Narrativa moderna e contemporanea (dopo il 1945)

"Di notte c'è chi dorme, chi lavora, chi sogna e chi scrive. I racconti di "Gufi e catene" nascono così, nei silenzi notturni dove solo i rapaci e qualche rana mi facevano compagnia. Nel buio riuscivo a rompere gli schemi e liberare la fantasia. Qui trovi dodici storie, tutte diverse, fatte di vita vera, divertenti avventure, personaggi stravaganti e vicende singolari. Ogni racconto ha un'illustrazione pensata e creata da Veronica per accompagnare la lettura e renderla più luminosa. "Gufi e catene" è un libro di racconti che puoi leggere la mattina in treno, la sera prima di addormentarti e, se ne hai la possibilità, puoi leggerlo a qualcuno che conta molto per te. Puoi iniziare dal fondo, dall'inizio o da metà, ogni capitolo porta con sé protagonisti diversi, spesso bizzarri e sempre molto umani. Ah, alla fine di ogni storia trovi un messaggio prezioso o un augurio da portare con te. Buona lettura."

Questo romanzo nasce da un fatto vero di cronaca e si sviluppa nella fantasia dell'autrice. Il tema principale del libro è rappresentato dalle debolezze umane affrontate dall'autrice con profondità senza sfociare in inutili paradigmi. Questo libro tocca corde molto importanti come l'amore passionale, l'amore mentale, l'amore insano e tossico che nasce da un disagio emotivo e che sfocia in azioni dolorose. Si osserva nello sviluppo della storia come la protagonista lotta contro la depressione ogni giorno affinché non faccia da padrona nella sua vita. Verso le ultime pagine del racconto, l'autrice affronta anche il tema del perdono; il perdono sofferto come un atto di umanità grandissimo e come unica vera cura dell'animo umano.

Questo libro narra le vicende realmente vissute da un dipendente di uno di quei colossi industriali che, visti dall'esterno, rappresentano il miraggio dell'impiego sicuro in modo da vivere sereni e senza preoccupazioni. Ma è davvero così? In modo scorrevole e divertente vengono messi a fuoco i momenti difficili che si è inevitabilmente costretti a vivere se non si diventa “signorsì” dei grandi capi che vogliono sempre e solo fare bella figura di fronte alla proprietà. Se non si accetta la situazione si viene emarginati, si va incontro a ritorsioni e ricatti di ogni genere. Anche se questo succede molto sovente, mai, o solo in rarissimi casi, qualcuno riesce a trovare la forza e il coraggio per reagire. Il timore di perdere il lavoro, la difficoltà di trovarne un altro e fare rimanere senza risorse la famiglia, bloccano sul nascere qualsiasi reazione. “Uno su 1000 ce la fa – Trent'anni di azienda insegnano molte cose” racconta la storia di un dipendente che, usato come parafulmine per coprire colpe commesse da dei superiori intoccabili, cerca in tutti i modi di far valere le proprie ragioni ma non ci riesce. Alla fine, però, dopo tanti mal di pancia e notti tormentate, scoprirà il modo per vincere la sua battaglia con tante soddisfazioni, non solo morali.

...storie evaporate di uomini e di donne, in quella vasta ed oblunga regione ignota alle carte geografiche che va dalla Garfagnana alla Daunia, dall’Irpinia al Mugello, dal Montefeltro alla Marsica, dal Sannio al Casentino, adagiandosi indifferentemente di qua o di là dall’Appennino per annusare l’uno o l’altro dei due mari a volte vicini, talvolta lontani, ma pur sempre irraggiungibili. Più che un caso letterario un caso parologico.

Due sorelle, Virginia e Marta, sono così diverse tra loro da essere spesso in conflitto ma a unirle c'è un legame molto forte. Quando Marta conosce Ivo, un uomo complicato ma affascinante, se ne innamora al punto tale da vivere con lui una relazione balorda da cui poi nasce Luca, subito rifiutato dal compagno. Marta con l'aiuto di Virginia cresce il figlio a cui decide di non dire chi sia il padre e chi nel frattempo è diventato. Gli anni passano: Marta, un tempo donna trasgressiva e pittrice apprezzata, ha rinunciato alla carriera artistica e affossando nella routine continua a insegnare, Luca è tormentato dal desiderio di conoscere il padre e anche Virginia, che sembrava avere raggiunto obiettivi soddisfacenti, viene travolta dalla sorte avversa. Sarà proprio nella casa sul sasso, chiamata Villa Dalia perché prima appartenuta alla marchesa Dalia Vittoria Spicchi dei Laveri, che la loro vita troverà, in un incalzare di avvenimenti, un nuovo senso e nuovi orizzonti e in quella stessa villa arriveranno anche altre persone, per scelta o per necessità, e lì si fermeranno, attratte dall'amore gratuito che riceveranno. È infatti l'amore il motore che anima Villa Dalia e cura ogni ferita.

