Letteratura teatrale
La bottega del caffè
Carlo Goldoni
Libro
editore: Rizzoli
anno edizione: 1984
pagine: 208
Con la propensione all'ascolto, originariamente determinata da un difetto visivo, don Marzio è il prototipo di quei frequentatori di caffè che sanno di questo e di quello, che raccolgono notizie dalla voce degli altri e dalle gazzette per farsene portavoce, senza la cura di controllarle e di verificarne la fondatezza, mescolando verità e invenzione. Nella bottega del caffè si nasconde una vena scientifico-filosofica caratteristica del diciottesimo secolo e non manca quel doppio livello di lettura, quell'aspetto metateatrale che più volte si ritrova nel Goldoni.
Teatro: Il desiderio preso per la coda-Le quattro bambine. Testo francese a fronte
Pablo Picasso
Libro: Libro in brossura
editore: Ubulibri
anno edizione: 1984
pagine: XV-125
"Queste due pièce teatrali degli anni '40 appaiono assai importanti, rivelandoci un Picasso litteratissimo, perfino eccedente nel gusto di una ricerca verbale sofisticata, autofondata, e nostalgicamente rivolta a celebrare il passato, le avanguardie ruggenti tra fine Ottocento e primi del Novecento. Le due pièce si dividono saggiamente le parti: la prima in ordine di tempo, "II desiderio preso per la coda", è un devoto omaggio dedicato, mezzo secolo dopo, a Ubu e alle sue stilizzazioni tenute su una ostentata chiave grottesca, mentre il successivo "Le quattro bambine" si distende negli spazi eterei di delicati bestiari e erbari, quali trovano posto solo in giardini incantati, dove non si tratta quasi mai di porsi dei fini descrittivi, ma piuttosto di affidarsi al demone associazionistico e di celebrare tanti accostamenti folli e strampalati tra fiori, insetti, astri, accidenti metereologici, al seguito più che altro dei suggerimenti molto concreti provenienti dal suono delle parole. Si tratta, in sostanza, di un enorme ed esteso 'cadavre exquis', attento però a gettare nella fornace materiali lessicali tutti perlopiù di provenienza alta e nobile, stilizzata e rarefatta, in modo che appunto ne risulti un incantato balletto verbale." (dall'introduzione di Renato Barilli)

