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SE: Saggi e documenti del Novecento

Per amica silentia lunae

William Butler Yeats

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2020

pagine: 144

“A una prima lettura, si comprende immediatamente che Per Amica Silentia Lunæ è una divagazione su due temi cari a Yeats: la maschera e la visione. La bellezza del testo sta però proprio nella stranezza di queste divagazioni, nel loro procedere senza continuità dialettica da monologhi a squarci e pensieri fulminanti, quasi aforistici, che fanno della loro oscurità la loro forza. Il problema dei morti, che occupa quasi tutta la seconda parte del testo, e del rapporto che i vivi hanno con loro, è centrale nel pensiero di Yeats. […] Ma chi sono questi morti di cui parla Yeats? I poeti che lo hanno preceduto, secondo Harold Bloom, che legge questo testo anche come un saggio sull’Influenza Poetica e sul modo in cui un poeta riesce a liberarsi dei propri predecessori e a crearsi una propria individualità. […] C’è infine un ultimo modo in cui è possibile leggere questo testo: Yeats immaginò queste meditazioni come una lettera a Iseult Gonne – la giovane donna di cui credeva di essere innamorato, figlia di quella Maud Gonne che era stata e forse era ancora un suo grande amore. […] Ma nel parlare d’amore, Yeats dimentica quello che era il suo scopo e parla di ciò che ama e parla a ciò che ama. E questa lettera d’amore a Iseult diventa così anche una lettera d’amore per i poeti romantici, e una lettera d’amore per i morti appassionati. Un amore infelice, ovviamente, e illusorio come la luna.” (Dallo scritto di Gino Scatasta)
19,00 18,05

Quaderni in ottavo

Franz Kafka

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2020

pagine: 144

«Egli è un libero e sicuro cittadino della terra, perché è legato a una catena abbastanza lunga per lasciargli raggiungere qualunque luogo terrestre, ma non tanto che qualcosa lo possa trascinare oltre i limiti della terra. Al tempo stesso, però, è anche un libero e sicuro cittadino del cielo, perché è legato anche a un’analoga catena celeste. Ora, se vuol scendere in terra, lo strozza il collare del cielo, se vuol salire in cielo, lo strozza il collare della terra. E tuttavia egli ha a disposizione tutte le possibilità, e lo sente; anzi, si rifiuta persino di attribuire la colpa di tutto ciò a un errore commesso nell’incatenarlo a quel modo». Note di Max Brod.
19,00 18,05

Teoria del romanzo

Teoria del romanzo

György Lukás

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2019

pagine: 154

«Lo scoppio della guerra del 1914 — l'effetto prodotto dalla posizione interventista della socialdemocrazia sull'intellighenzia di sinistra — fu l'occasione che determinò la nascita della Teoria del romanzo. La mia posizione radicale si esprimeva in un veemente, globale e, specie all'inizio, poco articolato rifiuto della guerra, in particolar modo dell'entusiasmo che l'accompagnava. [...] In questo stato d'animo cresceva il primo abbozzo della Teoria del romanzo. Inizialmente avevo pensato a una catena di dialoghi: un gruppo di giovani si isola di fronte alla psicosi della guerra alla maniera dei narratori di novelle del Decamerone di fronte alla peste; i loro dialoghi, improntati a una reciproca intesa, avrebbero esplicitato grado a grado i problemi trattati nel libro, fino a gettare uno sguardo sul mondo di Dostoevskij. A un ripensamento più attento questo piano fu abbandonato e la Teoria del romanzo assunse la sua attuale configurazione. Essa crebbe così in un clima di permanente disperazione sulle sorti del mondo. Solo l'anno 1917 mi portò la risposta alle questioni che fino allora mi erano parse insolubili. [...] La problematica della forma del romanzo è qui l'immagine riflessa di un mondo fuori dai suoi cardini. Perciò la "prosa" della vita è solo un sintomo fra i tanti del fatto che la realtà offre d'ora in poi un terreno sfavorevole per l'arte; donde la liquidazione artistica di quelle forme conchiuse e totali emananti da una totalità dell'essere in sé compiuta, di quei mondi di forme in sé perfettamente immanenti — è il problema centrale della forma del romanzo. E questo non per ragioni artistiche, ma filosofico-storiche: "Non c'è più alcuna spontanea totalità dell'essere" afferma l'autore della Teoria del romanzo con riferimento alla realtà del presente. Qualche anno dopo Gottfried Benn esprime così questo stato di cose: "la realtà non esisteva più, rimaneva la sua smorfia"»
20,00