Tutto ciò che ho scritto, l'ho depositato legalmente ed è un ibrido letterario fra più generi e può essere definito come un diario esperienziale etico, morale e sociale, perché ho cominciato il discernimento spirituale a 14 o 15 anni. Ho iniziato a scrivere a novembre 2010, quando avevo quasi 19 anni e ho finito la prima logia durante il mio diciannovesimo anno di età. È una saga letteraria per distinguere il male dal bene, attraverso lo zelo e componimenti di ricerca della verità, per scoprire i valori e compiere la giustizia. Se fossero accompagnati dagli adulti, la lettura sarebbe adatta anche ai bambini, come un film la cui visione è idonea pure ai bambini, ma tramite la presenza di un adulto, comunicando il contenuto della lettura al bambino, mediante un linguaggio adeguato alla sua mente. Della mia produzione letteraria, otto logie adatte alle vite di tutti gli esseri umani, la prima parte di un racconto, è l'inizio della prima logia, di cui una parte è simile al canzoniere di Francesco Petrarca (inventore della poesia d'amore moderna) e riguardante Demetria Lovato, a causa del suo sorriso, nella fotografia con cui ho scoperto la sua esistenza. Ma dalla pubblicazione del video musicale "Neon lights" ha smesso di attrarmi, perché ha cambiato comportamento pubblico.

“Incantevole come ora mi appare” è un libro che porta i lettori in un viaggio attraverso la straordinaria vita di una strada. Questa strada è un luogo dove accadono eventi sorprendenti e dove certe persone sono scelte per intraprendere un percorso che cambierà la loro vita in modi straordinari. Attraverso le storie di Luca, Rebecca, Ludovica, Emanuele, Michele, Maria, Giovanni, Daniele, Adolfo, Francesca, Martina, Giorgio, Guglielmo e Serena, il libro esplora la vita oltre la vita, rivelando che esistono mondi diversi dai nostri e invitandoci ad abbracciare i cambiamenti e il potere della nostra esistenza. Con un tono esemplare e pieno di speranza, "Incantevole come ora mi appare" ci spinge a sperimentare l'imprevedibilità e la bellezza che si nascondono dietro ogni angolo della vita.

La storia d'amore tra Sara e Andrea giunge al capitolo finale, mentre le loro vite scorrono inesorabili disegnando un destino lontano dalle aspettative. Un filo sottile li lega, troppo fragile o ancora in grado di resistere agli urti, agli strattoni che l'età adulta dà con la pretesa della maturità. Alla resa dei conti e con il cuore malconcio, Sara e Andrea dovranno decidere se essere più forti del vuoto dell'assenza e quale peso dare al loro rapporto, se sopravvivere al tradimento di una promessa d'eternità o lasciarsi incantare, ancora una volta, dalla magia malinconica della luna piena. Il finale di trilogia cercherà, senza pretese, di indagare sulla possibilità che un amore passato torni presente non senza un inevitabile viaggio dentro se stessi.

Un racconto in parte autobiografico. Per il protagonista una escursione in montagna diviene l'occasione per compiere un viaggio interiore a ritroso nel suo vissuto, scandagliando la memoria alla ricerca dei ricordi del passato per comprendere il presente, ma anche per intraprendere un nuovo percorso su quel che resta del suo tempo. Le tracce recuperate dell'infanzia e dell'adolescenza trascorse in ambientazioni perdute, tra una città di antica storia e una arcaica campagna, diventano anche motivo di riflessioni su temi esistenziali come il senso della vita e della morte, la scienza e la ragione, la religione e la fede. Nel flusso della narrazione si dipanano gioie e sofferenze, emozioni ed angosce, contrasti e chiaroscuri di vicende e di esperienze forse comuni ad ogni individuo, ma rievocate e inserite in un affresco di fatti e persone. Il diario si trasforma gradatamente in un intimo colloquio.