenesi, che ne coltiva la mente e lo accompagna nella maturazione emotiva, e una madre biologica, che ne divora ogni respiro con un amore malato. In mezzo a queste due figure c’è Stefano, operaio prossimo alla cassa integrazione, padre amareggiato e stanco. Sul palcoscenico della storia, assieme ai protagonisti, spezzati, alla ricerca di un possibile senso ed equilibrio, si muovono piazze e vicoli genovesi, montagne dell’Alta Via dei Monti Liguri, psicologi, psichiatri, e ragazzi adolescenti. Con “La stagione del figlio”, Cristina Dotto Viglino indaga in profondità la complessa condizione dei nostri adolescenti e del mondo che li e ci circonda, tra pericoli, insuccessi, velleità, separazioni, solitudini… Un romanzo denso e compatto, ad altissima concentrazione emotiva, che si legge tutto d’un fiato.
18,50 17,58

La gatta

Colette

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2025

pagine: 120

Neuilly-sur-Seine, inizio anni Trenta. Il giovane Alain Amparat, rampollo di una famiglia di commercianti di seta, sta per sposare la moderna e disinibita Camille Malbert, con la quale andrà a vivere nella dimora avita degli Amparat: una bellissima villa immersa nel verde. Tuttavia, Alain sembra provare un’attrazione ancora maggiore per Saha, la sua gatta, con la quale ha un rapporto di vera e propria simbiosi, al punto tale da non poterla lasciare nemmeno quando con la sua giovane sposa si trasferisce provvisoriamente nell’appartamento di un amico, al nono piano di un palazzo di Parigi, in attesa che i lavori di ristrutturazione della villa siano terminati. L’idillio della passionale vita coniugale lascia però presto spazio alla tensione fra i due giovani, esasperata dalla rivalità tra Saha e Camille, rosa dalla gelosia per il rapporto che la gatta ha con Alain… Pubblicato per la prima volta a puntate sulla rivista «Marianne» tra l’aprile e il giugno del 1933, quando ormai Colette (1873-1954) ha già alle sue spalle opere di grande successo come i romanzi del ciclo di Claudine, La vagabonda e Sido, La gatta (La Chatte) è – nelle parole di Edmond Jaloux – «un capolavoro di concisione, di arte, di classica perfezione, con la massima verità, intelligenza e poesia», che unisce alla sottile ironia della grande scrittrice una straordinaria abilità nell’indagine psicologica. Non solo dei protagonisti umani, ma della terza, vera protagonista del romanzo: la gatta, inseparabile compagna di vita della stessa scrittrice.
14,50 13,78

Gli anni perduti

Vitaliano Brancati

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2025

pagine: 248

Nell’immaginaria città di Natàca (anagramma del nome greco di Catania), la noia regna sovrana e tutti sembrano presi da un’indolenza collettiva. I protagonisti della storia, giovanotti borghesi e intellettuali sfaccendati, passano le loro giornate – che si susseguono uguali l’una all’altra – tra scherzi, relazioni ed espedienti per non tornare alle proprie occupazioni. A porre fine a questo torpore arriva il misterioso professor Buscaino, con una proposta tanto bizzarra quanto dirompente: costruire una torre panoramica nel cuore di Natàca. L’impresa, accolta con grande entusiasmo, coinvolge l’intera città per dieci lunghi anni, ma quando l’inaugurazione dell’edificio è ormai prossima, i natachesi si troveranno di fronte a un’amara sorpresa… Vera e propria autobiografia di una generazione, il romanzo "Gli anni perduti" (apparso a puntate su «Omnibus» tra il 1934 e il 1936, poi pubblicato in volume nel 1941) non è solo un affresco della provincia siciliana: al pari di altre opere contemporanee, infatti – si pensi ad esempio a "Gli indifferenti" di Moravia (1929) –, dà voce a una critica più ampia alla società borghese di quegli anni, prendendo di mira anche il vitalismo più apparente che reale del regime fascista con i suoi rituali. Come osservava lo stesso Brancati in una lettera al suo ex professore di liceo Francesco Guglielmino, Gli anni perduti «è stato scritto in un periodo molto nero della mia vita: di crisi, si direbbe con una brutta parola moderna. Era la prima volta che vedevo tutta la stupidità dell’attivismo e di coloro che, non avendo un serio modo di vivere, trovano, negli attivisti, medici o guide miracolosi».
16,50 15,68