Il sole si spegne

Osamu Dazai

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2019

pagine: 137

Dazai Osamu, una delle voci più originali e discusse della letteratura giapponese del Novecento, nacque nel 1909 da una famiglia di ricchi proprietari terrieri, gli Tsushima, che secondo autorevoli studiosi facevano parte di un'aristocrazia nebulosa nelle sue linee, ma indiscutibile. La consapevolezza di appartenere a una classe privilegiata per diritto di nascita fu probabilmente alla base del senso di colpa angosciosamente avvertito dallo scrittore nel corso di tutta la sua vita e da cui sarebbe nata non solo la rivolta contro ogni forma di autorità costituita (la famiglia, i circoli letterari, lo stato), ma anche la ricerca disperata di un suo inserimento entro i movimenti politici clandestini di sinistra, verso gli anni Trenta; esperienza peraltro amarissima da cui si sarebbe ben presto allontanato. Nacque da questo l'interpretazione seducente di Dazai come aristocratico ribelle solidale con le classi popolari ma incapace di identificarsi con esse, e di "Shayo" ("Il sole si spegne"), una delle sue opere più alte, pubblicata nel 1947, come di una vivida rappresentazione dell'aristocrazia giapponese in declino, al punto che il titolo del romanzo ha introdotto nel lessico giapponese un nuovo termine, shaydzoku, «la gente del sole calante ». Giudicato con severità dagli ambienti conservatori che non giustificavano i suoi eccessi, i suoi ripetuti tentativi di suicidio, la sua sfida alla società e al,perbenismo, Dazai venne nel dopoguerra riconosciuto da un'intera generazione come il suo rappresentante più autentico, e il suo messaggio di disperazione e di anticonformismo venne accettato, condiviso, esaltato. Dazai si uccise nel giugno 1948 e la sua morte ebbe un'enorme risonanza che durò a lungo, stimolando anche reazioni di un estremismo sconcertante (uno dei suoi allievi, Tanaka Hidemitsu, si uccise davanti alla tomba del maestro). Il suicidio del grande scrittore emblematicamente chiudeva un periodo. Si avviava alla fine il momento più tormentato dell'esperienza del dopoguerra, segnato da smarrimento, disperazione, disordine, ma anche dalle speranze di un rinnovamento radicale della società giapponese, ben presto amaramente deluse. Il messaggio di Dazai sarebbe comunque rimasto, anche nel Giappone dell'affluenza economica, come lo specchio di un'epoca.
19,00 18,05

Josefine Mutzenbacher, ovvero la storia di una prostituta viennese da lei stessa narrata

Felix Salten

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2018

pagine: 233

"Tra le divinità, o forse meglio i demoni, che governano la Vienna del fine secolo, il ruolo centrale tocca sicuramente a Eros, e il corteo delle sacerdotesse del dio si apre con un tipo costante e codificato, il süsses Mädel, la ragazza dei sobborghi, inesperta e accesa, che si brucia precocemente le ali cedendo all'ufficialetto o all'aristocratico elegante. Se la nostra fantasia colloca il «mito asburgico» sotto il segno della leggerezza e della frivolità, che sono atteggiamenti entrambi confinanti con l'astrazione, ecco qui un libro che rimanda alla dimensione del concreto, alla dialettica inequivocabile del più diretto dei rapporti umani, l'incontro sessuale. Josefine Mutzenbacher è un'incarnazione impreveduta e sconcertante del süsses Mädel, con cui ha in comune l'ambiente e i condizionamenti, con la differenza che dall'estrazione proletaria ha imparato precocemente che il proprio corpo, una donna, se vuole innalzarsi, deve venderlo, non donarlo, e che i maschi, ombre interscambiabili, diventano pericolosi solo se una se ne innamora." (Giorgio Cusatelli). Con uno scritto di Luigi Reitani.
24,00 22,80

Fiamma d'amore viva

Giovanni della Croce (san)

