SE: Saggi e documenti del Novecento
Il crepuscolo celtico
William Butler Yeats
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2023
pagine: 160
«Come ogni artista, ho desiderato creare un piccolo mondo dalle cose amabili, belle, essenziali di questo mondo imperfetto e informe, e offrire così una visione del volto dell’Irlanda a quelli della mia gente che accettino di volgere lo sguardo dove io indico. Per questo ho trascritto con cura e candore gran parte di quel che ho udito e visto non aggiungendo altro che fosse frutto della mia immaginazione, se non sotto la veste del commento. Non mi sono comunque preso cura alcuna di distinguere tra le mie credenze e quelle popolari, ma ho piuttosto lasciato che i miei uomini e le mie donne, i folletti e gli esseri fatati, continuassero ad andare per la loro strada senza essere toccati né da critica né da difesa. Le cose che un uomo ha udito e visto sono i fili che intessono la vita, e se questi li districa delicatamente dall’aggrovigliata conocchia della memoria, chiunque lo desideri può intesserli e rivestirne le idee che più gli aggradano. Anch’io mi sono tessuto il mio abito, così come altri, e cercherò di tenermici caldo, ben felice se non mi farà sfigurare».
Punto e linea nel piano. Contributo all'analisi degli elementi pittorici
Vasilij Kandinskij
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2023
pagine: 224
«Come un esploratore che si addentra in terre nuove e sconosciute, noi facciamo scoperte nella “vita quotidiana”, e l’ambiente che ci circonda, altrimenti muto, comincia a parlare una lingua sempre più chiara. I segni morti divengono così simboli vivi, e ciò che è morto acquista vita. Naturalmente anche la nuova scienza dell’arte può sorgere solo se i segni diventano simboli e l’occhio vigile e l’orecchio attento consentono il passaggio dal silenzio alla parola. Chi non è in grado di farlo, è meglio che lasci perdere l’arte, “teorica” e “pratica” – il suo impegno per l’arte non creerà mai un ponte, ma allargherà sempre più la frattura che oggi esiste tra l’uomo e l’arte. Proprio uomini simili oggi si adoperano per mettere un punto conclusivo dopo la parola “arte”».
Oppio
Jean Cocteau
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2023
pagine: 176
Nel 1928, cinque anni dopo la morte dell’amico Raymond Radiguet, durante una cura disintossicante in clinica, Jean Cocteau, oppiomane, scrive e disegna. Per lui le due attività appartengono a un medesimo atto creativo: «Scrivere, per me, è disegnare, unire le linee in modo che diventino scrittura, o disunirle in modo che la scrittura diventi disegno». Così, nel corso delle giornate, dei singoli istanti, sotto i nostri occhi nasce un libro fatto di annotazioni, di giochi di parole, di giudizi da poeta («Il mio sogno, in musica, sarebbe di ascoltare la musica dei mandolini di Picasso»). Ai commenti sulla letteratura e sugli scrittori (si vedano le pagine ammirevoli su Proust, su Raymond Roussel) si aggiungono le osservazioni sul cinema (Buster Keaton, Chaplin, Buñuel), sulla poesia, sull’arte. Ma il tema lancinante, che ritorna a ogni pagina, è quello dell’oppio: «Mi sono reintossicato perché i medici che disintossicano non cercano di guarire i disturbi originari che causano l’intossicazione...». Ma il disturbo originario può essere guarito? «Tutto ciò che si fa nella vita, anche l’amore, lo si fa nel treno espresso che corre verso la morte. Fumare l’oppio è abbandonare il treno in marcia, è occuparsi d’altro che della vita, della morte». In questo libro Jean Cocteau ritrova la grande tradizione dei poeti visionari, quella di De Quincey, di Baudelaire, e soprattutto di Rimbaud.
Il concetto di Dio dopo Auschwitz
Hans Jonas
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2023
pagine: 112
«Per il cristiano che attende l’autentica salvezza dall’aldilà, questo mondo (e in particolare il mondo umano a causa del peccato d’origine) è il mondo di Satana e conseguentemente un mondo non degno di fiducia. Ma per l’ebreo che vede nell’al di qua il luogo della creazione, della giustizia e della salvezza divina, Dio è in modo eminente il signore della storia, e quindi “Auschwitz”, per il credente, rimette in questione il concetto stesso di Dio che la tradizione ha tramandato. Come ho cercato di dimostrare, Auschwitz rappresenta quindi per l’esperienza ebraica della storia una realtà assolutamente nuova e inedita, che non può essere compresa e pensata con le categorie teologiche tradizionali. Quindi chi non intende rinunciare sic et simpliciter al concetto di Dio (e il filosofo può legittimamente rivendicare il diritto a non rinunciarvi), deve pensare questo concetto in modo del tutto nuovo e cercare una nuova risposta all’antico interrogativo di Giobbe. Ove decidesse di farlo, dovrebbe anche lasciar cadere l’antica concezione di Dio signore della storia: perciò, quale Dio ha permesso che ciò accadesse?».