Fuochi di Lisbona

Paolo Ruffilli

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2024

pagine: 176

Arrivato a Lisbona per partecipare a un convegno su Fernando Pessoa, il protagonista si trova a vivere, nell’affascinante città del grande scrittore portoghese, un’intensa passione per Vita, conosciuta al principio del suo soggiorno. L’amore travolge entrambi al di là di ogni considerazione razionale e lentamente va a intrecciarsi, nei ricordi che affiorano anche attraverso citazioni di versi e di scritti, con la relazione che Fernando Pessoa ebbe con la giovane Ophélia Soares Queiroz. Come dice Antonio Tabucchi in una nota di lettura che aveva stilato ancora sul dattiloscritto e che accompagna ora questa prima edizione, “Fuochi di Lisbona” «è un romanzo sull’amore e la passione, oltre che d’amore e di passione, come conoscenza viva delle cose negli universi opposti di un uomo e di una donna». Il libro è anche l’espressione dell’amore che Paolo Ruffilli nutre da sempre per uno degli scrittori più geniali ed enigmatici del Novecento, costantemente rincorso in queste pagine al punto da diventarne uno dei personaggi principali o addirittura il deus ex machina stesso dell’intera vicenda.
17,50 16,63

Il padiglione cinese

Eduard von Keyserling

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2024

pagine: 152

Dopo aver passato la vita fra piaceri e amori illeciti, Günther von Tarniff, giovane aristocratico baltico, sposa l’amica d’infanzia Beate, anch’essa di nobile famiglia, e si stabilisce con lei nel castello di Kaltin, con l’intento di passarvi un’esistenza tranquilla. L’inatteso ritorno di Mareile, la figlia del fattore, vecchia compagna di giochi dei due coniugi e ora divenuta una bellissima e celebre cantante, getta però nello scompiglio Günther, che si innamora ricambiato della donna, iniziando con lei un’ardente relazione che pone fine ai suoi propositi. Primo titolo del fortunato filone delle Schlossgeschichten, le “storie del castello”, “Il padiglione cinese” (“Beate und Mareile”, 1903) è il romanzo che decretò la fama di Eduard von Keyserling, rientrando a buon diritto nel novero dei suoi capolavori. Anche in quest’opera, che riproponiamo nella storica traduzione di Mario Benzi – ora rivista, commentata e introdotta dal nipote Gian Mario Benzing –, von Keyserling, che Thomas Mann, Robert Walser e Hugo von Hoffmanstahl consideravano uno dei massimi scrittori del primo Novecento, riesce a restituire quel senso di decadenza percepito dalla nobiltà baltica, un’aristocrazia che alle soglie della tragedia della Prima guerra mondiale inizia a percepire l’approssimarsi della propria fine.
16,50 15,68

La lampada rossa. Storie di medici e di medicina

Arthur Conan Doyle

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2024

pagine: 176

Non tutti sanno che Sir Arthur Conan Doyle, il grande inventore del moderno romanzo poliziesco e creatore di Sherlock Holmes, uno dei personaggi più amati e longevi della letteratura dell’ultimo secolo, ha studiato medicina e ha praticato la professione per quindici anni come medico di bordo, prima di una baleniera e poi di un piroscafo, e infine con un suo ambulatorio con l’insegna della lampada rossa che in Inghilterra allora identificava gli ambulatori medici. Pubblicati nel 1894, quando oramai la fama di Conan Doyle aveva raggiunto dimensioni ragguardevoli, questi racconti sono prima di tutto un atto di amore non tanto verso la medicina – della quale peraltro, anche dopo aver cessato la professione, Conan Doyle continuò a interessarsi attivamente – quanto verso ciò che la figura del medico rappresenta, e soprattutto rappresentava nei tempi passati. Com’è noto, lo scrittore scozzese ha costruito Sherlock Holmes e il suo ‘metodo’ sulla base di un approccio scientifico ai fatti da interpretare non dissimile dal metodo diagnostico seguito dai medici in un periodo in cui non disponevano dei moderni strumenti di indagine. Ne “La lampada rossa” l’autore privilegia un altro aspetto dell’esperienza medica: le occasioni di incontro con ogni tipo di persona e di problemi che, unite a quelle doti di ‘metodo’, facevano del medico un saggio conoscitore della vita e della varietà dei tipi umani. Questi racconti, sempre incentrati su tematiche riguardanti medici o medicina, si trasformano così nell’affresco sublime e leggero di un intero mondo e di un’intera società, la società vittoriana, descritta in personaggi che vanno dal ministro degli Esteri di Sua Maestà al piccolo borghese, dal grande chirurgo al medico alle prime armi, da un tono elegante e divertito al racconto ‘nero’. “La lampada rossa” è inedita in Italia, e rappresenta quindi una grande occasione per apprezzare un aspetto diverso e certamente non minore di uno scrittore tanto popolare quanto ancora in parte sconosciuto e in grado di riservare al lettore molte piacevoli sorprese.
17,50 16,63