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2018

pagine: 127

"Entrano nella vastissima famiglia delle opere che chiamiamo 'mistiche' scritture dallo statuto assai diverso: parole pronunciate nell'estasi e da qualcuno registrate, resoconti autobiografici, trattati o guide al cammino spirituale, ecc. Questo, come gli altri libri di san Giovanni della Croce, contiene una breve poesia e un lungo commento. Sono parti nate in tempi diversi e con intenzioni diverse. Le 'canzoni' raccoglierebbero le parole del rapimento amoroso, o ciò che più da presso si apparenta a quel residuo verbale, a quel margine, che dell'amore il mistico vorrebbe intendere per sé 'y sentirlo y gozarlo y callarlo', mentre le "dichiarazioni" appaiono come scrittura lontana comunque dall'accensione interiore, derivata, esterna. Questo canto e la sua deriva, il commento, si riferiscono nel loro insieme ad una vicenda sprovvista di fatti esterni. Eppure questa che leggiamo non è mera speculazione, ma testimonianza, descrizione e racconto. Colpisce in primo luogo l'assenza di ogni teatro di corpi. Non più che in poche sequenze canoniche è nominata, ma mai presente, l'umanità di Cristo. Nominata, ma neppure per incidente rappresentata o figurata, la beatitudine, o il tormento, del corpo in questo soggetto invaso dall'amore. È protagonista la semplice 'essenza' dell'anima, la cui avventura si esprime nel rapporto fra lo spazio nudo che la costituisce e alcuni grandi simboli di tipo universale." (Cesare Greppi)
19,00 18,05

Metafisica dei costumi. Lezioni filosofiche

Arthur Schopenhauer

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2018

pagine: 211

"Il nostro sforzo può soltanto giungere a interpretare e a spiegare l'agire dell'uomo, le massime così diverse e anzi contrarie di cui esso è vivente espressione, nella loro essenza più intima e secondo il loro contenuto intrinseco, in rapporto alla nostra precedente considerazione e allo stesso modo in cui abbiamo cercato di interpretare i rimanenti fenomeni del mondo e di portare la loro più intima essenza alla chiara conoscenza astratta. La nostra filosofia affermerà qui la stessa immanenza affermata in tutta la considerazione precedente. Non useremo le forme del fenomeno (il principio di ragione) per sorvolarlo (solo il fenomeno da loro un senso) e approdare nel dominio delle vuote finzioni, ma questo mondo reale della conoscibilità, nel quale noi siamo e che è in noi, rimane la materia e anche il limite della nostra considerazione: esso è così ricco di contenuto, che anche la più profonda ricerca di cui fosse capace lo spirito umano non potrebbe esaurirlo."
23,00 21,85

Le sette principesse

Nezamî di Ganjè

Libro

editore: SE

anno edizione: 2017

«Un giorno il Principe era venuto dalla campagna e s'aggirava lieto nel Khavarnaq quando vide una stanza chiusa, il cui custode s'era salvato da ogni sua ricerca. Il Principe non aveva mai messo piede in quella stanza e così anche i suoi cortigiani e i tesorieri. Chiese: "Perché questa dimora è chiusa e serrata? Dove è il custode e dove la chiave?". Venne il custode e consegnò la chiave al Principe, il quale, aperta la serratura, che vide? Vide una dimora come uno scrigno di tesori, così che l'occhio che la rimirava diveniva pesatore di perle, più bella di cento gallerie di Cina, con disegni sceltissimi; tutto ciò che esisteva di lavoro fine e sottile era disegnato sui muri di quel padiglione. V'erano sette effigi splendidamente dipinte, ciascuna connessa con un continente del mondo. [...] In un ampio circolo ricurvo queste sette effigi erano state dipinte da una sola mano; ciascuna, con mille bellezze, illuminava la sostanza della luce della vista. E nel mezzo di quel circolo il pittore aveva effigiato una forma delicata, che era, rispetto alle altre, come il nocciolo rispetto alla corteccia; un giovane adolescente con perle sparse alla cintura, con una tenera peluria profumata sul volto di luna, come cipresso eretto con la testa fiera, tutto d'argento dalla corona alla cintola e quelle belle tutte rimiravano lui, ognuna innamorata di lui: lui sorrideva a quelle bambole ed esse tutte lo servivano e lo adoravano. Sul capo lo scrivano della sua effigie aveva scritto un nome: Bahram Gur!, e aggiungeva che il destino dei sette pianeti aveva deciso che questo possente sovrano, quando si sarebbe manifestato, avrebbe preso nel suo abbraccio come perle uniche le sette principesse dai sette continenti. "Non noi" si diceva "seminammo per volontà nostra questo seme, ma solo dispiegammo quel che mostrarono gli astri; dicemmo affinché sia dimostrato il pensiero, ma il dire viene da noi, l'agire da Dio"».
22,00 20,90