Tre forme di esistenza mancata. Esaltazione fissata, stramberia, manierismo
Ludwig Binswanger
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2023
pagine: 256
“I tre saggi contenuti in questo volume costituiscono una tappa sulla via della comprensione antropoanalitica delle forme schizofreniche di esistenza e del loro andamento esistenziale. […] Le nostre ricerche si occupano esclusivamente della struttura ontica, effettiva, di determinate forme e di determinati sviluppi dell’esistenza. Siccome la pluralità di strutture delle possibilità d’essere dell’esistenza può essere anche designata con l’espressione francese condition humaine, anche per il lettore che non ha una preparazione filosofica sarà chiaro fin dall’inizio che i nostri temi, le nostre ricerche, concernono l’uomo puramente in quanto uomo. Così, come vedremo, l’esaltazione fissata, la stramberia, il manierismo si rivelano minacce di ordine generale incombenti sull’uomo, minacce immanenti. Perciò l’esaltazione fissata, la stramberia, il manierismo non vengono giudicati in senso medico-psichiatrico, come «minorazioni» patologiche, «deviazioni» morbose o «sintomi». Vengono bensì considerati come forme di fallimento, di mancata riuscita dell’esistenza umana.” (Dalla prefazione di Ludwig Binswanger)
Il fruscio delle ali di Gabriele. Racconti esoterici
Shihab al-din Yahya Suhrawardi
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2022
pagine: 192
«Due o tre giorni fa, fra alcune persone alle quali l’oftalmia dello spirito di parte ha danneggiato la visione esterna e l’intuizione interiore, uno si era messo a osteggiare la dignità dei principi e degli Imām della via spirituale, con imprecisioni e assurdità contro i grandi maestri del passato. Nella circostanza, quasi a voler rafforzare e peggiorare il suo spirito di negazione, quel tale aveva preso a deridere i termini tecnici dei maestri del nostro tempo. Continuando, aveva citato un episodio che riguarda Abū ‘Alī Fārmidhi – Dio si compiaccia di lui. Interrogato sul perché gli “azzurro vestiti” [i mistici] definiscono alcuni suoni come “il fruscio delle ali di Gabriele”, Abū ‘Alī aveva risposto: “Sappi che gran parte delle cose che la tua sensibilità ti consente di percepire sono anch’esse un aspetto del fruscio delle ali di Gabriele. Tu stesso” aveva aggiunto “sei il fruscio di quelle ali”. Quel negatore presuntuoso insisteva nelle sue inutili critiche, dicendo: “Che senso possiamo trovare in simili parole, se non che si tratta di assurdità e di inganni?”. Quando l’arroganza di quello si fu spinta sino a tal punto, anch’io, con giustizia, mi accinsi a fronteggiare con la stessa acredine il suo insensato parlare. Dalle spalle mi gettai il pane della ritorsione, ripiegai del tutto la manica dell’umiltà e, sedendomi sulla punta del ginocchio dell’intelligenza, mi misi a trattarlo ingiuriosamente, come una persona vile. “Attento!” dissi. “Ora inizio, con nettezza e decisione e chiaro giudizio, a spiegare cosa sia il fruscio delle ali di Gabriele. Se sei un uomo, e se di uomo hai ricevuto l’educazione, cerca di comprendere”». Note di Nasrollah Pourjavady.