Da noi non può succedere

Sinclair Lewis

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2024

pagine: 448

"Da noi non può succedere" (“It Can’t Happen Here”) è forse l’unico altro romanzo di Sinclair Lewis che ha la profondità dei suoi capolavori Main Street e Babbitt. È una grande narrazione sulla fragilità della democrazia e, allo stesso tempo, una previsione allarmante, sinistra, di come il fascismo, mascherato da populismo, possa prendere piede anche negli Stati Uniti. Scritto a metà degli anni Trenta, durante la “Grande Depressione”, quando il Paese poco si curava dell’aggressività di Hitler ed era addirittura presente un movimento filonazista, Da noi non può succedere unisce una visione satirica della politica allo spaventoso e possibile avvento di un presidente che si fa dittatore per “salvare” la nazione dai “nemici”, poco importa che si tratti di criminalità o di stampa libera. Un romanzo preveggente e scioccante, che mostra la forza della migliore narrativa americana e che oggi pare essere forse ancora più attuale di allora, non solo per gli Stati Uniti, ma per l’intero Occidente, dove il populismo sta pericolosamente avanzando, mettendo a repentaglio i valori costitutivi delle nostre democrazie, primo fra tutti la separazione tra i poteri dello Stato. Completa questa edizione uno scritto di Federico Rampini in cui si delinea la figura di Donald Trump, nei cui tratti e nella cui politica si possono ravvisare non pochi elementi che ricordano pericolosamente il presidente dittatore descritto in questo romanzo. Prefazione di Federico Rampini.
22,00 20,90

Il «leon d'oro» di Granpère

Anthony Trollope

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2024

pagine: 240

1870: il “Leon d’Oro” è un piccolo albergo di provincia nella cittadina immaginaria di Granpère, nella Lorena occupata dai prussiani. Il proprietario, Michel Voss, vi abita con la seconda moglie, il figlio di primo letto George e la nipote acquisita Marie Bromar. Quando tra i due giovani nasce un tenero sentimento, Michel, convinto che per entrambi non sia quella la scelta migliore – e forse anche per l’impressione fastidiosa che si agisca alle sue spalle –, nega il consenso alla relazione e allontana il figlio da casa. George si reca a Colmar, dove prende in gestione l’“Hotel della Posta”, e per un anno non dà più sue notizie; mentre Marie, credendosi ormai dimenticata, cede alle insistenze dello zio perché si fidanzi con Adrian Urmand, un ricco mercante di stoffe di Basilea. Quando però la notizia dell’imminente matrimonio giunge a George, il giovane parte di gran corsa per Granpère alla riconquista della ragazza… Pubblicato nel 1872, quando Anthony Trollope era all’apice della sua popolarità, "Il 'Leon d’Oro' di Granpère" è una delle rare opere del grande autore vittoriano ambientate fuori dalla sua Inghilterra. Hugh Walpole, autore di una celebre biografia di Trollope, la definì «non solo il suo miglior romanzo breve, ma anche uno dei più affascinanti idilli della letteratura inglese», e in effetti il susseguirsi di equivoci amorosi, nonché la pregevole caratterizzazione dei personaggi, rendono quest’opera un piccolo gioiello narrativo.
18,50 17,58