Sulla psicoanalisi

Arthur Schnitzler

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2017

pagine: 132

Parlare di psicoanalisi a proposito di Arthur Schnitzler sembra quasi inevitabile. Le tematiche affrontate dalla sua opera, la finezza delle sue analisi psicologiche basterebbero a legittimare il confronto con le idee del contemporaneo movimento psicoanalitico. Non è quindi un caso che le analisi sul rapporto tra Schnitzler e Freud ruotino in gran parte intorno al concetto di "Doppelgängerscheu", di "paura del sosia" o del "doppio", confessata da Freud a Schnitzler in una lettera di auguri alla vigilia del sessantesimo compleanno dello scrittore viennese. Ma cosa intendeva Schnitzler per "psicoanalisi", e fino a che punto si riconosceva negli schemi teorici freudiani? Gli scritti che qui si presentano in un'edizione organica, consentono una risposta, sia pur non conclusiva. Sono testi di natura prevalentemente frammentaria: rapide annotazioni, aforismi, trascrizioni di sogni, appunti di diario, brevi lettere. È come se l'incompletezza costitutiva di questo materiale facesse trapelare tensioni e interrogativi irrisolti. E d'altra parte un sotterraneo tessuto di riferimenti, citazioni velate, immagini, collega ogni testo agli altri, e l'insieme forma come un paesaggio affascinante ed enigmatico, i cui tratti sono ancora da definire. Con in appendice il carteggio Schnitzler-Reik e le lettere di Freud a Schnitzler.
19,00 18,05

Cinque sante bizantine. Storie di cortigiane, travestite, eremite, imperatrici

Cinque sante bizantine. Storie di cortigiane, travestite, eremite, imperatrici

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2017

pagine: 155

Nel Medioevo le Vite dei santi erano raccontate e continuamente rielaborate, arricchite ogni volta di dettagli nuovi e diversi, che diedero corpo a un gran numero di varianti della medesima storia. Alcune leggende agiografiche ebbero un'enorme diffusione, paragonabile a quella che oggi hanno i romanzi, o certe biografie romanzate. I cinque testi tradotti in questo volume sono molto diversi tra loro, sia per il registro linguistico sia perché appartengono a epoche differenti; li accomuna il fatto che le protagoniste sono donne e alcune di esse scelgono di travestirsi da monaco. Proprio in ragione di questa diversità possono offrire un quadro, naturalmente parziale, della santità femminile nel Medioevo greco e della varietà di tipologie che la caratterizza. Ecco allora Pelagia, prostituta convertita e poi redenta. Maria ed Eufrosine, entrambe orfane di madre, compiono la scelta di entrare in un monastero maschile travestendosi, l'una per non separarsi dal padre, l'altra per evitare il matrimonio. Teoctista, presa prigioniera dagli Arabi, riesce a sfuggire in modo rocambolesco ai suoi rapitori e diviene eremita su un'isola deserta. L'imperatrice Teodora, l'unico personaggio realmente esistito, si assicura la santità riabilitando il culto delle icone proibito dagli imperatori iconoclasti.
19,00

Introduzione al metodo di Leonardo da Vinci

Paul Valéry

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2015

pagine: 125

"Contemporaneo di Teste dal punto di vista della genesi (anno 1894), Leonardo, al pari di Teste, non è altro che una figura di identificazione proiettiva del Soggetto o, meglio, della coscienza del Soggetto, quale si veniva articolando e formulando in presa diretta attraverso l'esercizio dei 'Cahiers', iniziato in quello stesso anno (il 1894 è la data inscritta sul primo dei 'cahiers', che porta il titolo di 'Journal de Bord'). Ma una profonda differenza distingue l'una dall'altra queste figure. Teste, è la figura della coscienza riflessa accuratamente spogliata di ogni oggetto suscettibile di fornirle una rappresentazione o una immagine di sé; Leonardo, è ancora una figura di quella medesima coscienza che tuttavia offre a se stessa la rappresentazione di sé attraverso la produzione, teoricamente illimitata, di oggetti - oggetti mentali o oggetti dell'arte -, i quali costituiscono altresì la manifestazione o la verifica, in re, dei processi di trasformazione e di conservazione che le sono propri. La coscienza di Teste è l'emblema superstite di una distruzione; la coscienza di Leonardo è il centro di gravità intorno al quale si organizza il sistema del mondo: mondo della natura, degli oggetti, delle sensazioni, dei pensieri, delle astrazioni, degli stimoli ". (Stefano Agosti)
19,00 18,05

Parafrasi della natura e altri scritti sull'arte

Graham Sutherland

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 1999

pagine: 128

14,46 13,74

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