Paragrano
Paracelso
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2022
pagine: 184
“Non l’autorità, non l’ambizione, non gli allettamenti del danaro, non la tronfia vanagloria del sapere scolastico costituiscono l’abito morale del medico che cerca nell’amore per i suoi simili e nella difficile via dell’esperienza la misura di una religiosa missione. Prende forma nella figura del medico – che è per Paracelso il «sapiente» in tutta la sua completezza – la nuova dignitas dell’uomo del Rinascimento, orgogliosamente consapevole del suo compito che non è «salvarsi la vita, ma compiere la propria opera». […] Le intemperanze verbali del Paragrano, la crudezza della polemica, la severità e il sarcasmo dei giudizi con cui Paracelso marchia a sangue i vari doctores delle università fanno pensare a Lutero e più ancora, forse, a uno spirito congeniale, Giordano Bruno. Paracelso scende in campo con corazza e lancia, catafratto contro i nemici e ben attento ai colpi di taglio e di punta: questo suo libro è un torneo in cui prevarrà il migliore e soltanto le opere ne daranno testimonianza. V’è in quest’anima di lottatore e di riformatore la coerenza di un ideale filosofico vissuto intrepidamente così da plasmare la sostanza etica della vita, e insieme la consapevolezza superba, ma anche eroica, di chi si leva contro le venerazioni di millenni in nome di una verità che può sembrare temeraria e assurda. In una delle ultime pagine di questo libro, Paracelso ci descrive, quasi nella forma di una tenzone allegorica medievale, la «notte della medicina» come una pausa necessaria perché la morte, insinuandosi nelle tenebre come una ladra, possa «rubare» la vita: ebbene, in questo «sole della medicina» che si spegne soltanto per il diretto intervento della volontà di Dio, vediamo come il simbolo del Paragrano, in cui un’immagine biblica si confonde con una visione platonica, quasi il monogramma rinascimentale e medievale di Paracelso.” (Dallo scritto di Ferruccio Masini)
La signora Dalloway
Virginia Woolf
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2022
pagine: 264
“La signora Dalloway”, pubblicato nel 1925, è il primo grande frutto della maturità artistica di Virginia Woolf, il romanzo in cui stile, temi e novità formali, oggi divenuti classici, trovano una perfetta compiutezza. Tutto avviene e si consuma nel corso di una sola giornata e, come spesso accade nell’opera della scrittrice, il fulcro intorno a cui si snoda la vicenda e ruotano i personaggi ha le apparenze di un banale evento quotidiano. Clarissa Dalloway, protagonista del romanzo, è intenta ai preparativi di una festa che offrirà in serata agli amici. L’altro polo narrativo è il giovane Septimus Warren Smith, reduce di guerra, che un graduale rifiuto del mondo poi degenerato in follia condurrà al suicidio poche ore prima della festa di Clarissa. La notizia della morte di Septimus giunge alla protagonista proprio nel corso della festa, che diventa così il luogo di confluenza di personaggi e di eventi della giornata ormai trascorsa, ossia la scena in cui la rappresentazione apparentemente anodina trova senso e suggello. Ma come sempre nella Woolf, e qui in modo magistrale, il tempo lineare degli orologi e degli atti scanditi dalla necessità non è che un aspetto secondario dell’esperienza umana, un «artificio» che permette alla coscienza ricognizioni non meno reali nella discontinuità del ricordo o nella fantasia del futuro. Questa dimensione complessa e globale del tempo in tutte le sue forme, e le modificazioni che essa produce nelle persone, assumono ne “La signora Dalloway” l’esemplarità e la ricchezza espressiva che solo la grande arte sa raggiungere. Con uno scritto di Paul Ricoeur.
Monsieur Proust
Céleste Albaret
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2022
pagine: 384
“Quando Marcel Proust morì, già celebre nel mondo, nel 1922, molti si precipitarono da colei ch’egli chiamava la sua «cara Céleste», per ottenerne la testimonianza, i ricordi. Molti sapevano che solo lei (per essergli vissuta accanto negli otto decisivi anni della sua esistenza) deteneva verità essenziali sulla persona, sul passato, sugli amori, sullo sguardo sul mondo, sul pensiero, sull’opera di quel grande, geniale infermo. Quelle stesse persone non ignoravano che, per ore e ore, tutte le notti – notti che erano il giorno per quell’uomo –, Céleste Albaret aveva avuto l’eccezionale privilegio di sentirlo raccontar di sé sul filo della memoria, e raccontare le serate da cui tornava, e mimare e ridere come un fanciullo e tracciare già ad alta voce questo o quel capitolo dei suoi libri. Céleste era il testimone principe, il centro di tutto. Ma per cinquant’anni rifiutò di parlare. La sua vita, diceva, se n’era andata con Monsieur Proust. E come lui s’era costretto, in volontaria reclusione, nella propria opera, così lei ormai voleva vivere da reclusa nella sua memoria. Soltanto così