Una famiglia turca

Irfan Orga

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2024

pagine: 368

"Una famiglia turca" (Portrait of a Turkish Family, 1950) permette come poche altre opere di penetrare una cultura tanto affascinante quanto enigmatica come quella turca. Autobiografia che va dal 1913 al 1940, il libro ripercorre la vita familiare e sociale di una famiglia dell’alta borghesia che con la Grande guerra e la caduta dell’impero ottomano perde i privilegi economici e sociali della propria posizione sino a ridursi in uno stato di estrema povertà, e sino alla sua faticosa risalita verso un accettabile tenore di vita. Protagonisti di questo racconto, oltre alla famiglia dello scrittore, sono la stessa Istanbul e tutta la variegata società di notabili, piccoli borghesi e popolani che la abitano, così che il libro presenta vari piani di lettura che vanno dalla vicenda privata del protagonista – con pagine sull’infanzia che sono tra le più belle della letteratura del Novecento – alla cultura e ai costumi di un paese che è sempre stato un ponte tra Oriente e Occidente in un periodo cruciale della sua storia: dalla caduta del sultano e dell’impero ottomano alla rivoluzione di Mustafa Kemal Atatürk.
19,50 18,53

L'impero in provincia. Cronache italiane dei tempi moderni

Francesco Jovine

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2024

pagine: 136

Pubblicato nel 1945, a ridosso della fine della guerra, "L’impero in provincia" è una raccolta di sei racconti in cui Francesco Jovine, con grande maestria, affianca al consueto realismo una sferzante satira del regime fascista, che con la sua violenza e la sua illusoria propaganda di un “impero italiano” era stato tra i principali responsabili delle orrende ferite che ancora laceravano il paese. Nei racconti, fra loro intrecciati fino a formare una sorta di grande affresco del mondo contadino dagli esordi del fascismo alla Liberazione, vediamo sfilare un’intera galleria di personaggi: ecco allora il gruppo di camicie nere che si organizza (La vigilia) e va alla disperata ricerca di un qualunque catafalco cui rendere omaggio secondo le direttive del Partito (Il monumento storico); e il barbiere-soldato che si lascia convincere ad arruolarsi per la guerra di Spagna con l’illusione di facili guadagni per poi tornare con un braccio in meno e un figlio in più, nato in sua assenza (Michele a Guadalajara); e ancora la vecchia contadina che, dalle fronde di un albero, ingaggia una strenua lotta con chi cerca di sottrarle il suo maiale, unico tesoro che le è rimasto dopo il celebrato dono dell’“oro alla patria” (Martina sull’albero). Il tratto comune con le opere precedenti è l’emarginazione di un mondo – il suo Molise – e della sua gente, che sta all’origine dell’atavica diffidenza verso uno Stato che, dopo aver abbandonato un intero popolo all’efferata violenza dell’occupazione tedesca (La casa delle tre vedove), si prepara ora di nuovo a imporre la propria presenza con l’estraneità delle sue leggi: «Ritorna la legge […] a che serve la legge? Ecco tu zappi e mangi e viene Cialanga dalla Puglia e ti porta il vino e bevi. Invece arriva la legge e ti spoglia…» (La rivolta).
14,50 13,78

La signora Berta Garlan

Arthur Schnitzler

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2024

pagine: 160

Pubblicato nel 1901, "La signora Berta Garlan" narra la vicenda amorosa di un’insegnante di pianoforte. Sposata a un uomo che non ama, Berta resta ben presto vedova e continua a vivere da sola con il suo bambino in una piccola città danubiana. Nulla sembra poter ormai cambiare un destino già segnato da rinunce e privazioni, quando una gita a Vienna la farà incontrare di nuovo l’unico uomo che abbia davvero amato, un compagno di conservatorio divenuto nel frattempo un famoso virtuoso di violino… In questo romanzo Schnitzler ci regala una bellissima figura femminile, della quale sonda l’anima con grande sensibilità e modernità, descrivendo la difficile condizione sia economica che sociale di una donna di quei tempi e l’impossibilità di sfuggire a un’esistenza infelice. Ma la profondità di Schnitzler va al di là delle contingenze dell’epoca storica: come fece notare il padre della psicoanalisi Sigmund Freud, la sua arte, con il suo scetticismo, la sua penetrazione nella verità dell’inconscio e nella natura delle pulsioni umane, la demolizione delle certezze convenzionali della società e la polarità di amore e morte, attinge a un valore universale.
14,50 13,78

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