lui sarebbe rimasto il magnifico monarca dello spirito e il mostro di tirannia e di bontà ch’ella aveva, come oggi dice, «amato, subìto, assaporato». Tentare di render tutto questo – e di renderlo malamente, come temeva – avrebbe significato tradirlo. Se ora, a ottantadue anni, ha mutato parere è perché ha ritenuto che altri, meno scrupolosi, avessero tradito Marcel Proust, sia perché non disponevano delle sue fonti di verità, sia per eccesso di fantasia o per la tentazione di erigere a tesi le loro piccole, «interessanti» (o interessate) ipotesi. Quanto a me, affermo che non avrei accettato di farmi l’eco di Madame Albaret se dopo alcune settimane – sui cinque mesi che durarono le nostre conversazioni – non mi fossi convinto della sua assoluta sincerità. Poiché questo libro urterà molti preconcetti e susciterà numerosi malumori, volevo esser assolutamente certo di non prestarmi a un altro genere di tradimento: quello, come ho detto un giorno a Madame Albaret, di erigere un’icona.” (Dall’introduzione di Georges Belmont)
Storia della sessualità. Volume Vol. 3
Michel Foucault
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2022
pagine: 256
«Tutta una riflessione morale sull’attività sessuale e i suoi piaceri sembra sottolineare, nei primi due secoli della nostra era, un certo rafforzamento delle tematiche di austerità. Vi sono medici che considerano allarmati gli effetti della pratica sessuale, tendono a raccomandare l’astinenza e dichiarano di preferire la verginità all’uso dei piaceri. E vi sono filosofi che condannano ogni eventuale relazione extramatrimoniale e prescrivono agli sposi una fedeltà rigorosa e assoluta. Infine, l’amore per i ragazzi sembra essere investito da una certa squalifica dottrinale. Si deve forse riconoscere, nello schema che così si prefigura, l’abbozzo di una morale a venire, quella che si troverà nel cristianesimo quando l’atto sessuale stesso sarà considerato un male, quando non gli si attribuirà legittimità che all’interno del legame coniugale e quando l’amore per i ragazzi sarà condannato come contro natura? E si deve supporre che nel mondo greco-romano alcuni avessero già presagito quel modello di austerità sessuale cui si darà poi, nelle società cristiane, struttura legale e supporto istituzionale?».
Memorie di Dirk Raspe
Pierre Drieu La Rochelle
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2022
pagine: 272
Drieu La Rochelle concepì l’idea di scrivere un romanzo in cui Van Gogh fosse il personaggio chiave nell’estate del 1944, precedentemente al suo primo tentativo di suicidio. Il 14 luglio scrive nel suo Diario di ritenere Van Gogh il pittore «che illuminerà l’ultima visione dell’irreale». In quelle che avrebbero dovuto essere le sue ultime settimane di vita, se ad agosto il destino non si fosse opposto alla sua volontà di morire, Van Gogh appariva a Drieu come un fratello, un fratello maggiore, non tanto per la comune volontà di darsi la morte quanto per un’affinità di percorso spirituale. Entrambi «sono stati divorati dalla visione», ma non hanno percorso fino in fondo la stretta via che conduce alla liberazione. Nell’ottobre del 1944 Drieu, che si rifugia in campagna, nei pressi di Parigi, ritrova il gusto di vivere, e così riprende la vita dal punto in cui l’aveva lasciata, riprende in mano la penna che credeva di aver posato per sempre il 12 agosto 1944. Il 15 ottobre scrive nel Diario: «Questa esperienza non ha dunque cambiato niente? Riprendo il solito tran tran: il diario, un romanzo. Se continua così ricomincerò a scrivere anche di politica». Il romanzo è Dirk Raspe. Opera incompiuta, scritta di getto, non rivista nelle parti già scritte, è a suo modo un’opera perfetta. Forse, come riteneva lo stesso Drieu, il suo lavoro più alto. E poi il Dirk Raspe è l’addio straziante di Drieu alla vita, il suo ultimo sguardo posato sul mondo. Subito dopo, ha smesso di guardarci e si è ucciso. (Dallo scritto di Pierre Andreu)
L'eclissi di Dio
Martin Buber
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2022
pagine: 128
«Che cosa intendiamo esattamente quando parliamo di un’eclissi di Dio, che si verifica proprio nel nostro tempo? Usando questa similitudine partiamo dall’ardito presupposto che ci sia possibile, mediante il nostro “occhio spirituale”, o ancor meglio mediante l’occhio dell’essere, vedere Dio come vediamo il sole, e che quindi qualcosa si è frapposto tra la nostra esistenza e la sua, come tra la terra e il sole. Soltanto la fede e nessun’altra istanza indica l’esistenza dello sguardo sull’essere, per nulla illusorio, che non fornisce immagini, ma le rende tutte possibili; tale sguardo non va dimostrato, lo si sperimenta soltanto, l’uomo l’ha sperimentato. Ma anche l’altro, quello che si frappone, lo si sperimenta oggi. Ne ho parlato da quando ne sono venuto a conoscenza, e con l’esattezza che tale conoscenza mi permetteva». Con uno scritto di Sergio Quinzio .